Nel riordino della disciplina ambientale, il TUA ha rielaborato anche la disciplina bonifica dei siti contaminati, abrogando l’art. 17, D.Lgs. n. 22/1997 (cosiddetto “decreto Ronchi”) e le sue norme applicative, D.M. n. 471/1999.
Con il decreto Ronchi furono fissati i valori limite per gli inquinanti, scandite le varie fasi del procedimento, attribuite le competenze e stabilite le regole tecniche.

La dispensa ricostruisce l’evoluzione della discussione e delle leggi attorno alle bonifiche e i casi di applicazione.

LA BONIFICA E LA RIPARAZIONE DEL DANNO AMBIENTALE

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La Corte di giustizia europea ha giustamente condannato l'Italia per violazione della direttiva sulla qualità aria. Si tratta di una bocciatura senza appello per i governi nazionali e regionali. Le classi dirigenti di questo paese andrebbero processate sul piano penale visto che, secondo l'autorevole rivista scientifica internazionale The Lancet, nel 2016 eravamo (e probabilmente lo siamo rimasti) primi in Europa e undicesimi al mondo per decessi dovuti al PM10, con la perdita precoce di 45.600 vite umane all'anno.

Una strage che la nostra classe dirigente - politica ed economica - fa finta di ignorare.

Sul PM10 di fatto sono tutti negazionisti.

Come definire un paese che in aree strategiche e sovrappopolate continua a registrare nell'aria una concentrazione di PM10 sistematicamente sopra i limiti dal 2008 al 2017 violando in maniera sistematica e continuata i valori limite UE?

E ha ragione la Corte di Giustizia Ue quando dichiara che l'Italia non ha adottato misure adeguate per garantire il rispetto dei valori limite.

L'elenco delle aree fuorilegge riguarda Roma, Napoli, Milano, Brescia, Bergamo e la pianura lombarda, tanta parte del Veneto, Torino, Palermo, aree vaste dell'Emilia Romagna e della Toscana.

E' un modello di sviluppo cancerogeno che viene interpellato in un paese in cui si continuano a costruire bretelle autostradali e a consumare suolo con un'interminabile sprawl e disordine insediativo.

Tutto questo accade perché le forze politiche sono verdi solo a chiacchiere ma entrambe le coalizioni sono subalterne a interessi economici e a logiche che mettono il profitto e la rendita al di sopra del diritto alla salute. Non c'è solo un problema culturale di incapacità progettuale e di sviluppismo, c'è la concreta propensione ad assecondare interessi capitalistici che sono ben rappresentati anche nell'informazione.

In Italia c'è bisogno di un polo rossoverde del "popolo inquinato" e sfruttato.

L'ecologia non è un lusso e non può essere un fiorellino sul bavero della giacca di chi governa al servizio del partito trasversale dello smog e del cemento.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale,
Elena Mazzoni, responsabile ambiente,
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra europea

- Sentenza Corte di Giustizia

- Zone sforamento PM10

inqui10

Il nostro Paese, già devastato dal punto di vista ambientale, climatico, sanitario e sociale, continua ad essere preda di politiche estrattiviste, portate avanti con logiche padronali che ampliano il conflitto fra lavoratori e cittadini con il ricatto occupazionale.

Rifiutiamo la contrapposizione tra Ambiente e Lavoro che in realtà tende a occultare l'attacco a entrambi da parte di un modello economico fondato sulla logica del profitto. Difendiamo ambiente e lavoro - non qualsiasi lavoro ma i diritti di chi lavora - partendo dalle zone più fragili e soggette a ricatto, esercitare conflitto e discussione, lotta e proposta e passare all’attacco proponendo con forza le nostre soluzioni sostenibili, quelle uscite dall’assemblea di Marghera nell’ambito della seconda edizione del Climate Change Camp di Venezia.

Il Partito della Rifondazione Comunista, da sempre attivo dentro le vertenze ambientali è stato presente in tutte le tappe della Campagna "Per il Clima, fuori dal Fossile!", eravamo il 4 a Civitavecchia come nella "Carovana No Hab del Gas di questa estate terminata a Sulmona. Insieme lottando per la conversione ecologica, contro trivelle e uso di idrocarburi in Italia, contro le multinazionali predatorie di diritti e territori, che inquinano e sfruttano indisturbate, con la complicità dei governi e delle politiche europee falsamente Green. Aderiamo e parteciperemo alla due giorni di mobilitazione organizzata dalla Rete fuori dal fossile e dal Movimento No Tap di Brindisi.

Saremo presenti, sabato 24 alle 15:00, al sit-in di lotta e presidio fuori la centrale Enel di Cerano e collegati via web all’Assemblea nazionale di domenica 25.

Rafforziamo la Campagna “Per il clima, fuori dal fossile”, affinché diventi punto di riferimento nazionale e internazionale sui temi dell’abbandono del fossile e di contrasto ai cambiamenti climatici.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Elena Mazzoni, Responsabile Nazionale Ambiente
Nicola Cesaria, segretario regionale
Partito Rifondazione Comunista -Sinistra Europea

Alla Festa di Rifondazione di Padova parliamo dei conflitti ambientali che caratterizzeranno l'autunno 2020 con Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente PRC-Sinistra Europea, Mattia Dona del OpzioneZero. Modera Gabriele Zanella.

Il Parlamento di Cipro ha bocciato la ratifica del CETA, il trattato di libero commercio contestato da tantissime organizzazioni sociali e di categoria del nostro paese per l'impatto devastante che avrebbe su agricoltura, ambiente, salute, lavoro, servizi. Alla campagna #StopCeta oltre a Rifondazione Comunista hanno aderito prima delle elezioni tanti partiti presenti in parlamento: da LeU alla Lega, da FdI al M5S.
Noi auspichiamo che l'Italia abbia la dignità di fare come Cipro. Il Parlamento italiano dirà no al Ceta o si rimangeranno anche questo impegno?

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Elena Mazzoni, responsabile ambiente
Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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