Dal Manifesto del 13 gennaio 2012 di Corrado Oddi*

120113acquanapoliIl governo ha ignorato tutti gli appelli dei movimenti. Ora fa il colpo di mano per esautorare i comuni.
In molti si sono cimentati nella discussione sulla discontinuità o meno del governo Monti rispetto al precedente governo Berlusconi. Molto ci sarebbe da dire in proposito, ma certamente non si sbaglia ad evidenziare come non sia cambiato il metodo di accreditare ipotesi e regolarsi sulla base delle reazioni che esse suscitano. Non si può pensarla diversamente rispetto al fatto che nella giornata di ieri sono girati varie versioni sul presunto testo del decreto legge sulle liberalizzazioni che il governo dovrebbe varare il prossimo 20 gennaio.

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Dal Manifesto del 13 gennaio 2012. Il giuslavorista / ALLEVA: GIÀ OGGI IL 18 SI AGGIRA

120113articolo18«Fin dagli anni Settanta le imprese restano piccole ma si collegano tra loro, per non applicare la tutela. Ricordo i tre fratelli dei flipper»
Antonio Sciotto
«La riforma annunciata non è altro che un regalo ai furbetti, una vera e propria sanatoria». Il giuslavorista Piergiovanni Alleva, da anni nella consulta giuridica della Cgil, smonta la modifica dell'articolo 18 ipotizzata dal governo Monti. Oggi quella tutela non si applica sotto i 15 dipendenti: ebbene, per spingere le imprese a crescere di dimensioni, l'esecutivo vorrebbe permettere che la non applicazione del 18 fosse estesa anche alle piccole aziende che si fondono tra loro, e che pur superando l'asticella dei 16 dipendenti, non vadano però oltre i 50.

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salviRedazionale

Cesare Salvi, che era già intervenuto sulla questione della inammissibilità dei referendum nei mesi scorsi, dà un giudizio severo.

Cosa si può fare adesso?

"La parola ora torna in Parlamento, ma restano due forti ragioni di rammarico."

Quali sono per te i problemi che si presentano ora con questa decisione della Corte?

"La prima cosa è che si siano persi mesi preziosi nell'attesa di una pronuncia che non poteva che essere quella che è stata, come avevo segnalato fin dall'inizio.

La seconda è che si sia creata delusione, e il rischio di un ulteriore sfiducia nei confronti delle istituzioni da parte dei tanti cittadini che avevano aderito all'iniziativa".

Le responsabilità di chi sono?

"La responsabilità non è naturalmente della Corte, ma dei politici che hanno avventatamente avviato un'iniziativa il cui vero scopo era quello, realizzato, di bloccare l'iniziativa avviata con la presentazione di altri quesiti elettorali (Passigli, Sartori, Ferrara, Villone e altri) questi ultimi, sicuramente ammissibili".

E perché avrebbero dovuto bloccarli?

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articolo18di Loris Campetti

Sono accecati dall'ideologia, intrisi di liberismo fino al midollo. Oppure cercano la guerra? La guerra no, pensano di poterla evitare perché sono stati nominati salvatori dell'Italia dalla più alta carica dello Stato, benedetti da un voto bipartisan inedito, forti della paura istillata nella testa della gente che è svegliata di notte dall'incubo del default. Dunque pensano di poter infrangere ogni tabù senza doverne pagare le conseguenze.

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Redazionale

Col governo si tratta, ma c’è un limite che non si può superare: l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, per la Cgil, non si tocca. «Non è negoziabile», scrive il documento approvato l’11 gennaio dal direttivo del sindacato con l’86,5% dei voti (ha preso invece il 13,5% dei voti il testo presentato dalla minoranza interna “La Cgil che vogliamo”). «Siamo seriamente interessati a fare un accordo col governo, ma sarà il merito a decidere», ha dichiarato Susanna Camusso. E il merito, secondo il documento approvato dal parlamentino di Corso d’Italia, è molto preciso.

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