120413esodatidi Stefano Galieni

Una piazza che ha visto insieme la nuova categoria creata dal governo Monti, “gli esodati” e i pensionati colpiti dalla manovra, riuniti da Cgil, Cisl e Uil. Il corteo è partito presto da Piazza della Repubblica, sotto una fitta pioggia e un clima poco corrispondente con la primavera, tante le bandiere dei sindacati, presenti Federazione della Sinistra, IdV e Sel. Tanta la rabbia e l’indignazione negli striscioni e nelle parole anche dei leader sindacali moderati. La vicenda “esodati”, tragica negli effetti che produce rasenta il grottesco. Secondo la Fornero, che si rifà ai dati forniti dall’Inps coloro che a causa della riforma si ritroveranno sospesi fra l’impossibilità di tornare al lavoro e di andare in pensione per anni, senza copertura di reddito, sono 65 mila.

In realtà i dati, di per se inaccettabili, sono totalmente errati, il loro numero è destinato a crescere mese dopo mese e saranno decine di migliaia in più, uomini e donne che, malgrado decine di anni di contributi versati, si ritrovano ad essere espulsi dal posto di lavoro e a non avere più un reddito per alcuni anni, fino a quando potranno andare in pensione con una indennità infinitamente inferiore rispetto ai contributi versati e alle aspettative.

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Parlamento

di Michele Prospero

L'obiettivo reale della furibonda campagna contro i costi della politica lo ha esplicitato candidamente Pierluigi Battista che, al Tg3, ha evocato una Repubblica senza partiti e addirittura senza politica. Sono del resto molti i commentatori del Corriere della Sera che cavalcano con spregiudicatezza la dolce ebbrezza di una deriva populistica.

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120426partitidi Claudio Bazzocchi

Da lungo tempo ormai cerchiamo di mettere in guardia dall’azzardo della retorica antipartitica che è stata cavalcata imprudentemente anche a sinistra in Italia a partire da Occhetto, passando per Veltroni fino a Vendola. L’antipolitica travolge prima o poi chi crede di poterla cavalcare, poiché si rende immancabilmente ingovernabile lasciando tutti in balia di un incontrollabile risentimento popolare.
Tale risentimento arriva in questi giorni a mettere in discussione la presenza stessa dei partiti nella democrazia italiana chiedendo la fine di qualsiasi finanziamento pubblico.
Non vogliamo portare argomenti a favore del finanziamento pubblico. Altri commentatori lo hanno già fatto in modo autorevole (si veda Michele Prospero su l’Unità del 12 aprile).
Ci interessa qui rilevare che idea di partito politico abbiano coloro che chiedono la fine di qualsiasi forma di finanziamento pubblico. Ebbene, il modello è sostanzialmente quello del partito di opinione, del comitato elettorale o del soggetto non strutturato che mobilita i ceti medi istruiti su singole issues, per esempio dalla rivolta antitasse alla sicurezza per la destra, dai diritti civili alla green economy per la sinistra.

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articolo18noi

di Gian Paolo Patta

É in atto una martellante campagna per convincere gli italiani che la colpa della disoccupazione giovanile é dell'articolo 18, cioè della presunta rigidità in uscita dal lavoro. Insomma i giovani non entrano perché nessuno esce dal lavoro perché non si può licenziare.

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notav0803

di Lidia Menapace

Che cosa penso del Tav. Prima di tutto: è una questione nazionale e mi felicito con gli abitanti di Val di Susa per essere riusciti, essendo pochi marginali e non considerati, a interessare...

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di Domenico Moro

La legge di stabilità è passata al vaglio del Senato e si appresta a ritornare alla Camera per l’a pprovazione definitiva. Proviamo a vederne i punti principali. Irpef. La formulazione originaria data dal governo prevedeva il taglio di un punto percentuale dell’aliquota dell’ imposta sui redditi delle persone fisiche (Irpef) per i due scaglioni più bassi, quello fino a 15mila euro che sarebbe passato dal 23% al 22% e quello fino a 28mila euro che sarebbe sceso dal 27% al 26%. A questo proposito bisogna notare che la stragrande maggioranza degli operai e degli impiegati del nostro Paese rientrano in queste fasce.

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dellutri-berlusconi

di Giovanni Russo Spena

La quinta sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d'Appello,accogliendo il ricorso della difesa Dell'Utri. Si riparte,quindi,da un nuovo processo d'Appello. Se la sentenza non dovesse arrivare entro il giugno del 2014 scatterà la prescrizione,come è scattata nel processo Mills per l'imputato Berlusconi.

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121009guevaradi Marcello Musto
È una notte freddissima e stellata quella che mi porta a Vallagrande. Sono a bordo di un autobus vecchio e malridotto, come tutti quelli destinati a queste tratte remote, e condivido il lungo viaggio iniziato a Santa Cruz, su una strada di montagna e a tratti sterrata, con gente del posto che ritorna in paese dopo un faticosa domenica di mercato. Intorno a me gli sguardi incuriositi dei bambini avvolti in coperte colorate e i volti degli adulti segnati dalla stanchezza. Tutti sanno perché mi trovo lì. Sono venuto a visitare La ruta del Che, i luoghi dove Ernesto Guevara trascorse le ultime settimane della sua esistenza. Quelli che avevo cercato sull'atlante geografico di mio nonno nell'estate in cui lessi, per la prima volta, il Diario in Bolivia.

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Bank2

di Alfonso Gianni
Si aprono settimane davvero decisive per la Grecia, per l’Europa, per il futuro dell’euro. Non solo perché il 17 giugno si rivota nel paese ellenico, ma soprattutto perché la crisi nel frattempo ha continuato a macinare le sue terribili logiche e a provocare i suoi danni.
Il tentativo di attribuire quanto potrebbe avvenire nel vecchio continente – e già avviene con il peggioramento della situazione economica e delle previsioni per il futuro – sull’esercizio stesso di un atto elementare di partecipazione popolare quali sono le elezioni politiche, la dice lunga sulla crisi profonda di democrazia accentuata dai processi della crisi economica.

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