di Simone Perotti

Non andrò a votare alle primarie perché non so se il Pd è favorevole o contrario: alle coppie difatto; alla ricerca sulle cellule staminali; al nucleare; alla possibilità per i gay di avere figli;all’eutanasia; alla brusca svolta verso le energie rinnovabili di cui abbiamo bisogno urgente; a investire il 10% del Pil in scuola, università e ricerca scientifica; a un serio progetto di riduzione dell’orario di lavoro ma lavorando tutti; al tetto ai superstipendi. Non so queste cose e neppure molte altre, che invece dovrei sapere. Almeno per farmi un’idea e poi, semmai, votare.

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di Nicola Nicolosi

I prossimi giorni saranno difficili e non possiamo escludere polemiche in merito alla nostra presenza nel comitato promotore dei due referendum sul lavoro.
La nostra posizione su questi temi è radicata da sempre nella storia rivendicativa della Cgil e nella conquista del diritto del lavoro nel secolo scorso. La nozione di civiltà giuridica - scritta con lo Statuto dei lavoratori nel 1970 e dopo trent'anni di dibattiti - che non si può licenziare un lavoratore senza giusta causa e giustificato motivo, è stata cancellata con la cosiddetta riforma del mercato del lavoro.
Le fratture nel diritto lavorativo determinate dal governo di centrodestra di Berlusconi prima, e dal governo Monti poi, non hanno mai avuto il consenso mio e di Lavoro Società.
Coerentemente, lavoreremo nei prossimi tre mesi per raccogliere firme sui due quesiti, per l'abrogaizone dell'art. 8 della manovra di agosto 2011 e delle modifiche all'art. 18 Statuto dei lavoratori apportate con la controriforma Fornero.

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di John Pilger

La minaccia del governo britannico di irrompere nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra e trascinare via Julian Assange assume un significato storico. David Cameron, già uomo di pubbliche relazioni per un truffatore dell’industria televisiva e venditore di armi ad emirati, è sul punto di disonorare le convenzioni internazionali che hanno protetto i cittadini britannici nelle zone calde del pianeta. Proprio come l'invasione dell’Iraq da parte di Tony Blair ha portato direttamente agli atti di terrorismo registrati a Londra il 7 luglio 2005, così Cameron e il Ministro degli Esteri William Hague hanno compromesso la sicurezza dei cittadini britannici in tutto il mondo.

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di Maria R. Calderoni

Falso. Vi dicono che la crisi è il problema del debito pubblico? Falso. Vi dicono che facendo i tagli si esce dalla crisi? Falso. Vi dicono che riducendo salari e diritti si esce dalla crisi? Falso.
Tutto quello che vorreste sapere sulla crisi e nessuno vi ha mai detto, qui lo trovate. In questo libro di Paolo Ferrero fresco di stampa - "Pigs!", DeriveApprodi, pag. 210, euro 12 - molto eloquente già a partire dal titolo (notate il punto esclamativo...), corredato da quattro facce "emblematiche", Monti Merkel Fornero Draghi... Sì, un libro di contro-informazione. Se volete, un manuale di autodifesa, potete tenerlo come libro da comodino, pronto all'uso.

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di Martina Castigliani

“Il Pd è il nostro partito e siamo qui per lavorare per il Pd, certo però fino a che rimane quel progetto, perchè se si prendono altre strade e si sceglie l’alleanza con Casini, allora non è più colpa mia”. Parole dure quelle di Pippo Civati, consigliere della Regione Lombardia e leader dei rottamatori del partito che si incontrano questo weekend ad Albinea, vicino a Reggio Emilia, nella due giorni chiamata Prossima Italia.

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Di Marco D'Eramo

I laburisti hanno fatto enormi progressi, mentre i partiti al governo, conservatori e liberaldemocratici (Libdem), hanno subito rudi disfatte: eppure il quadro è meno netto di quanto possa sembrare. Si votava per rieleggere 181 consigli comunali in Gran Bretagna, in palio circa 5.000 seggi.

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di Roberto Romano

Sul manifesto di luglio avevo scritto: «L'Italia ha subito 5 manovre correttive, maggiori entrate e tagli alla spesa pubblica, tra il 2011 e il 2012, per un ammontare complessivo che sfiora i 120 miliardi di euro, al netto del fiscal compact e dell'euro plus che costringerà il paese a delle misure (correttive) tra i 35-45 mld di euro. Le previsioni di crescita del Paese sono sicuramente condizionate dal contesto internazionale e, in particolare, europeo, ma le stime di crescita sono in qualche misura coerenti con il taglio della spesa pubblica e la riduzione del reddito delle famiglie via incremento della pressione fiscale.

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di Fabio Marcelli

Va dato atto a La  Stampa di aver pubblicato un riferimento, sabato 25 agosto, a uno studio effettuato nell’ambito del Fondo monetario internazionale che va decisamente controcorrente. Da tale studio si evince infatti, in termini crudamente matematici, che “per ogni euro di taglio alla spesa se ne perdono, nel primo anno, tra 1,6  e 2,6 di prodotto interno lordo, mentre per ogni euro di aumento delle tasse se ne sacrificano molti meno, tra o,16 e 0,35″. Pertanto, anche assumendo come riferimento il più classico e per molti versi discutibile dei parametri economici, cioè il pil, la conclusione, secondo i tre studiosi, Nicoletta Batini, Giovanni Callegari e Giovanni Melina, è che “bisognerebbe dare priorità agli aumenti delle tasse” e in particolare  ”se gli aggiustamenti avvengono durante periodi di recessione e prediligono riduzioni della spesa pubblica e degli investimenti, dovrebbero essere graduali e morbide e accompagnati da aumenti delle tasse, dato che, se l’aggiustamento è basato “più sugli incrementi delle tasse che sui tagli della spesa, ed è graduale, il debito cala di più e l’effetto sull’economia è meno negativo”.

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di Federico Mello

Sono passate due settimane dall’elezione a furor di popolo di Federico Pizzarotti a Parma. Il primo sindaco “a 5 Stelle”, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, è al lavoro giorno e notte per capire il funzionamento della macchina amministrativa. E’ sempre in comune, incontra gente, fa le ore piccole e soprattutto, lavora alla nuova giunta.

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