Intervista a Luigi De Magistris
di Giacomo Russo Spena

«Non mi interessano le primarie. Chiedo a Vendola, Di Pietro, Ferrero una scelta coraggiosa: rompere gli indugi per costruire un’alternativa al montismo e al liberismo. Successivamente aprire un confronto programmatico col Pd, col suo variegato popolo». Fermo e deciso sulla linea da intraprendere. Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris è pronto a dare il suo contributo alla costruzione di un nuovo centrosinistra: «Entro fine mese presenterò il manifesto del mio movimento arancione».

Sindaco, partiamo proprio da qui. A che punto siamo col suo soggetto politico?

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di Vittorio Bonanni

Antonio Ingroia non ha certo bisogno di presentazioni. Già pm presso la Procura di Palermo e in prima linea nella battaglia contro quello Stato infedele accusato di aver trattato occultamente con la mafia, è ora uno dei protagonisti della campagna elettorale con la sua lista Rivoluzione Civile, sostenuta da movimenti come “Cambiare si può” nella stragrande maggioranza dei suoi aderenti, da altre realtà di base e dall’ampia ma frammentata galassia dei partiti della sinistra antagonista, come Rifondazione comunista, il Pdci, l’Italia dei Valori e i Verdi. Sono ore febbrili per l’ex pm, ore in cui si sta velocemente decidendo la composizione delle liste e dunque non è stato facile trovare il tempo per parlare con lui. Lo abbiamo bloccato telefonicamente tra un impegno e un altro.

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Intervista a Gianni Rinaldini
di Loris Campetti

«Al presidente dell'Italia dei valori chiedo un atto di generosità e di apertura. Due dei quattro quesiti referendari annunciati dall'Idv riguardano il lavoro, e in particolare l'art.18 con la richiesta dell'abolizione delle modifiche introdotte dal governo Monti che lo sterilizzano, e l'art.8 della manovra di Berlusconi che cancella di fatto il contratto nazionale, di cui si chiede l'integrale abolizione. La richiesta che avanzo a Di Pietro è che questi due quesiti vengano presentati da un arco di forze molto vasto e rappresentativo di aree sindacali, politiche, intellettuali, giuslavoristi, soggetti editoriali che su queste questioni si sono battute e si battono».

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di Francesca De Sanctis

Dovrebbe essere l’ultima tappa quella di domani al Teatro della Corte di Genova, ma, visto il successo, Serena Dandini non esclude che lo spettacolo da lei scritto e diretto - Ferite a morte. La Spoon River del femminicidio - possa proseguire il suo viaggio per l’Italia. «I risultati hanno superato ogni nostra aspettativa - racconta - Il nostro è uno spettacolo virale. Tanti discorsi e convegni a volte non arrivano alla gente, io speravo di riuscirci invece attraverso la drammaturgia».

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di Paolo Ferrero

L'assemblea di "Cambiare si può" tenutasi oggi al teatro Vittoria a Roma segna un passaggio molto positivo che lancia la costruzione di una lista unitaria di sinistra fuori dal centro sinistra e contro le politiche di Monti e il neoliberismo. Mentre il centro sinistra è ingabbiato nelle politiche di austerità che stanno distruggendo il paese, oggi si è espressa la chiara volontà di dare forma politica ed elettorale alla fuoriuscita da quelle politiche. Di questo ha bisogno oggi l'Italia, di un quarto polo per l'alternativa in cui la presenza di Ingroia e De Magistris è un fatto importante.

di Carlo Lania

Sandro Plano, presidente della comunità montana: «Prendo le distanze dalla violenza ma non è quello il problema» Dopo le violenze di sabato notte davanti al cantiere sono settanta gli attivisti ricercati dalla polizia
Che fine ha fatto il movimento? Sembra che il lavoro di questi anni sia stato messo da parte per lasciare la scena agli scontri con la polizia.

«Il movimento no tav è vivo è vegeto, nel senso che non è un movimento di violenza se è questo che intende. Il movimento no tav è costituito da più componenti: quella degli amministratori, che siamo noi, la componente dei tecnici e ricercatori del Politecnico, la componente della valle, quella giovanile, gente che arriva da fuori».

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Intervista a Pier Giovanni Alleva
di Stefano Galieni

Il gius lavorista Pier Giovanni Alleva è fra coloro che da tempo prova a definire quelle che debbono e possono essere i rapporti di lavoro in un sistema che è indubbiamente cambiato, mettendo al centro i diritti di chi lavora. Ieri mattina anche lui, insieme agli esponenti politici della sinistra e ad alcuni dirigenti sindacali si è recato alla Corte di Cassazione di Roma, per presentare due quesiti referendari di enorme importanza e antitetici alle offensive portate avanti prima da Berlusconi e ora da Monti
«I quesiti sono due, quello per l’abolizione dell’ articolo 8 imposto in finanziaria dall’allora ministro Sacconi, che consente in qualsiasi azienda, col beneplacito di alcuni sindacati di togliere tutto in materia di diritti.

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Intervista a Luciano Muhlbauer

Le opposizioni chiedono elezioni subito. Non l'abbiamo già sentito troppe volte?
In realtà è persino noioso ripetere oggi la richiesta di dimissioni di Roberto Formigoni. Si tratta della stessa richiesta reiterata tutte le volte che diverse indagini lo hanno coinvolto con accuse molto pesanti, per fatti di corruzione e anche per presunta contiguità con la criminalità organizzata. Per non parlare dei suoi ex assessori indagati per fatti accaduti nella legislatura 2005-2010.
L'avviso di garanzia cambia le carte in tavola?
L'avviso di per sé non rappresenta certo una sorpresa, lo sapevano tutti che era indagato, il Corriere della Sera lo aveva anche sbattuto in prima pagina. L'unico a negare con forza era lui, Formigoni, ma lo faceva solo per portarsi avanti con l'autodifesa e togliere forza all'effetto sorpresa.

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Intervista a Massimo Rossi
di Daniela Preziosi

«L'alternativa la faremo con le forze politiche, le organizzazioni e movimenti, le personalità dei mondi della cultura che opponendosi al governo Monti hanno prospettato strade diverse per uscire dalla crisi del modello liberista». È rimasto un po' in ombra Massimo Rossi, portavoce della Federazione della sinistra, dal momento della sua elezione. Complice il suo stile, il fatto che la mattina continua ad insegnare - è il suo mestiere -, e che i principali partiti della sua federazione (Prc e Pdci, ma c'è anche il movimento del partito del lavoro di Salvi e Patta e un drappello di senza tessera) hanno preso spesso iniziative autonome. Oggi Prc e Pdci dichiarano diverse intenzioni sulle alleanze, come il manifesto ha riferito lo scorso sabato. Il Prc per una Syriza italiana, il Pdci per un patto con il Pd. Lui si schiera con la prima ipotesi. «Si pensi a quanto è cresciuto nel referendum sull'acqua e il nucleare, o all'opposizione della Fiom e del sindacalismo di base. Ai politicisti questo schieramento può apparire inconsistente. Ma c'è un grande spazio per una proposta di cambiamento. Ma se l'alternativa non si mette in campo non crescerà mai.

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