Di Manlio Dinucci
In soccorso del caccia F-35 scende in campo il generale Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell'aeronautica, che con piglio autoritario bacchetta quei politici e giornalisti «avventuratisi su temi militari con i quali hanno poca dimestichezza». Indubbiamente di aerei da guerra Tricarico se ne intende. Dopo aver comandato le forze aeree italiane che bombardarono la Jugoslavia nel 1999, venne scelto dal presidente del consiglio D'Alema quale consigliere militare, carica che mantenne nei successivi governi Amato e Berlusconi. Nel 2006, venne inviato dal governo Prodi al Pentagono per definire la partecipazione dell'Italia al programma dell'F-35, quale partner di secondo livello, in base al memorandum firmato nel 2002 dall'ammiraglio Giampaolo Di Paola, oggi ministro della difesa. Il nostro eventuale abbandono dell'F-35 - avverte Tricarico - toglierebbe «miliardi di lavoro a una settantina di aziende italiane, dai giganti Finmeccanica e Fincantieri, a molte pmi».