di Roberto Ciccarelli
A 32 anni si sentono «tradite dallo Stato». Sara e Anna Paola hanno gli occhi chiari, l'espressione studiosa, indossano un cartello double-face che in poche righe riassume le ragioni per chiedere il ritiro del «concorso truffa» nella scuola. Ragioni che sono state sciorinate più volte nel corteo dei docenti precari che ha attraversato la Capitale che ieri affogava in un mare di sudore.
Tradimento di una generazione dei trentenni «selezionati, abilitati, plurititolati» che prendono una cattedra a settembre (se va bene) e vengono licenziati (se sono fortunati) a giugno. E vivono con la disoccupazione in estate.