Intervista a Stefano Rodotà di Luca Telese
«Questi due referendum non hanno un valore simbolico. Sono l’unico modo per riscrivere l’agenda della politica costringendola ad occuparsi dei diritti. Sono un modo per impedire la cosa più grave che sta accadendo: la privatizzazione del diritto del lavoro». Incontro Stefano Rodotà nelle bellissime stanzette della Fondazione Lelio Basso. Rodotà è una specie di Onlus democratica. Saluta gli studenti che frequentano la biblioteca dell’istituto, organizza convegni e semi- nari, entra ed esce dalle scuole («Ho incontrato 10mila studenti», licenzia il suo ultimo libro (Il diritto di avere diritti, splendida frase di Calamandrei, esce a novembre per Laterza) cerca fondi per salvare questo tempio della cultura democratica: «Stanno tagliando tutto, tutto! Ci servono 40mila euro per le riviste e ancora non so dove trovarli».
Professor Rodotà, ancora una volta lei è padre e animatore di una battaglia referendaria.