Si è svolta questa mattina, domenica 22 gennaio, alla Camera del Lavoro di Milano l'assemblea organizzata da Rifondazione comunista - Federazione della Sinistra intitolata «L'occupazione è l'unica soluzione - Costruiamo l'opposizione di sinistra al governo Monti». Sono intervenuti, tra gli altri, i rappresentanti di molte aziende in crisi, tra i quali i lavoratori di Fincantieri, Fiat, Omsa, Wagon Lits, Lear e TNT.

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, che ha concluso l'assemblea odierna, ha dichiarato:

«Monti mente sapendo di mentire: le liberalizzazioni servono solo a Montezemolo (che non dovrà rispettare il contratto nazionale di lavoro nelle ferrovie) e alla Confindustria a cui è stato fatto il favore di liberalizzare per privatizzare i servizi pubblici locali. La priorità dovrebbe essere aumentare l'occupazione, al contrario di quanto fa Monti. Visto che il mercato e il privato non sono in grado di realizzare questo obiettivo, serve un forte intervento pubblico in economia, serve una banca pubblica per finanziare le imprese che non hanno accesso al credito, serve una nuova IRI, mentre il governo fino ad ora non ha fatto altro che favori ai poteri forti».

Milano, 22 gennaio 2012

Ufficio stampa Prc:
Barbara Battaglia

Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

"Proprio mentre la guerra afgana ci restituisce le spoglie del 41° ragazzo rimasto ucciso in quel sanguinoso ed infinito campo di battaglia, il Senato della Repubblica italiana con un larghissimo voto trasversale (269 voti a favore, 12 contrari, un astenuto), decide di rifinanziare la partecipazione del nostro esercito a quel conflitto ed ai bombardamenti sulle città della Libia.

Quasi tutti "allineati e coperti" insieme al partito del premier Berlusconi. Lega e PD compresi.

L'aspetto più grottesco, se non fosse per le drammatiche implicazioni di quel voto, è che si parla ancora di "missioni di pace", quando solo nei primi sei mesi del 2011 sono stati ben 1462 i civili morti nella oramai decennale guerra afgana; il 15% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno!

Altre centinaia di milioni di euro destinati alla guerra ed all'esercito (per arrivare a 23 Miliardi di spese militari!) mentre in Italia si affamano i cittadini e si impongono i ticket sanitari.

Dopo l'iniqua manovra finanziaria "salva ricchi e salva casta" approvata in tempi "miracolosi" per l'indulgenza del centro sinistra, ciò dimostra ulteriomente quanto l'attuale Parlamento sia sempre più delegittimato e lontano dal sentire del popolo italiano.

Un Parlamento sordo e cieco di fronte ad una opinione pubblica stanca di dover commemorare i propri figli, costretti a morire per l'assurda permanenza, simile a quella degli ultimi giapponesi nella giungla, in una guerra che persino gli Stati Uniti iniziano ad abbandonare per la sua palese inefficacia e per la pesante crisi della loro economia.

Ciò dimostra inoltre l'ineludibile bisogno di un'ampia ed autonoma sinistra d'alternativa, affrancata dalle gerarchie militari e dalla sudditanza ai voleri della Nato. Una sinistra, irriducibile nel persegire quel progetto di società scritto nelle pagine della nostra Costituzione che proprio nel ripudio della guerra ha una delle sue colonne portanti."

Ufficio stampa FdS
per contatti: 3498315492

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

"Altro che vendite del patrimonio dello Stato e cessione di proprietà pubbliche: Monti ha già fatto troppi danni, ha aggravato la crisi e sta demolendo i diritti dei lavoratori. Ai tedeschi se vuole può vendere casa sua, non la nostra! Vendere patrimonio immobiliare in tempo di crisi  significa svendere. A quando l'ora della Banca d'Italia?"

Dichiarazione di Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra:

«Monti attacca l'art. 18 come "pernicioso" e il posto fisso come "monotono". Poi dice che c'è un "terribile apartheid" a danno dei giovani per colpa di chi è "già dentro" al mondo del lavoro.
Solo un governo arrogante, che opera dalla parte dei privilegi, può auspicare la libertà di licenziare senza giusta causa e può invocare il precariato a vita. Solo un governo vigliacco, dopo aver allungato l'età pensionabile, può tentare furbescamente di scatenare la guerra tra generazioni illudendo i giovani che il loro futuro migliore si ottiene solo togliendo diritti fondamentali conquistati con anni di lotte.
Il senatore a vita Monti vada a dirlo ai milioni di italiani che hanno una famiglia da mantenere e il mutuo sulla casa da pagare quanto è monotono avere un posto fisso. Questo governo va licenziato al più presto, nel rigoroso rispetto dell'art. 18: c'è una causa giusta, ed è la sua dannosità».

Massimo Rossi, portavoce della Federazione della Sinistra

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista – FdS, ha dichiarato:
«Monti, di fronte al palese disastro economico e sociale in cui ha portato il paese,  è obbligato ad ammettere che le manovre del governo hanno aggravato la crisi. È un’ammissione da sottolineare perché Monti sino a ieri  straparlava sulla vicina uscita dalla crisi. Adesso Monti ha cambiato linea di difesa dicendo che le manovre - benché negative - erano necessarie. Si tratta di una stupidaggine senza senso: più si fanno tagli, più si fanno privatizzazioni, più la crisi e la disoccupazione si aggravano e con esse i conti pubblici. Il punto vero è che i tagli sono dannosi e che l’unica strada per uscire dalla crisi consiste in una pesante redistribuzione del reddito dall’alto in basso e con un deciso intervento pubblico in economia dando vita ad un piano del lavoro».
11 settembre 2012

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Monti sostiene che con la crescita eviteremo la bancarotta: il problema è che in questi sette mesi lui non solo ha perso tempo con politiche recessive che aggravano la crisi ma c’ha fatto perdere il treno, è andato in direzione opposta rispetto a quella da prendere per uscire dalla crisi e fermare la speculazione. Adesso è troppo tardi, siamo già nel burrone! Che la smetta di fare danni, visto che il suo intervento non è servito a nulla. Il governo Monti è come la Tav in Val di Susa: non solo inutile, ma pure dannoso per l’Italia e gli italiani».

Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:
 
"Ma come?!? ..Era stato incaricato per “rassicurare i mercati” e per rassicurali ha varato misure “lacrime e sangue” …ed ora che la speculazione finanziaria continua a imperversare e che l’ascesa dello spread non si ferma, il premier Mario Monti afferma con candore : "Il problema che vivono i mercati è prima di tutto di carattere europeo, a cui va data risposta comune, solidale e convinta da part...e delle autorità UE".
Indecente!
In realtà dopo averci tagliato pensioni, salari e welfare con il pretesto di “salvare l’Italia” dall’attacco della speculazione finanziaria ora, col pretesto di far “crescere l’Italia” vuole semplicemente imporci un’ulteriore precarizzazione dei rapporti di lavoro, una privatizzazione su larga scala di beni comuni e servizi pubblici essenziali e la consegna dei nostri territori alle brame insaziabili della speculazione.
Dobbiamo fermarlo!
L’unico modo per salvare l’Italia e per rilanciare una nuova economia è quello di redistribuire le ricchezze ed investire sulla conoscenza, sul lavoro intelligente, sulla cura produttiva dell’ambiente le enormi risorse oggi bruciate in spese militari, in sprechi, privilegi e corruzioni di ogni tipo."

Marco Gelmini, amministratore unico di Mrc Spa, editrice di Liberazione, dichiara:

«I pesanti tagli al fondo per l’editoria operati dal governo Berlusconi, confermati ed appesantiti dalle scelte di Monti che, ancora ieri, ha dichiarato inamissibili gli emendamenti al ”milleproroghe”, tesi a ripristinare il fondo per l’editoria, hanno obbligato l’Mrc, editrice di Liberazione, a sospendere cautelativamente l’edizione cartacea dal 1 gennaio. Contestualmente si è avviata una trattativa sindacale tesa a salvaguardare la continuità della pubblicazione di Liberazione nella versione on-line per garantire l’informazione libera che abbiamo sempre assicurato, oltre ai possibili livelli occupazionali. Al fine di rilanciare il nostro giornale abbiamo promosso anche una campagna di sottoscrizione. Al tavolo sindacale abbiamo avanzato una proposta concreta per tenere viva Liberazione, articolata in due fasi: versione on line del quotidiano in attesa della definizione del nuovo regolamento sul finanziamento all’editoria; definizione di un progetto editoriale una volta definite con certezza quantità, qualità e tempi del finanziamento. In questo ambito, Mrc ha avanzato le proposte possibili di salvaguardia dei posti di lavoro e dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, come in ogni situazione di crisi (e nell’ editoria ciò è purtroppo diffuso). Cdr e sindacati di settore hanno manifestato la totale indisponibilità a percorrere le proposte avanzate, obbligando Mrc a proseguire nell’azione di salvaguardia della propria testata e - nella misura consentita dalla situazione data - dell’occupazione. La storia di 20 anni di Liberazione e della Mrc, il nostro impegno diretto contro i ”finti giornali” e le clientele, i milioni di euro investiti dall’editore per garantire l’uscita del giornale testimoniano ben più delle infondate calunnie che ci vengono rivolte. Per evitare equivoci e polemiche strumentali, Mrc sospende a far data da oggi anche l’edizione on line del quotidiano Liberazione di cui è stata resa impossibile la gestione. E prosegue con ancora maggior impegno e determinazione la battaglia, comune a tutti i giornali di partito, di idee e cooperativi, per riaffermare il diritto al pluralismo dell’informazione e al reintegro del fondo sull’editoria. Quando  le scelte relative al futuro dell’editoria saranno definite, Liberazione riprenderà le pubblicazioni nelle forme economicamente sostenibili. Invitiamo il Cdr di Liberazione ad analogo impegno».

Roma, 18 gennaio 2012

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara:

«A differenza si quanto sostiene il Presidente della Repubblica, le scelte di austerità non sono una scelta a cui non si può sfuggire ma al contrario una scelta sciagurata che sta aggravando la crisi. È del tutto evidente che l’austerità aggravando la crisi e riducendo il Pil, oltre a produrre recessione e drammatici effetti sociali, obbliga a nuove stangate per riequilibrare il rapporto deficit – Pil. Così come il Fiscal Compact è una misura criminale che porterà tagli per 45 miliardi l’anno e deve essere rigettato dall’Italia. Dalla crisi si può uscire solo con politiche espansive di intervento pubblico in economia e di riconversione ambientale delle produzioni: per questo, contro la crisi e l’austerità proponiamo un New Deal».

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