Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista e Ramon Mantovani, della Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista, dichiarano:

 

"L'efferato assassinio delle tre militanti kurde a Parigi è l'ennesimo crimine teso ad impedire la soluzione politica del conflitto nel Kurdistan nello stato della Turchia.

Da diversi giorni era in corso una trattativa riservata del governo turco con il Presidente Abdullah Ocalan e, come in almeno altre tre occasioni negli ultimi dieci anni, una parte dei militari e dei partiti nazionalisti turchi, con la complicità politica e probabilmente materiale di servizi d’intelligenza di paesi della NATO, non hanno esitato ad utilizzare metodi terroristici per impedire qualsiasi negoziato che porti al riconoscimento dei diritti elementari del popolo kurdo, alla fine del conflitto armato e alla liberazione di Ocalan.

Se il governo D’Alema avesse a suo tempo concesso l’asilo politico ad Ocalan e lavorato per una soluzione negoziata del conflitto, invece che obbedire supinamente agli ordini dell’amministrazione Clinton, costringendo Ocalan ad abbandonare l’Italia, al popolo kurdo sarebbero stati risparmiati tanti anni di guerra, sofferenze ed ingiustizie, perché al negoziato non c’è alternativa. Chiunque si consideri democratico e amante della pace non può che solidarizzare con il popolo kurdo, che resiste e chiede solo di avere gli stessi diritti di tutte le minoranze nazionali nei paesi dell’Unione Europea".

Massimo Rossi, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, ha dichiarato:

La Federazione della Sinistra aderisce e partecipa alla manifestazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e della conoscenza promossa dalla FP CGIL e dalla FLC CGIL.
Oggi scendere in piazza in difesa dei diritti di lavoratori, pensionati e cittadini è determinante per contrastare la macelleria sociale del governo Berlusconi e delle tecnocrazie europee. Le forze democratiche del Paese devono rispedire al mittente manovre devastanti come quella appena varata e quelle che l'Europa ci impone per il futuro. Va fermato il continuato attacco a stato sociale, scuola, università, enti locali, contratto nazionale che sta solo aumentando disuguaglianze, povertà, disoccupazione. In ballo c'è la vita di milioni di persone, costrette a pagare il prezzo più alto in nome delle regole selvagge del mercato.
È ora di cambiare, è ora di uscire dalla crisi facendo pagare chi l'ha causata. È necessario introdurre la patrimoniale, dimezzare le spese militari, tagliare i costi della casta politica per avviare una redistribuzione del reddito dall'alto verso il basso, per potenziare i servizi pubblici, per combattere la precarietà.

Ufficio Stampa FdS

“Questa sera andrà in discussione in Consiglio Comunale di Sesto San Giovanni il Piano integrato di intervento sulle aree ex Falk e scalo ferroviario. Senza entrare nel merito del piano medesimo, riteniamo sbagliata l’approvazione del piano fino a quando la Magistratura non avrà concluso le inchieste in corso. Riteniamo infatti che la questione morale sia – come sosteneva Berlinguer – “il centro del problema italiano” e che un piano di questa importanza possa essere adottato solo nella piena certezza che nessun interesse privato o comunque illecito possa aver condizionato la definizione dello stesso. Invitiamo per tanto il consigliere comunale di Rifondazione Comunista e tutti gli esponenti dell’attuale maggioranza a non votare il Piano.”

-- Ufficio stampa Prc-SE

Stefano Galieni, responsabile immigrazione del Prc- Fds, ha dichiarato:

"Numerosi parlamentari delle opposizioni hanno varcato oggi i cancelli dei Cie per protestare contro la circolare Maroni che limita l’ingresso in dette strutture.
Ma la protesta contro la libertà di informazione, rispetto a quanto avviene nei centri si è ovviamente trasformata nella constatazione che è il sistema stesso dei Cie, ad essere prossimo al collasso con ripercussioni pericolose per la vita e l’integrità psico fisica di chi vi è trattenuto. Come Rifondazione comunista, vogliamo aspettarci che l’attenzione che oggi si è proiettata su questi luoghi di sospensione del diritto, non solo da parte dei parlamentari ma di giornalisti, esponenti di associazioni democratiche e antirazziste, laiche e religiose, sindacati, forze politiche, non si riveli episodica. L’esistenza stessa di strutture in cui si viene privati della libertà personale senza aver commesso alcun reato va messa in discussione. Se si aprirà una nuova fase nella legislazione in materia di immigrazione, dopo la caduta del governo Berlusconi, questa dovrà avere il coraggio e l’intelligenza di fare i conti con gli errori passati e predisporsi ad una abrogazione della dete nzione amministrativa, inumana, inutile e foriera di oscuri business. Sarà il primo passo verso il riconoscimento di una reale eguaglianza giuridica fra migranti e autoctoni."

--- Ufficio Stampa Prc-Se

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista ha dichiarato:

«Questa mattina, a Basiano, in provincia di Milano, un gruppo di lavoratori stava protestando contro il loro licenziamento e la decisione di sostituirli con altri lavoratori, meno “costosi”: un classico esempio di ricatto attraverso l’occupazione per ridurre i salari. Le forze dell’ordine, invece di garantire il legittimo diritto di protestare, hanno caricato brutalmente i lavoratori provocando una quindicina di feriti. Si tratta dell’ennesimo episodio in cui lavoratori in lotta vengono bastonati dalla polizia. Visto che questo non accade a caso e che il Questore di Milano segue evidentemente le indicazioni che arrivano dal Ministero, è evidente che vi è una diretta responsabilità del governo dei banchieri e dei manganelli in questa scandalosa conduzione dell’ordine pubblico: il problema della disoccupazione e della crisi non può essere ridotto a una questione di “ordine pubblico”, si affrontino e ascoltino le ragioni dei lavoratori».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-FdS, dichiara:

«Oggi, davanti ai monumenti delle principali città italiane, la Federazione della Sinistra ha manifestato con enormi striscioni in cui chiediamo al governo di “tenere giù le mani” dall’articolo 18. È vergognoso che un governo che non ha alcuna legittimazione popolare, che vede il dimezzamento del consenso popolare delle forze che lo sostengono, demolisca la principale conquista del movimento dei lavoratori. È  vergognoso che il PD si presti a questa sporca operazione e addirittura un suo esponente sia relatore del provvedimento. Per questo continueremo nei prossimi giorni le iniziative, con manifestazioni, volantinaggi e presidi per far sentire la nostra voce: i diritti dei lavoratori non sono merce e non possono essere smantellati nel silenzio generale. Serve lo sciopero generale, invece, e  la più larga mobilitazione possibile».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:
«L’ipotesi di aumentare le giornate lavorative, accorpando le festività, rappresenterebbe, dopo l’innalzamento dell’età per andare in pensione, un deciso aumento della disoccupazione. Per uscire dalla crisi serve una riduzione dell’orario di lavoro, non l’aumento. La crisi viene ulteriormente aggravata dalle misure del governo “tecnico” che hanno come unica logica la distruzione dei diritti dei lavoratori e la difesa dei privilegi dei padroni e degli speculatori».

Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:

«Il ministro del Lavoro Elsa Fornero dice che sull’articolo 18 non c’è dogmatismo né ideologia mentre è vero l’esatto contrario: la sua manomissione è frutto di un preciso disegno di chiara ispirazione e matrice neoliberista, che punta alla demolizione dei diritti dei lavoratori. È evidente che si tratta di una scelta politica: usare la crisi come una clava per distruggere diritti acquisiti in anni di lotte. Quanto all’aumento dei salari connesso alla produttività il ministro e il governo dovrebbero rendersi conto che è vero il contrario: più i salari sono bassi e meno le imprese sono incentivate a fare investimenti che aumentino la produttività. Il governo invece dovrebbe fare un piano pubblico per l’occupazione, che è la vera emergenza del paese».

Roberta Fantozzi, responsabile Lavoro di Rifondazione comunista – Federazione della Sinistra, dichiara:

«Il premier continua a raccontare bugie parlando di lavoratori "iper protetti". C’è da chiedersi dove viva. I lavoratori italiani  stanno subendo pesantemente gli effetti della crisi e anche quelli assunti a tempo indeterminato e non colpiti da licenziamenti o cassa integrazione hanno salari da 1200 euro al mese e lavorano un numero di ore annue tra le più alte d’Europa.
Bassi salari e alto numero di ore lavorate, come più in generale la fragilità della struttura produttiva del paese, sono legati ai bassi investimenti in ricerca e sviluppo e all’assenza di politiche industriali. Quelle a cui il governo dovrebbe dedicarsi per impedire che il 2012 sia l’anno della catastrofe occupazionale. Il livello di mistificazione di questo governo è incredibile: come quando si è detto  che con le liberalizzazioni i salari sarebbero cresciuti del 12%!  Il vero obiettivo di Monti è fare fuori l’articolo 18 e tutte le proposte circolanti hanno questo segno, compresa l’ipotesi di togliere i licenziamenti individuali per motivi economici dalla protezione dell’articolo 18. Monti guarda il mondo dalla cittadella delle èlites economiche e finanziarie dominanti. Quelle che con le loro ricette iperliberiste hanno causato la crisi».

Roma, 8 febbraio 2012
Ufficio stampa Prc

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