Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Le aziende che chiedono la liberatoria ai lavoratori nelle zone del terremoto per rientrare nei posti di lavoro sotto la loro responsabilità sono delinquenti. Chiedo al governo e a Confindustria di prendere provvedimenti subito rispetto all’importante denuncia dei sindacati: nessun altro lavoratore deve rischiare la vita, l’attività produttiva si deve fermare fin quando sarà necessario, per ripristinare le condizioni di sicurezza. I capannoni sono stati delle trappole per i lavoratori morti negli scorsi giorni: ma per certi padroni la vita degli operai non ha evidentemente alcun valore».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Le proposte avanzate da Squinzi stamattina ci dicono che per questa Confindustria bulimica l’appetito vien mangiando. Si muovono nella stessa direzione di quanto sta facendo Monti ma chiedono di fare di più: Monti manomette l’articolo 18 e i padroni vogliono precarizzare di più. Monti dà soldi alle imprese e i padroni ne vogliono di più. Monti taglia la spesa sociale e i padroni vogliono che la tagli di più. Con le politiche di Monti l’Italia è in recessione e la crisi sta degenerando, con le ricette di Squinzi la recessione si aggraverebbe. Con Monti stiamo finendo in Grecia a passo di marcia, con le ricette di Confindustria ci finiremo di corsa! Questi signori vogliono solo arricchirsi a spese dello stato, mentre la crisi dipende dal fatto che le famiglie non hanno più soldi da spendere».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

«Domani sarò in piazza a Bologna, a 32 anni dalla strage del 2 agosto 1980, contro tutti i fascismi, di ieri e di oggi, contro le oscene parole di Licio Gelli, dalla parte dell’associazione dei famigliari delle vittime e del suo presidente Paolo Bolognesi, che Valerio Fioravanti ha attaccato in modo vergognoso. Domani saremo a Bologna a ricordare una delle pagine più nere della storia d’Italia e chiediamo rispetto per le vittime e le loro famiglie. Chiediamo infine che venga eliminato definitivamente e completamente il segreto di stato, si faccia luce su tutti i processi dello stragismo».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Il governo “tecnico” se n’è infischiato dell’opinione dei valsusini, militarizzando un intero territorio, ma dovrebbe quanto meno considerare l’opinione autorevole del think tank di esperti europei che oggi ha chiesto uno stop al progetto della Tav. Un plauso alla presa di posizione di questo gruppo di professori che ha colto nel segno uno dei motivi dell’opposizione all’alta velocità in Val Susa: l’aumento del debito pubblico ci consegnerà – ancora di più - nelle mani degli speculatori. Dubito che Monti e i suoi ministri accoglieranno l’invito, essendo loro dalla parte degli speculatori: dimostreranno così ancora una volta che di tecnico non hanno proprio nulla. Le ragioni del movimento, avvalorate anche da esperti assolutamente super partes, che di certo non sono pericolosi “sovversivi”, non potranno essere sminuite e trasformate in un mero problema di ordine pubblico: ora e sempre No Tav».

Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

"2000 agenti in assetto di guerra, che attaccano i presidi di uomini e donne che difendono i beni comuni, l'acqua, l'aria, la terra, la salute, il denaro pubblico sprecato in grandi opere anacronostiche e dannose, è degno solo di uno stato totalitario.

Nonostante il messaggio forte e chiaro lanciato dal popolo italiano il 12 e 13 giugno scorsi nel referendum, si continua a imporre sulla testa dei cittadini scelte utili solo alla speculazione ed ai grandi affari delle grandi forze economiche, così come si intendeva fare per il nucleare e l'acqua.

Se tutte le forze democratiche, della sinistra e del centrosinistra, facessero mancare tutto il dovuto sostegno e la solidarietà alle popolazioni ed agli amministratori della Val di Susa in lotta , mancherebbero l'appuntamento all'alternativa al berluscunismo oggi all'ordine del giorno.

Nessuno può voltarsi dall'altra parte: facciamo sentire la nostra voce, manifestando la nostra solidarietà con la Val di Susa davanti alle sedi istituzionali e alle prefetture, nelle forme più efficaci possibili."

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Nell’esprimere la vicinanza alle famiglie delle persone morte a causa dei crolli, un pensiero particolare va ai lavoratori uccisi mentre lavoravano nei capannoni, sempre tra i più deboli, sempre i primi a pagare. La prima urgenza consiste nell’evitare ulteriori morti : tutti i lavoratori emiliani debbono stare fuori dalle fabbriche, oggi, e nei prossimi giorni. I capannoni industriali si sono rivelati delle vere e proprie trappole. In secondo luogo chiediamo di annullare la parata del 2 giugno e usare quei fondi e quei reparti militari per le zone del terremoto. Come Rifondazione comunista stiamo contribuendo in maniera attiva sulle zone colpite dal terremoto prestando le nostre strutture e con l’intervento di alcuni nostri volontari. Abbiamo attivato, infine, da giorni una cassa di resistenza a favore delle famiglie colpite dal terremoto; i versamenti potranno essere effettuati sul seguente conto corrente: Partito della Rifondazione comunista – Comitato regionale Emilia Romagna, Via Menganti 8 - 40133 Bologna IT 06 L 02008 12932 000003118146 causale: cassa resistenza terremoto».

«Lo Stato deve garantire che rimanga la copertura finanziaria per i danni causati dal terremoto. Il governo Monti deve essere chiaro su questo e dire con chiarezza che per le calamità deve pagare lo stato e non  le popolazioni. In un paese civile lo Stato serve proprio a questo: fa pagare le tasse per garantire i servizi e il vivere civile, risolvere in casi d’emergenza i problemi dei territori e risarcire le vittime delle catastrofi, come nel caso del sisma in Emilia. Noi diciamo «no» al meccanismo secondo cui a risarcire i danni sarebbero le compagnie assicurative, che poi utilizzano quei soldi per speculare a loro piacimento sulla pelle delle persone: Monti vuole finanziarizzare persino le tragedie».

LA NUOVA PESA
Centro per l’Arte Contemporanea

ADELE LOTITO
La musica dei numeri
cura e testi di Roberto Gramiccia

Giovedì 23 febbraio 2012 ore 19

La mostra di Adele Lotito che giovedì 23 febbraio si inaugura alla Nuova Pesa è il punto di approdo di un percorso che ha visto l’artista indagare le relazioni tra arti e scienze,  tra umanesimo e pensiero scientifico.  Se questa consustanzialità  ci appare storicamente evidente in discipline quali l’architettura e l’epistemologia tra le altre, meno scontate ci appaiono le connessioni e i rimandi presenti nelle arti visive tout court
I rapporti che intercorrono tra la musica e la matematica furono oggetto di studio fin dal tempo dei filosofi presocratici ed è  alla scuola pitagorica che si deve il primo ordinamento che correla i differenti toni di una scala ai rapporti tra numeri interi.  Ed è proprio a partire da queste relazioni che l’artista  inaugura una nuova grammatica del segno, e dunque del suo personale linguaggio. E lo fa a partire dal gesto e dal mezzo che da anni le sono propri: il fumo di una candela che si addensa sulla superficie a costituire un pieno attraverso l’apparizione di un vuoto che, tradotto nel  linguaggio musicale, vuol dire produrre un suono attraverso la sua stessa sospensione, la pausa.
Le opere di Adele Lotito che in questa mostra si presentano sono organizzate nell’apparente disordine di evoluzioni musicali, numeriche, alfabetiche in cerca di una propria partitura di esecuzione. A quale nuovo ordine il tentativo dell’artista di costituire una nuova intelligibilità, attraverso la formazione di una inedita polifonia, possa condurci  non è affatto scontato, né definito.
Nelle stanze della mostra aleggia la figura di Renato Caccioppoli, grande matematico, musicista e antifascista (nipote di Bakunin). La sua memoria ancora vivissima viaggerà sulle note della sua musica preferita.

Orario galleria:
da lunedì a venerdì ore 10-13 e 15.30-19

tel. 06 3610892 e-mail: nuova Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.    www.nuovapesa.it

Giovanni Russo Spena, responsabile Giustizia di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Nel giorno in cui è attesa la sentenza di terzo grado per le torture attuate dalle forze di polizia alla Diaz di Genova, l’Italia non ha ancora introdotto il reato di tortura nel Codice penale, nonostante la ratifica del Trattato Onu nel 1988. Non solo sono passati ben 24 anni, ma la ministra Severino, intervenendo al Senato nella discussione sul disegno di legge, ha negato la configurazione del reato così come lo definisce la Convenzione Onu, pur essendo obbligata l’Italia a rispettare il trattato. È incredibile che il governo, nei fatti, motivi le sue scelte dicendo di non voler criminalizzare le forze dell’ordine. Non accettiamo l’impunità e pensiamo che sia interesse delle forze dell’ordine che la tortura sia punita. Questo governo è un disastro anche sul tema della giustizia».

Cerca

Sostieni il Partito


 

COME SOTTOSCRIVERE

  • tramite bonifico sul cc intestato al PRC-SE al seguente IBAN: IT74E0501803200000011715208 presso Banca Etica.
  • attivando un RID online o utilizzando questo modulo
  • con carta di credito sul circuito sicuro PayPal (bottone DONAZIONE PayPal sopra)

Ricordiamo che le sottoscrizioni eseguite con la causale erogazione liberale a favore di partito politico potranno essere detratte con la dichiarazione dei redditi del prossimo anno