
ROMA - Strizza l'occhio agli anni Settanta, ma in realtà lo slogan scelto per l'edizione 2012 del Gay Pride romano punta dritto al futuro: «Vogliamo tutto», dove il tutto il questione a ben pensarci non è neanche tanto visto che riguarda la possibilità di vivere con il proprio partner, di assisterlo quando è malato e condividere assieme ogni momento, come una qualsiasi coppia sposata. «Non ci accontentiamo di Pacs e unioni civili, puntiamo al matrimonio e i partiti devono saperlo se vogliono i nostri voti» spiega Antonio Berardicurti, del circolo Mario Mieli, tra gli organizzatori della manifestazione insieme ad Arcigay, Gay center e una trentina di altre associazioni. Un messaggio chiaro anche per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani che nei giorni ha finalmente trovato il coraggio di dire che forse è arrivata l'ora che anche in Italia si faccia una legge sulle unioni civili. Un passo in avanti giudicato però adesso troppo poco dalla comunità lgbt, che vuole di più.
Si sa che in tempi di crisi la solidarietà è la pianta che fa più fatica a crescere; invece l'attacco ai diritti e alle libertà è invasivo: se lo si lascia attecchire, non si riesce più a fermare (...) L'attacco a diritti e democrazia senza risposte forti dilagherà facilmente. Per questo, la campagna della Fiom contro la distruttiva politica della Fiat, avviata a Pomigliano nel dicembre 2010 e consolidata con l'accordo separato che estende a tutto il gruppo l'attacco alle condizioni di lavoro e alle libertà sindacali, viene alimentata da scioperi, manifestazioni ed anche azioni legali.
“L’alternativa alla fuga dall’Italia dipende da noi”. Promossa da un gruppo di giovani precari verrà lanciata il 10 novembre a Firenze "Noi vogliamo restare", una campagna nazionale di partecipazione politica e impegno sociale su precarietà, lavoro e welfare.
di Antonio Vanuzzo
di Roberto Mania
Redazione
Redazionale





