di Gian Marco Pisa
Proprio alla vigilia del No-Monti Day, Mario Monti si è recato in Israele per un incontro ufficiale con Benjamin Netanyahu, premier israeliano, nel quadro del terzo “summit inter-governativo” Italia-Israele, nato sotto la stella della reciprocità dei rapporti – cosiddetti – business oriented e finito tuttavia con delle conclusioni di carattere tutto politico che rafforzano la cooperazione tra i due Paesi, rilanciano il rapporto tra il governo italiano e quello israeliano e cementano ancora di più la sponda offerta dal nostro governo e dalla nostra diplomazia alle politiche di occupazione e di vero e proprio apartheid che governo e forze di sicurezza israeliane attuano nei confronti del popolo palestinese.
Il provvedimento approvato ieri in parlamento preoccupa per la sua modestia e scarsa lungimiranza. Il governo Monti,con un po’ di elegante ipocrisia si muove quasi nel solco del governo Berlusconi. Ovviamente, avendo noi a cuore la condizione dei detenuti,accettiamo anche la modestia dei 3300 detenuti che lasceranno il carcere. Non ci piace, però, il fatto che venga ancora finanziato il fallimentare e costoso “progetto braccialetti”.Non ci piace il fatto che le misure debbano comunque passare al vaglio dei magistrati di sorveglianza. Ci preoccupa l’uso,che sarà largo e sistematico in alcuni casi,delle cellette delle caserme per la detenzione,perché non dimentichiamo quante torture ed illegittimità(anche uccisioni)siano in quei luoghi avvenuti,lontano da ogni controllo giuridico, istituzionale. Il governo non ha avuto il coraggio di sfidare il giustizialismo carcerario affrontando il tema con la civiltà democratica dello Stato di Diritto. Nelle carceri italiane si muore(180 suicidi nel2011;ogni giorno atti di autolesionismo;2metri quadri per22 ore al giorno;22000 detenuti in più rispetto ad una capienza già considerata ball’eccesso. Si tratta di un sistema anticostituzionale e fuorilegge.
di Giacomo Russo Spena
di Francesco Piccioni
La stabilità governativa non è effetto solo di equilibri elettorali e parlamentari, ma di equilibri sociali più ampi




