ferrero3Prende il via oggi 12 luglio l'Università estiva del Partito della Sinistra Europea. L'Università si terrà in Umbria a Trevi presso l'Hotel Della Torre (Strada Statale Flaminia Km 147) e si concluderà il 17 luglio. Una 5 giorni di seminari e dibattiti dedicati al tema "Cambiare il mondo per cambiare l'europa, la crisi del capitalismo e le alternative". Parteciperanno militanti , giovani, dirigenti ed intellettualii da tutti i partiti della sinistra europea, oltre ad esponenti della sinistra del sud del mediterraneo.

 Tutti i lavori si avvarranno di traduzione simultanea in italiano, inglese, francese. E proprio oggi alle 17.30 si terrà un confronto tra Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Pierre Laurent, presidente del Partito della Sinistra Europea e Segretario Nazionale del Partito Comunista Francese, e Natasa Theodorakopoulou, Direzione nazionale Synaspismos, sul tema "Dieci anni dopo Genova, la lotta continua in Europa e nel mondo". Per info e prenotazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Archivio dei documenti e interventi del CPN

lavoroIl Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista valuta negativamente l’accordo interconfederale del 28 giugno 2011 tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.

L’accordo interviene su tutti i temi decisivi del rapporto di lavoro: democrazia e rappresentanza, modello contrattuale, esercizio del conflitto, incidendo gravemente sulla natura del sindacato.

1. L’accordo non prevede in nessuna parte il voto vincolante e segreto delle lavoratrici e dei lavoratori su piattaforme e accordi, come condizione per la validità erga omnes dei contratti. Il contratto, salario, orario, condizioni di lavoro non è nella sovranità delle lavoratrici e dei lavoratori, di coloro che quotidianamente ne subiranno le conseguenze. L’accordo rilegittima le RSA cioè le rappresentanze non elettive ma di nomina delle organizzazioni sindacali. Si legittima cioè un’idea di sindacato degli iscritti, si apre la strada alla costituzione delle RSA invece che delle RSU dove sia più conveniente per alcuni sindacati, e al rafforzamento strumentale dei sindacati più disponibili.

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110708notavMaurizio Pagliassotti

Il Tav perde i pezzi nel silenzio imbarazzato di coloro che in questi giorni hanno rassicurato la pubblica opinione con melliflue parole di conforto: il cantiere è partito, l'accordo con la Francia c'è. La guerra di domenica e il fallimento del vertice italo francese di ieri, non si può definire diversamente l'ennesimo rinvio a settembre sulla ripartizione dei costi, hanno portato il commissario europeo Kallas ad annunciare un taglio del finanziamento pubblico che dovrebbe coprire i costi per la costruzione del tunnel geo gnostico a Chiomonte. La bubbola linguistica che ultimamente va di moda nei media amici, il Tav sarebbe ora versione "low cost", non convince quindi Kallas. Una mazzata a cui nessuno, almeno fino alle sette di ieri sera, riesce a rispondere. Né Virano, né Matteoli, Fassino e gli altri ultras. Ci prova il governatore Cota che si dice contento.

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bertinottiFausto Bertinotti

Si potrebbe dire che l'intera vicenda delle relazioni sindacali, e dei rapporti sociali tra lavoratori e impresa capitalista, sia leggibile attraverso la sorte toccata ad una sola parola: esigibilità. L'esigibilità dei contratti di lavoro è stata rivendicata per un intero periodo storico dai lavoratori e dalle loro organizzazioni nei confronti dell'impresa. La ragione è evidente. Il contratto di lavoro prescriveva un miglioramento delle condizioni di lavoro, di salario e di orario a cui il padronato spesso resisteva alla sua pratica attuazione, sicché l'esigibilità è stata comprensibilmente un'istanza del mondo del lavoro. Questa istanza è stata sempre promossa attraverso un esercizio democratico e partecipato, spesso con la mobilitazione e l'azione sindacale. Nel nuovo ciclo economico e sociale, in specie nell'era Marchionne, si è consumato il rovesciamento. L'esigibilità è diventata una richiesta padronale. La ragione è altrettanto evidente: nei casi che pretendono di fare scuola e di indicare la tendenza, il nuovo contratto è un contratto in peius che peggiora la condizione lavorativa. Perciò è l'impresa a pretenderne l'attuazione incondizionata ed è essa a temere una prevedibile resistenza. Ma cambiando i soggetti protagonisti, cambiano anche i metodi di azione. Se ieri l'esigibilità era rivendicata dai lavoratori con una prassi democratica, oggi l'esigibilità è pretesa dai padroni con una pratica neoautoritaria e con la sospensione della democrazia. La prima e fondamentale ragione per opporsi all'accordo tra Confindustria e Cgil, Cisl e Uil consiste proprio nel constatare come alla sua origine ci sia questo rovesciamento dei rapporti sociali che vorrebbe liberare l'impresa e imprigionare i lavoratori.

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landiniLa Fiom non si rassegna all’eclisse della democrazia e non si piegherà di fronte all’accordo che trasforma i lavoratori in destinatari senza voce di accordi che i sindacati stipulano per loro. «Solo se i lavoratori votano e decidono si preserva l’unità e si scongiurano gli accordi separati». E i metalmeccanici della Cgil garantiranno sempre questo diritto da cui dipende l’identità stessa del sindacato. Nella prossima consultazione degli iscritti dev’essere possibile illustrare tutte le posizioni in campo e non soltanto le ragioni del “Sì”, perchè non si può rispondere alla complessità democratica con un ritorno a logiche autoritarie». Parola di Maurizio Landini

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