Intervista al Salvagente del 23 dicembre 2011

111223ferreroIl segretario di Rifondazione: "Monti vuole toccarlo: dove sono gli ammortizzatori?".
Giorgia Nardelli
Articolo 18. È bastato che la titolare del ministero Lavoro pronunciasse queste due parole per infiammare i sindacati e riaccendere la polemiche sulla riforma del mercato del Lavoro. Il tema è caldissimo, tanto che la Fornero, dopo avere stigmatizzato le reazioni di Cgil Cisl e Uil, è dovuta tornare sui suoi passi dicendo che il tema dei licenziamenti “non è una priorità”, e sarà affrontato solo dopo una serie di emergenze.

"Speriamo nell'altolà del Pd"
Ma in pochi, ormai, credono che l’ultimo baluardo dei diritti dei lavoratori resisterà indenne al governo dei professori. Per primo non si illude Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista e già ministro della Solidarietà sociale nell'ultimo governo Prodi, tra i più critici nei confronti del governo Monti.
“Il presidente del Consiglio è stato esplicito nel suo discorso di insediamento”, dice Ferrero. “Ha detto che l’articolo 18 dovrà essere modificato. Ci auguriamo solo che alla nostra opposizione e a quella dei sindacati si unisca il no del Pd, e che l’altolà di Bersani di qualche giorno fa non sia solo temporaneo”.

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ferrero999Intervista a Paolo Ferrero di Daniela Preziosi
Paolo Ferrero, segretario del Prc, Di Pietro e De Magistris chiedono a Bersani di accettare il Quarto polo in alleanza.
E invece io faccio un invito a Di Pietro e a De Magistris: rompiamo gli indugi e diamo subito vita al Quarto polo. C’è un problema di tempi e cioè di democrazia: per costruire in maniera partecipata la nostra lista dobbiamo avere un minimo di tempo. Non abbiamo nessuna intenzione di fare operazioni dall’alto. E se Grillo ha fatto le parlamentarie, e il Pd ha fatto primarie per il premier e per i candidati, noi certo non possiamo ritrovarci in quattro a fare le liste fra Capodanno e la Befana. La democrazia richiede tempo. Quindi lancio un grido di allarme: con le elezioni a febbraio, di tempo ne abbiamo poco.

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Fabrizio d’Esposito - il fatto quotidiano

120211ferreroPaolo Ferrero, ex ministro del governo Prodi, ha appena terminato una riunione con Maurizio Landini, per la manifestazione nazionale che la Fiom terrà a Roma il 18 febbraio, sabato prossimo. Ferrero è il segretario di Rifondazione comunista che insieme con il Pdci di Oliviero Diliberto forma la Federazione della Sinistra. Sul fatto di giovedì scorso, Antonio Di Pietro ha proposto una lista civica nazionale contro l’inciucione tra Pdl, Pd e Terzo polo, che vorrebbe una legge elettorale con sbarramento tra l’8 e il 10 per cento per istituzionalizzare la Grande Coalizione permanente e tenere fuori tutti gli altri. L’appello dell’Idv è a Sel, Federazione della Sinistra e nuovi sindaci come Pisapia e De Magistris.

Ferrero, l’inciucio centrista avanza e agita la clava dello sbarramento elettorale contro le cosiddette “estreme”.

Monti non è una parentesi. È un governo costituente che prepara un’uscita da destra dopo il fallimento della Seconda Repubblica.

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festival-di-sanremo

 di Stefania Brai*

 "Una collettiva perdita di senso": così intitola Curzio Maltese il suo articolo su Repubblica. È un'affermazione – e un articolo - che condivido quasi interamente. La vicenda "Celentano" ha messo in luce non solo cosa è diventata la Rai in questi ultimi 15-20 anni ma anche il livello della sua classe dirigente e in generale della classe politica di questo paese...

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fiom

ROMA - Il Tribunale di Roma ha condannato la Fiat per discriminazioni contro la Fiom a Pomigliano: 145 lavoratori con la tessera del sindacato di Maurizio Landini dovranno essere assunti nella fabbrica. Lo rende noto la stessa Fiom precisando che 19 iscritti al sindacato avranno anche diritto a 3.000 euro per i danni ricevuti.

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fiommarelli

di Alberto Piccinini*

Non tutte le ciambelle riescono col buco. La costruzione giuridica ideata da Marchionne per escludere la Fiom Cgil dalle rappresentanze sindacali di tutti gli stabilimenti Fiat è crollata come un castello di sabbia di fronte ad una «lettura estensiva» dell'art. 19 dello Statuto dei Lavoratori «utilizzando lo stesso spirito seguito dalla Corte Costituzionale».

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fiat melfidi Michele De Palma
Il piano Fabbrica Italia è scomparso, se mai è esistito realmente, e con esso gli investimenti, il piano industriale, l'occupazione, il salario e le promesse di una vita in fabbrica meno pesante. La realtà è sotto gli occhi di tutti: Fiat chiude Termini Imerese, la Irisbus della Valle Ufita, e la Cnh di Imola.
La Cassa integrazione aumenta, alternandosi ad un aumento dei ritmi di lavoro, al comando della prestazione senza nessuna negoziazione, a un aumento dell’insicurezza sul posto di lavoro, e alla cancellazione della democrazia. Il Contratto Collettivo Specifico di Lavoro, che dicevano essere un'eccezione per Pomigliano, è diventato il contratto di tutti i lavoratori del Gruppo.

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filippine

di Paolo Tosatti
Il loro lavoro inizia quando quello degli altri finisce. Ogni giorno, alcune ore dopo il tramonto, mentre le sovraffollate strade delle città lentamente si svuotano, un piccolo esercito invade gli spazi urbani dell’arcipelago filippino. Da ogni parte le truppe avanzano, a piedi, in motorino, in macchina, in metropolitana o in autobus, convergendo verso i luoghi di raccolta prestabiliti: enormi palazzi alveare o piccoli prefabbricati perfettamente mimetizzati con gli edifici circostanti.

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di Francesco Piccioni

Una domanda per Bersani, Ferrero, Vendola e Di Pietro: «Chi rappresenta gli interessi dei lavoratori?». La Fiom chiama i partiti di sinistra a confrontarsi sul tema del lavoro. E domattina Nichi Vendola, Paolo Ferrero e Antonio Di Pietro si troveranno di fronte a una platea di 500 delegati metalmeccanici; un pienone che lascerà fuori un numero assai più alto di delegati che vorrebbero esserci, nonostante i molti impegni di mobilitazione in corso anche in questi giorni e l'impegno totale delle strutture sindacali nelle zone terremotate dell'Emilia.

Ci sarà anche Luigi Bersani, che è segretario del partito più grande, ma anche l'unico dei quattro a sostenere il governo Monti che proprio sul lavoro - tra «riforma» delle pensioni, cancellazione dell'art. 18, drastica riduzione degli ammortizzatori sociali e conferma perenne della precarietà - ha esibito socialmente il peggio di sé.

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