Le scelte compiute dal Governo Monti sono del tutto organiche ad un disegno che utilizza la gravità della crisi attuale per la definitiva affermazione di un modello sociale e politico fondato sulle disuguaglianze , sulla contrazione di diritti e tutele del lavoro, sulla marginalizzazione del ruolo degli organismi della rappresentanza sociale. Con un'illusoria copertura di tecnicità ,si compiono in realtà scelte politiche precise che, invece di affrontare la crisi finanziaria mondiale con la riscrittura delle regole di governance della finanza e con una diversa gestione delle politiche pubbliche di bilancio,riconfermano quella stessa impostazione liberista che è all'origine, come universalmente riconosciuto, della stessa crisi economica di cui subiamo oggi tutte le devastanti conseguenze.

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giovanni_tizianLa politica ha cancellato la parola mafia dal vocabolario pubblico, l'informazione ha finto di non vedere, le associazioni e i movimenti hanno sottovalutato. E invece la mafia al nord c'è, fa affari, è pericolosa, sta dentro i processi economici e sociali. E non vuole essere disturbata.

Così nella civilissima Emilia Romagna può accadere che a Giovanni Tizian, un giornalista precario di 29 anni, impegnato sul fronte antimafia con l'associazione daSud, venga assegnata una scorta. Per il suo lavoro di inchiesta sulle mafie al Nord. Un lavoro coraggioso, vero, che pochi giornalisti fanno. E che tutti dobbiamo difendere.

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gcIl 20 gennaio Roma ospiterà il vertice tra Merkel, Sarkozy e Monti: tre dei maggiori responsabili della speculazione finanziaria sui titoli di Stato europei e quindi della crisi economica che ha investito l'Europa e tutto l'Occidente capitalistico. I Giovani Comunisti aderiscono all'appello lanciato dal segretario del Prc Paolo Ferrero a costruire per il 20 a Roma una manifestazione di protesta contro le politiche dei governi liberisti europei. Questa sarà l'accoglienza che riserveremo agli autorevoli ospiti internazionali del nostro presidente del Consiglio.

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grassiDi Claudio Grassi

Che il governo Monti sarebbe stato una iattura per i lavoratori, i pensionati e i ceti deboli del nostro Paese era ampiamente prevedibile ed era stato da noi ampiamente previsto.

Giova però, a due mesi dal suo insediamento, ribadire una serie di concetti al fine di motivare e dettagliare al meglio la nostra proposta politica.

Il primo elemento che non va dimenticato è che ci troviamo di fronte ad un governo che, per come si è insediato e per la sua composizione, non ha come problema principale quello di preoccuparsi del consenso rispetto alle azioni che compie. Da un punto di vista democratico è una situazione che fa riflettere. Monti e i suoi ministri non rispondono agli elettori, ma hanno il compito di fare quello che altri organismi - anch'essi non legittimati da nessuna verifica democratica (Bce, borse, mercati, istituzioni sovranazionali) - hanno stabilito che il nostro paese debba fare.

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manifestazione_fiomRedazionale

Sotto attacco su più fronti, la Fiom mette in campo la sua risposta: scioperi a gennaio e una manifestazione nazionale a Roma l'11 febbraio. Al comitato centrale del 10 gennaio i metalmeccanici della Cgil hanno stabilito il calendario di lotte dell'anno appena iniziato. C'è la crisi, a partire dall'accordo separato a Fincantieri, con centinaia di imprese in cassa integrazione. C'è la vicenda Fiat, l'estensione del modello Pomigliano a tutto il gruppo e l'esclusione della Fiom dai diritti sindacali. E poi, vanno rispedite al mittente le voci sempre più insistenti di una cancellazione dell'articolo 18. Il sindacato accetta le sfide, e reagisce.

Com'è nello stile Fiom, prima di tutto c'è la democrazia. Ed ecco la proposta di indire un referendum abrogativo dell'accordo di Pomigliano. «In pochi giorni sono state raccolte oltre 10mila firme di lavoratori», ha affermato il segretario della Fiom Maurizio Landini.

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