di Romina Velchi

L’Italia dei Valori non regge l’urto dell’onda grillina: il partito di Di Pietro è una delle prime illustri vittime del comico genovese. Che all’amico ex magistrato rende l’onore delle armi, ma al quale è deciso a soffiargli voti e seggi in parlamento. Di Pietro oscilla (anche sotto l’effetto dell’inchiesta di Report), ma resiste. Anche se per fare cosa non è del tutto chiaro.
L’aver assicurato che il partito non sarà sciolto e non ci sarà alcuna alleanza con il M5S (se non altro per l’indisponibilità manifestata dallo stesso Grillo) non ha evitato la prima grave scissione, che rischia di lasciare il partito senza gruppo alla Camera: Massimo Donadi e Nello Formisano si sono dimessi dal partito.

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di Lorenzo Mauro

Oggi potrebbe essere stata messa la parola fine a qualsiasi ipotesi di alleanza che veda insieme Pd e Idv. Sono sempre di meno coloro che assicurano che, nonostante le apparenze, l’accordo tra Bersani e Di Pietro resta in piedi. Le evidenze, in tal senso, superano le indiscrezioni e le proiezioni. Tonino sta continuando nell’attacco diretto e negli ultimi giorni ha come bersaglio non tanto i democratici, quanto più il presidente della Repubblica.
E siccome Napolitano oggi ha ricordato urbi et orbi che il destino della legislatura resta nelle sue mani, è facile immaginare che ogni decisione verrà accompagnata da qualche consiglio interessato sullo scenario politico futuro.

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"La Fds del Lazio è pronta a ritirare i propri rappresentanti dal Consiglio regionale, consapevole però, come le forze che hanno promosso l’iniziativa delle dimissioni, dell’estrema difficoltà di raggiungere il numero necessario per lo scioglimento del consiglio. La Fds tiene a precisare di non essere presente nell’ufficio di presidenza, dove la minoranza è rappresentata solo da Pd e Idv, e che ha votato all’unanimità la delibera di aumento dei contributi per l’attività dei gruppi.

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di rassegna.it

Le pensioni sono e restano la 'grande paura' degli italiani che per l'81% 'boccia' l'attuale sistema di previdenza. Un timore che nell'ultimo anno e' diventato piu' pressante se in 12 mesi la valutazione negativa ha subito un balzo di 25 punti percentuali, dato di gran lunga superiore a quello medio europeo che si attesta sul 2%. E' questa la fotografia scattata dal Censis, che riprende un'indagine Eurobarometro, nel suo 46° rapporto presentato oggi.

Un timore che guarda al passato, al presente e soprattutto al futuro e che trova la sua sintesi nella paura di essere "condannati" a pensioni basse.

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di Riccardo Chiari 

Le 105 assemblee organizzate in questi giorni da un capo all’altro della penisola sono una dimostrazione pratica che la campagna «Cambiare si può» potrebbe contribuire alla costituzione di un Quarto Polo. Alternativo «all’agenda Monti ma anche alla agenda Bersani». Pronto a correre in solitaria, nel tentativo di conquistare quel milione e mezzo di voti necessari per superare lo sbarramento del 4% ed essere rappresentato nella nuova legislatura. «Avere un gruppo di parlamentari avrebbe una importanza enorme – sottolinea Lorenzo Guadagnucci, introducendo l’incontro fiorentino – perché darebbe voce a una grande forza sociale e culturale che esiste nel paese.

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di Luca Fazio

Non è un corteo, forse è qualcosa di più. E non è solo questione di numeri o di masse oceaniche che sfilano. «Dobbiamo dare voce al mondo del lavoro che appare invisibile, costretto a mettere a rischio se stesso perché il governo lo ignora», dice Susanna Camusso per spiegare le ragioni di questo strano happening che per tutta la giornata trasformerà piazza San Giovanni in un luogo aperto dove il lavoro cercherà di tornare protagonista (ore 10,30-17,30).
Sul palco, prima e dopo l'intervento del segretario generale della Cgil (alle 16), si alternano delegati sindacali, attori, lavoratori, precari e artisti, tra cui Eugenio Finardi; a rappresentare il «villaggio del lavoro», tutt'intorno sono stati allestiti trenta stand regionali per evidenziare come la crisi abbia già lacerato il tessuto produttivo del paese (e troverete anche un banchetto de il manifesto).

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di Alfonso Gianni

Quando Bersani all’inizio dell’estate disse che spettava a lui unire il campo dei progressisti e dei democratici, mentre affidava a Casini il compito di raccogliere i moderati, apparvero ben chiare tre cose. La prima era che il Pd si poneva saldamente al comando di uno schieramento fortemente contrassegnato dal suo pensiero politico, più che di una coalizione di forze diverse e con pari dignità. La qual cosa è poi effettivamente avvenuta, al punto che la Carta di Intenti è assai simile a quella originale del Pd e  il nome sinistra è scomparso persino nella sua accezione più lieve, quella che si accompagna, separata dal solo trattino, a centro.

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di Marco Giustini

Sono sette anni che in modalità differenti faccio parte di quello che è ora il Movimento Cinque Stelle. Da cinque sono l'unico consigliere eletto a Roma, dopo che tutti gli eletti nel 2008 sono passati ai partiti della casta.
In questi anni ho tentato di essere uno strumento al servizio dei cittadini che mi hanno eletto in nome di Beppe Grillo, dei cittadini di Roma ed in particolare dei 140.000 abitanti del Municipio XVI in cui sono stato eletto consigliere. Ho combattuto per la difesa dei beni comuni, l'acqua, l'aria, la terra. Sono state tante le battaglie di questi cinque anni.

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di Roberto D'Andrea

La presentazione del disegno di legge sul mercato del lavoro ha chiarito che non solo lo scambio era inaccettabile, ma che questo non sussiste. Vengono smontate le tutele contro i licenziamenti ingiustificati attraverso l'indebolimento dell'articolo 18. Diminuiscono gli ammortizzatori sociali per chi è dipendente, e si continuano ad escludere i precari.

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