A 10 anni dal referendum, no alle privatizzazioni, per un Recovery Plan dei diritti e per un futuro ecocompatibile 10 anni fa una coalizione ampia e determinata ha sancito una vittoria storica nel nostro Paese: con 27 milioni di Sì ai referendum su acqua, servizi pubblici e nucleare abbiamo costretto ad un passo indietro chi per decenni ha imposto privatizzazioni e estrattivismo. 10 anni dopo, in piena pandemia, quella vittoria basata sulla difesa dei beni comuni e sull’affermazione dei diritti di tutt? sui profitti di pochi, ha un significato ancora più attuale. Da dicembre 2020 l’acqua, al pari di una qualsiasi altra merce, è stata quotata in Borsa. Un passaggio epocale che apre alla speculazione dei grandi capitali e alla emarginazione di territori, popolazioni e costituisce una grave minaccia ai diritti umani fondamentali.

Inoltre, la cosiddetta “riforma” del settore idrico contenuta nel Recovery Plan, così come aggiornato dal governo Draghi, punta ad un sostanziale obbligo alla privatizzazione, in particolare nel Mezzogiorno. L’attuale versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza risulta in “perfetta” continuità con l’azione dei governi precedenti tesa a disconoscere e tentare di cancellare l’esito referendario: un ulteriore incentivo verso la gestione mercantile dei beni comuni, un evidente vulnus democratico per il mancato rispetto della volontà popolare. E' una risposta del tutto errata alla crisi sindemica, riproponendo le stesse ricette che hanno contribuito a crearla. La crisi ecosistemica, climatica, economica, sociale e l’emergenza sanitaria impongono una radicale inversione di rotta che metta al centro la tutela dei beni comuni in quanto elementi fondanti le comunità e la società, che garantisca una reale transizione ecologica, un'efficace azione di contrasto ai cambiamenti climatici e una fuoriuscita dai combustibili fossili e che garantisca a tutt? i diritti fondamentali, a partire dal diritto all'accesso all'acqua, dal diritto alla salute, dal diritto ad un ambiente salubre, dal diritto ad un lavoro sicuro e non precario, dal diritto alla casa per uscire finalmente dall’emergenza abitativa.

Oggi più di ieri è importante riaffermare il valore universale dell'acqua come bene comune e la necessità di una sua gestione pubblica e partecipativa come argine alla messa sul mercato dei nostri territori e delle nostre vite, contrastare il rilancio dei processi di privatizzazione attuato mediante il PNRR e le riforme che lo accompagneranno. Chiediamo di completare con il “deposito nazionale” il recesso da ciclo nucleare risolvendo in modo razionale e partecipato con le comunità locali l'eredità radioattiva di una stagione infausta. Denunciamo l'ipotesi di rilancio del nucleare sotto ogni forma sia per la produzione di energia elettrica che della filiera dell’ idrogeno.

Continuiamo a batterci contro il nucleare civile e militare in ogni sede europea e internazionale. Per rilanciare con forza e rimettere al centro del dibattito pubblico i temi paradigmatici e fortemente attuali emersi dalla campagna referendaria di 10 anni fa è stata organizzata un grande mobilitazione che si sviluppa tanto a livello locale quanto a livello nazionale secondo il seguente schema.

iniziative diffuse sui territori;

Promuove: Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Aderiscono: ISDE Italia – Medici per l’Ambiente; Associazione Costituzione Beni Comuni di Milano; WWF Italia; Movimento Consumatori; Medicina Democratica Onlus; CCA dbr Coordinamento dei Comitati e delle associazioni per la depurazione, le bonifiche e la ripubblicizzazione del servizio idrico di Massa Carrara; Associazione per i Diritti dei Cittadini ADiC Toscana Aps; Partito della Rifondazione Comunista; Giuristi Democratici; Associazione Laudato Sì; ARCI; Unione Sindacale di Base – USB; Legambiente; Movimento per il diritto all’abitare.

acqua10

Care compagne e cari compagni,
nel pomeriggio di sabato 12 giugno si terrà, alle ore 15.30 a Piazza dell’Esquilino a Roma, la manifestazione nazionale Beni comuni, acqua e nucleare: indietro non si torna! A 10 anni dal referendum, no alle privatizzazioni, per un Recovery Plan dei diritti e per un futuro ecocompatibile.

Siamo state e stati fondatori, fondatrici, animatori, animatrici e fulcro della battaglia referendaria, svolgendo un ruolo centrale nel Comitato Nazionale e nelle sue diramazioni territoriali, senza mai risparmiare il nostro impegno in questi 10 anni.

Eravamo parte, 10 anni fa, della coalizione che ha portato 27 milioni di Sì ai referendum su acqua, servizi pubblici e nucleare ma in questi 10 anni, nonostante i nostri ripetuti segnali di allarme e le nostre denunce, tutti i governi che si sono succeduti, hanno disatteso quel voto

La crisi sindemica impone una radicale inversione di rotta che metta al centro la tutela dei beni comuni in quanto elementi fondanti le comunità e la società, che garantisca una reale transizione ecologica, un'efficace azione di contrasto ai cambiamenti climatici e una fuoriuscita dai combustibili fossili e che garantisca a tutt? i diritti fondamentali, a partire dal diritto all'accesso all'acqua, dal diritto alla salute, dal diritto ad un ambiente salubre, dal diritto ad un lavoro sicuro e non precario, dal diritto all’istruzione, dal diritto alla casa per uscire finalmente dall’emergenza abitativa.

Oggi più che mai l’acqua deve essere bene comune universale, pubblico e a gestione partecipata.

Per rilanciare con forza il nostro ruolo protagonista, e la nostra visione di pubblico e bene comune, dobbiamo essere tutt? alla manifestazione nazionale di sabato 12 giugno a Roma, contattando le strutture locali che stanno organizzando i trasporti verso Roma e che trovate qui https://www.acquabenecomune.org/chi-siamo/contatti

Nei giorni precedenti e successivi al 12 giugno si svolgeranno inoltre iniziative territoriali, ai quali siete invitat? a partecipare e magari anche ad organizzarne dove manchino, che potete trovare al questo link in continuo aggiornamento https://www.acquabenecomune.org/notizie/nazionali/4080-iniziative-locali-per-il-decennale-del-referendum-beni-comuni-acqua-e-nucleare-indietro-non-si-torna

Sul sito del Forum https://www.acquabenecomune.org trovate l’appello e, a partire dal pomeriggio del 7 giugno, l’elenco di tutte le realtà aderenti.

In allegato a questa comunicazione trovate la grafica per i social ed il volantino dedicato alla vertenza acqua pubblica e beni comuni.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Elena Mazzoni, segreteria nazionale, responsabile Ambiente PRC-SE

allegati

Domani, 5 giugno 2021, verrà depositata la prima causa climatica contro lo stato italiano, per il mancato rispetto dei vincoli climatici presenti negli accordi che lui stesso ha sottoscritto, in cui attiviste ed attivisti ambientali italiani si sono costituiti, come noi, parte civile in rappresentanza delle proprie organizzazioni e realtà.

Non chiediamo risarcimenti economici ma che lo Stato si assuma le proprie responsabilità verso il Pianeta e le generazioni future.

Alle ore 10 a Roma, in Piazza Montecitorio, ci sarà un flash mob per annunciare la notifica dell'atto di citazione della causa e alle 11, in Piazza Montecitorio 131, alla Sala Capranichetta dell'Hotel Nazionale, l'evento di presentazione con la stampa.

Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente Partito della Rifondazione Comunista

Il Partito della Rifondazione Comunista sostiene la lotta dei movimenti contro i pesticidi e aderisce alla Giornata Stop Pesticidi che si terrà domani.
Parteciperemo con molti compagni e circoli alle varie articolazioni della marcia Stop Pesticidi che si terranno a Follina (TV), Verona, Bolzano, San Vito al Tagliamento.
È urgente ricondurre rigorosamente l'ambito agroalimentare al rispetto dell'ambiente, della riproduzione e della salute umana e animale. Va bandito l'utilizzo della chimica di sintesi, di erbicidi e fitofarmaci; va eliminata la prassi delle monocolture intensive; ed è necessaria una riconversione decisa al biologico.
Le ricadute sociali e sanitarie di questo modello produttivo nelle varie forme - tossicità riproduttiva, neoplasie, patologie endocrine - e l'incidenza pesantissima di questo modello nella pandemia in atto, ci impongono un cambiamento radicale ed epocale, incompatibile con il capitalismo e con lo sfruttamento della persona e della natura.
Invitiamo a firmare l'iniziativa europea dei cittadini Salviamo api e agricoltori https://www.savebeesandfarmers.eu/ita

Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

tutte le informazioni sulla marcia: https://www.marciastoppesticidi.it/

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Chiediamo ai sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, quanto sia coerente la scelta di ENI come main sponsor del concertone del 1 maggio con il loro sostegno alla piattaforma per la giustizia climatica e per una transizione verde dell'economia.
La stessa Eni a cui nel PNRR del governo si spalanca la porta per l'idrogeno blu prodotto da gas e usando tecniche rischiose e costose come il Carbon Capture and Storage.
Le organizzazioni delle lavoratrici e dei lavoratori dovrebbero essere alla testa della lotta per un vero Green New Deal, coerente negli obiettivi ambientali e sociali.
Stop al ricatto ambiente-lavoro, le organizzazioni sindacali non ne siano complici.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista
Elena Mazzoni, responsabile nazionale ambiente Rifondazione Comunista-Sinistra Europea

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