monti berlusconidi Sergio Ferrari
Con il libro “Il film della crisi” G. Ruffolo e S. Sylos Labini offrono una  ricostruzione ragionata dell’attuale crisi economica, delle sue origini ideologiche, delle deformazioni e delle speculazioni finanziarie che l’hanno accompagnata, delle logiche di un capitalismo abbandonato a se stesso in virtù di una concezione, quella liberista, secondo la quale “ i mercati sono razionali …. si autoregolano…”. Peccato che “questo mantra del’economia non esista e quindi…. si è dissolto improvvisamente e per  molti ( ma non per tutti) inaspettatamente “.

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rossonero

di Bruno Steri*

Abbiamo letto il programma proposto dal Front de Gauche agli elettori francesi, sintonizzandoci mentalmente sull’auspicabile prospettiva di un programma unitario della sinistra italiana che aspiri ad una dimensione europea e che sia all’altezza di questi tempi difficili. Non perdiamo infatti il vizio di anteporre, logicamente e politicamente, i contenuti alle ipotesi di alleanza, col presupposto (purtroppo nient’affatto scontato nei fatti) che le seconde siano conseguenti ai primi.

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frontdegauche1

di Antoine Schwartz*
IL DIPARTIMENTO dell’Aube ha fama di essere saldamente ancorato a destra. Il deputato locale e sinda¬co del principale agglomerato urbano della zona, Troyes, altri non è se non François Baroin, ministro dell’Econo¬mia, delle finanze e dell’industria di Nicolas Sarkozy. Prima della scom¬parsa dell’industria tessile, il movi¬mento operaio era fortemente radicato nel dipartimento.

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di Mario Agostinelli

In una serie di documentati articoli sulle pagine di Repubblica, Federico Rampini espone la strategia degli Stati Uniti guidati da Obama per mantenere l’egemonia geopolitica e militare a fronte dell’impetuosa crescita cinese. Parte decisiva di questa strategia è rappresentata dal progetto di estrazione di gas (e petrolio) dagli scisti bituminosi (shale gas), che porterebbe Usa e Canada a soppiantare il primato nelle fonti fossili dei Paesi Arabi e della Russia e a determinare così un confronto diretto nella competizione economica con Pechinoda posizioni di forza. A quale prezzo per il pianeta e per la vita futura?

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111228liberazionePaolo Ferrero
Il governo Monti, in continuità con il governo Berlusconi, non sta solo attaccando le conquiste sociali, ma anche le conquiste democratiche. La conferma da parte di Monti del taglio - attuato da Tremonti - del fondo sull'editoria, fa parte di questo attacco e ci costringe a sospendere le pubblicazioni di Liberazione a partire dal 1° gennaio. Le cifre parlano da sole: nel 2010 il taglio del contributo è di circa 500.000 euro, nel 2011 - sapremo a fine 2012 la cifra esatta, perché il contributo viene erogato con un anno di ritardo - è di circa 2 milioni di Euro. Tagli enormi, insostenibili per un giornale come il nostro, che iniziò ad uscire 20 anni fa come settimanale. Questi provvedimenti non colpiscono solo Liberazione, ma anche un centinaio di altre testate che rischiano di chiudere, con la perdita di migliaia di posti di lavoro e una forte riduzione della democrazia nel paese. Basti pensare che oltre a Liberazione rischiano la chiusura il Manifesto e l'Unità. Il Presidente Mao diceva che uccidono più le pallottole di zucchero che quelle di piombo. Qui ci troviamo di fronte ad un sistematico perseguimento della distruzione della sinistra comunista che avviene attraverso misure burocratiche, non attraverso la repressione. Prima l'introduzione delle leggi elettorali maggioritarie, poi l'innalzamento dello sbarramento elettorale per le europee al 4%, oggi il taglio del fondo sull'editoria. Più la crisi avanza e il capitalismo evidenzia il suo fallimento e più provano ad ucciderci.

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di Giulietto Chiesa

Adesso che questo “Governo dei tecnici” ha pubblicato le sue dichiarazioni dei redditi, possiamo concludere, all’ingrosso, che tra la punta alta di una guardasigilli che guadagna sette milioni di euro all’anno e il più “sfigato” del gruppo, che ne guadagna solo 120 mila, la media è decisamente al di sopra dei 200 mila euro annui.

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antologiadispoon

di Marco Sferini
Muro contro muro: questo è il volto che il governo dei professori mette avanti a poche ore dal tirare le somme sulla riforma del mercato del lavoro. Sono moltissimi gli elementi...

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121018severinodi Giovanni Russo Spena
La cosiddetta "legge anticorruzione", voluta dal governo Monti, ha un segno preciso: Monti non è solo assolutismo liberista, distruttore del Novecento delle grandi narrazioni popolari, ma anche continuità della corruzione (berlusconiana ma non solo) come "sovversivismo dei ceti dirigenti". La corruzione, infatti, lo sappiamo, non è una patologia del sistema del capitale, ma una "normalità" fisiologica del modello liberista (e della sua crisi strutturale). Essa è parte, anzi, del processo di valorizzazione del capitale. Insieme all'accumulazione della "borghesia mafiosa" è componente niente affatto irrilevante dello stesso PIL (dati ufficiali parlano di 1/5 del PIL nazionale). Oggi, dopo le ruberie della giunta Formigoni,tutti fingono di avere scoperto la mafia al Nord.

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120225montiRedazionale
Ancora una volta deve essere un morto (in Grecia) e uno che tenta di suicidarsi incendiandosi davanti al Quirinale (Italia), a ricordarci che anche se lo Spread si abbassa e la Borsa cresce, la crisi non è affatto superata. Anzi, la situazione sta drammaticamente peggiorando. Ce lo dicono i dati reali e non virtuali: disoccupazione in aumento, precarietà generalizzata per chi trova un "lavoro", r
iduzione continua delle coperture sociali, in particolare quella sanitaria, pensionistica e scolastica. È evidente che le misure adottate dal Governo Monti sono la causa della crisi, non la soluzione. Per fermare questa situazione, che può produrre esiti gravissimi (la storia dovrebbe insegnarci qualcosa), occorre lavorare affinché la parte più a vasta possibile delle forze politiche, sindacali e di movimento costruiscano assieme una alternativa vera e credibile.

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