di Davide Falcioni

Lo scorso autunno ho fatto l'operaio. Avevo bisogno urgente di soldi in vista di un lungo trasferimento in Francia e così abbandonai tutte le collaborazioni giornalistiche, poco retribuite e piuttosto scostanti. Era settembre, periodo di vendemmia. Mi presentai in un'importante cantina della mia zona, nelle Marche, chiedendo di essere preso a lavorare. Accettarono. Avevano bisogno di manodopera e io, nonostante fossi inesperto, facevo al caso loro.

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di Loris Campetti

Ha proprio ragione Susanna Camusso. La segretaria della Cgil ha detto che per fare una politica come quella che sta impoverendo il paese non c'era bisogno dei professori. E ha aggiunto che questa politica bisogna combatterla. Quali armi ha un sindacato per cercare di ribaltare la logica che impone il primato della finanza e preferisce la tassa sul macinato a una seria patrimoniale per recuperare i soldi necessari a riempire le borse degli esattori europei, meglio sarebbe per dare al paese un futuro di lavoro socialmente e ambientalmente sostenibile? Da che mondo è mondo, la prima arma è lo sciopero generale. Difficile incidere sulle scelte politiche limitandosi a un happening a S.Giovanni; difficile, senza mettere in moto un movimento di lotta, far entrare in testa a chi si propone alla guida del paese, magari in alternativa a Berlusconi e in «discontinuità» con Monti, lo slogan di ieri: il lavoro prima di tutto.

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La Sicilia vive uno  dei momenti più drammatici della sua storia. Il cuffarismo e il lombardismo ne hanno decretato la bancarotta economica, il degrado morale e civile, la frantumazione sociale, il crollo degli assetti produttivi.
E’ necessario dare da subito una risposta credibile alle domande di cambiamento al lavoro che vengono avanti dai territori a difesa dei beni comuni, del diritto al lavoro, e contro il riproporsi dei meccanismi di accumulazione mafiosa. Occorre non solo evitare che la disperazione sociale imbocchi le strade del clientelismo, del qualunquismo, del ribellismo, dell’antipolitica. Serve che essa si trasformi in una grande risposta di massa per battere l’egemonia di Confindustria Sicilia e la subalternità neocorporativa dei gruppi dirigenti sindacali.

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di Rassegna.it

Dopo avere occupato per alcune ore la stazione ferroviaria di Palermo i lavoratori della Gesip, la società di servizi del comune, si sono riversati sulle strade del centro, fino a piazza Pretoria, davanti al municipio. Altissima la tensione con le forze dell’ordine e con gli automobilisti bloccati nelle arterie stradali. La polizia, in un clima di scontri, ha faticato tantissimo per contenere la rabbia dei lavoratori,
La protesta dei lavoratori era iniziata nell primo pomeriggio, quando un gruppo di lavoratori dell’azienda ha occupato i binari della stazione centrale, creando forti disagi alla circolazione ferroviaria, con il blocco e la soppressione dei convogli. La stazione è blindata dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa, mentre i lavoratori gridando slogan e sbattono spranghe di ferro contro i binari.

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di Paul Krugman

“Il tempo giusto per le misure di austerità è durante un boom, non durante la depressione”. Questo dichiarava John Maynard Keynes 75 anni fa, ed aveva ragione. Anche in presenza di un problema di deficit a lungo termine (e chi non ce l’ha?), tagliare le spese quando l’economia è profondamente depressa è una strategia di auto-sconfitta, perché non fa altro che ingrandire la depressione.
Allora come mai la Gran Bretagna (e l’Italia, la Grecia, la Spagna, ecc. NDR) sta facendo esattamente quello che non dovrebbe fare? Al contrario di paesi come la Spagna, o la California, il governo britannico può indebitarsi liberamente, a tassi storicamente bassi.

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di Luisa Betti

Ancora una e un'altra ancora. Soltanto nelle ultime settimane a Tivoli Andrej Scirpcariu, appena 23 anni, ha sgozzato la sua ex (sempre di 23 anni), Claudia Bianca Benca, in macchina davanti al figlio di due anni; a Brusciano, in provincia di Napoli, Salvatore Velotto, 35enne, ha ucciso la moglie, Vincenza Zullo di 33 anni, con un colpo di pisola in faccia;

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di Federico Mello

Ci sono le donne, tante e giovani. C’è il leader No Tav, la sorella di Giancarlo Cancelleri, il fedelissimo di Casaleggio. Non ci sono invece i militanti che avevano fatto sbellicare i navigatori online con video casarecci e un po’ ingenui. Ci sono invece le polemiche, per la mancanza di trasparenza e per la massa striminzita dei partecipanti; ma c’è anche la soddisfazione di molti “storici ” che ripetono su Facebook: poteva andare peggio. Cala il sipario sulle Parlamentarie e nonostante l’esultanza di rito («è il primo movimento o partito politico nel mondo a eleggere i suoi rappresentanti in Parlamento attraverso Internet, questo mentre in Italia non esiste neppure il voto di preferenza » scrive Grillo sul blog) il giudizio su queste primarie elettriche non può risultare netto: un ventaglio di facce belle e pulite si intreccia con tutti i dubbi della democrazia diretta tramite blog.

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di Raffaele K Salinari

I tamburi di guerra in Mali rischiano di cancellare una straordinaria storia di partecipazione e di mobilitazione civile che, qualche anno or sono, aveva posto le condizioni per una soluzione radicalmente diversa della questione Tuareg e, dunque, di una parte importante dei problemi che oggi affronta il Sahel. Una storia che ancora esiste e che va sostenuta proprio in questo periodo in cui il solo rumore è quello delle armi. Mi riferisco a ciò che si creò intorno al Forum Sociale Mondiale di Bamako, nel lontanissimo 2006.

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di Anna Maria Bruni

Prima vittoria per il Comitato Articolo 33 di Bologna. Dopo due mesi di attesa, il Comitato dei garanti del comune ha dato il via libera alla consultazione popolare sulla destinazione dei finanziamenti comunali per la scuole d'infanzia. Il quesito giudicato ammissibile chiederà ai bolognesi se ritengono che i finanziamenti debbano essere destinati alle scuole pubbliche o a quelle private.
Il Comitato dei garanti ha deciso a maggioranza sul quesito referendario approvato. Un unico voto contrario, quello del giurista Antonio Carullo, che si schierò contro anche nel primo tentativo presentato poco più di un anno fa. In quell'occasione però mancava il consiglio comunale a seguito del commissariamento della città, ma successivamente al ricorso dei referendari i quesiti furono giudicati inammissibili.

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