di Maria Grazia Campari

Sembra giusto definire la legge n. 92/2012, in vigore dal 18 luglio, un controriforma anticostituzionale. Vediamo sinteticamente il perché. Nei suoi primi e fondamentali articoli (1, 4, 35, 36, 38) la Costituzione repubblicana mostra il disegno di attribuire al lavoro la qualità di agente di partecipazione democratica, garante della effettività dei diritti sociali, civili e politici dei cittadini. Il lavoro, quindi, come bene preminente (art. 1) che la Repubblica si incarica di tutelare e rendere effettivo (art.4).

Nella legge 28.6.2012 n. 92 (riforma del mercato del lavoro) si evidenzia l’intento di operare un capovolgimento dei principi costituzionali, attraverso la surrettizia controriforma dei suoi valori cardine.

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di Maria R. Calderoni

Bravi bene bis. E' riuscita bene la Prima Festa Nazionale Di Liberazione Che Non C'e', 18 bei giorni filati di bandiere rosse in alto sul lungomare di Marina di Pisa dove si è svolta. 18 bei giorni di concerti, dibattiti, spettacoli, balli, magliette, libri e tante tante buone cose da mangiare.

La Festa, insomma, come dice la parola stessa: per la Storia (esse maiuscola, notate...), questa di Marina di Pisa è precisamente la 21ma Festa nazionale di Rifondazione comunista e del suo giornale (momentaneamente assente, ma avete presente il cartello "torno subito"?...); una Bella Festa. Per dire, il 21mo successo.

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di Paolo Beni

Non c’è dubbio che la vicenda greca offra indicazioni preziose alla sinistra italiana: sulla possibilità di costruire un’alternativa al paradigma liberista, ma anche sui rischi della frammentazione e sulla necessità di aggregare i diversi sociali attorno ad un progetto di cambiamento.

La crisi greca ci squaderna sotto gli occhi uno spaventoso arretramento dei diritti sociali, civili e politici conquistati in decenni di storia europea. La pretesa di liberare il mercato da ogni vincolo sociale sta cancellando l’universalismo dei diritti che le Costituzioni democratiche del dopoguerra…. avevano sancito come principio irrinunciabile.

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di Sara Nicoli

Alla fine, il Capo ha deciso. Si torna a Forza Italia, allo “spirito del ’94” e anche ai suoi padri fondatori, i Martino, i Dell’Utri, gli Scajola. Silvio Berlusconi, parlando come di consueto ai giornali stranieri perché di quelli italiani non si è mai fidato (a cominciare dal “suo”) ha svelato che la macchina da guerra della sua propaganda sta lavorando da mesi solo per tornare all’antico. L’annuncio vero ci sarà proprio oggi, a Villa Germetto, dove Berlusconi ha convocato un consesso di economisti (pare ci sia anche un premio Nobel di cui, però, si ignora il nome) per dare concretezza a quello che dovrebbe diventare la sua proposta politica in vista delle elezioni 2013.

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di David Bidussa

Nel febbraio 1794 Robespierre avverte l’affanno del suo governo, sente che il Paese è in preda ai miasmi di un conflitto interno lacerante, percepisce che la partita tante volte giocata e vinta negli ultimi 16 mesi (prima con la storica battaglia di Valmy nel settembre 1792, poi nella discussione sul destino del Re di Francia, infine nella battaglia interna prima in Vandea e poi a Tolone nel 1793), non è finita. Occorre rinnovare il senso di una missione politica, insistere sul fine a cui tendere, motivare di nuovo un’opinione pubblica distratta, lacerata dalle divisioni, smarrita nelle proprie incertezze. Alla fine tiepida rispetto ai duri compiti dell’ora.

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