armamentidi Thomas Mackinson
C’è un settore della spesa pubblica che va a gonfie vele e purtroppo non è la scuola, non è la sanità. In contro-tendenza con tutti gli altri comparti, quello della Difesa nel 2012 ha subito meno tagli e ha ricevuto più fondi, forte di un doppio trattamento di favore che è proseguito fino all’ultimo, con una serie di colpi di coda che fanno discutere. L’ultimo si è consumato il 28 dicembre scorso con la proroga – quasi in sordina e a governo ormai dimissionato – delle missioni internazionali. Un provvedimento di solito accompagnato da forti tensioni e polemiche ma passato stavolta sotto silenzio, nonostante si portasse in pancia un vero e proprio giallo sui numeri.

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di Riccardo Chiari

La Fiom continuerà a battersi in ogni fabbrica contro quel vero e proprio furto di democrazia che impedisce a lavoratrici e lavoratori di decidere sulle loro condizioni di lavoro. In risposta all'accordo separato firmato da Federmeccanica con Fim, Uilm e Fismic che di fatto abolisce il contratto nazionale, l'assemblea nazionale di Cervia dei metalmeccanici Cgil dà il via libera a una «carta rivendicativa», con una base comune di diritti su tutto il territorio e non derogabile dal secondo livello di contrattazione. Con l'obiettivo di impedire l'applicazione dell'accordo separato del 5

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di Giulio Marcon

La legge di stabilità per il 2013, appena approvata, riassume bene un anno di politica economica del governo Monti all'insegna del rigore (a senso unico), dell'assenza di equità, di insignificanti misure per la crescita. Rigore, equità e crescita: erano le tre parole chiave con cui Monti si era presentato in parlamento nel novembre del 2011, all'atto del suo insediamento. Il rigore è stato applicato ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini, ma non alla casta dei militari e al 10% privilegiato della società. Di equità sociale non c'è traccia tanto è vero che le diseguaglianze e le povertà nell'ultimo anno si sono accentuate: un quarto della popolazione non riesce a far fronte a spese impreviste

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120413bilancioLuciano Muhlbauer

Avreste mai pensato che si potesse commissariare, oltre il presente, anche il futuro delle persone e dei popoli, magari per il tempo di una o più generazioni? E che si potesse farlo nel silenzio generale, senza dibattito pubblico e senza nemmeno consentire ai diretti interessati di esprimere un parere? No? E allora siete indubbiamente degli inguaribili ottimisti, perché non solo è possibile, ma è esattamente quello che sta succedendo, qui ed ora.
Infatti, proprio ieri il Senato della Repubblica ha concluso il dibattito generale sull’inserimento nella Carta costituzionale del principio del pareggio di bilancio e, dunque, settimana prossima, salvo emergenze o incidenti, procederà al voto del provvedimento che modificherà gli articoli 81, 97, 117 e 119 della nostra Costituzione.

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121126primariedi Antonio Musella
Le primarie del centro sinistra c'hanno consegnato uno scenario tutto sommato prevedibile. La nomenklatura democratica è sopravvissuta a se stessa, ed il segretario ha ottenuto una vittoria schiacciante nei confronti del sindaco di Firenze. Tappi di lambrusco scoppiettano in aria intorno ai tavoli dove si è costruita la vittoria, nelle regioni rosse fedeli al segretario, così come bicchierini di plastica bianca si riempiono del giallo colore del limoncello nei circoli democratici dalla Campania in giù.
Ma quale scenario ci consegnano le primarie del centro sinistra? Innanzitutto i media, soprattutto quelli molto vicini a quella che si presenta come la possibile nuova maggioranza di governo del centrosinistra, hanno esaltato il dato della partecipazione come grande elemento caratterizzante delle primarie. I dati dell'affluenza alle primarie del Pd sono stati paragonati a quelli delle regionali della Sicilia. Un metro di paragone assolutamente singolare che confonde paurosamente e pericolosamente i contesti.

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oggionni belligero

di Simone Oggionni e Anna Belligero*

La riflessione che ci propongono Lorenzo Zamponi e Claudio Riccio (1) è convincente e soprattutto ha il merito di guardare in avanti. Muove da un punto di partenza oggettivo: ad un anno di distanza dalle elezioni amministrative e, soprattutto, dalla grande vittoria referendaria, dobbiamo registrare un drammatico passo indietro.
Allora la sinistra sociale e quella politica erano state in grado di assestare due colpi fortissimi al governo Berlusconi.

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12114alcoa operaidi Costantino Cossu
Una giornata di rabbia, le urla dei cassintegrati che non hanno più nulla da perdere gettate in faccia ai poliziotti in tenuta antisommossa, sotto un cielo che minacciava pioggia e infliggeva un caldo umido: afa e disperazione nel triste tropico mediterraneo del Sulcis. Gli operai dell'Alcoa, la fabbrica di alluminio che la multinazionale Usa ha deciso di chiudere, ieri mattina si sono radunati a centinaia davanti all'ingresso delle miniera di Serbariu, i cui uffici erano stati scelti, nelle settimane precedenti, come sede dell'incontro dei vertici istituzionali della Regione Sardegna e del Sulcis con i ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca e con il sottosegretario Claudio De Vincenti. Oggetto del summit, l'illustrazione del piano di rilancio per Sulcis preparato dall'esecutivo.

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di Guido Iodice

120202graficoDibattito Il ministro Fornero e la BCE, ci perdoneranno ma forse sono - per dirla con Keynes - "schiavi di qualche economista defunto" o di "qualche scribacchino accademico di pochi anni addietro". C'è infatti un grosso luogo comune, alimentato in primo luogo da Pietro Ichino. Si dice che in Europa non esiste nulla di simile all'art.18. Davvero? No. Germania e Olanda hanno indici di protezione del lavoro che, secondo l'OCSE, sono di gran lunga più alti dei nostri

Davvero le imprese hanno bisogno di più flessibilità per crescere? Davvero l'articolo 18 è un freno o una anomalia?
Il ministro Fornero e la BCE, ci perdoneranno ma forse sono - per dirla con Keynes - "schiavi di qualche economista defunto" o di "qualche scribacchino accademico di pochi anni addietro".

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3che

di Barbara Ciolli
Ha idee forti, carisma da vendere e il physique du rôle che, in Europa, gli è valso l'appellativo di «Che Guevara» della Grecia.
Alle elezioni del 6 maggio, il leader della Sinistra radicale (Syriza) Alexis Tsipras ha visto il suo partito schizzare dal 5% al 25%. E ad Atene è rimasto forse l'unico politico a poter girare indisturbato in centro con la sua moto, o addirittura a piedi, senza rischiare di essere aggredito a colpi di uova marce e insulti.

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