rifondazione-strscioneEzio Locatelli* -

Siamo partiti col piede giusto. Quest’ultimo fine settimana ha visto impegnate, nei rispettivi territori, la maggior parte delle federazioni di Rifondazione Comunista nell’avvio della campagna nazionale “i soldi ci sono!”. Un campagna di controinformazione – per dirla con un termine utilizzato negli anni settanta – riguardo le politiche classiste del governo Renzi, le menzogne volte a mascherare l’operazione di trasferimento di reddito, di ricchezza, di poteri dal basso verso l’alto in atto nel nostro paese. La prima di queste menzogne, su cui si è consolidato un dominio di luoghi comuni reazionari, è che ci troviamo in presenza di una crisi da scarsità. Un inganno cui s’è fatto largo ricorso nella comunicazione politica per plasmare senso comune, legittimare misure di austerità, riduzione dei salari e delle pensioni, smantellamento del sistema delle protezioni sociali e dei diritti del lavoro.

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wp locatelliEzio Locatelli, segreteria nazionale – responsabile organizzativo Prc-Se

Car* compagn*,

ci aspettano due settimane intense. Due settimane caratterizzate da una molteplicità di iniziative di mobilitazione che hanno come obiettivo il cambiamento di rotta delle politiche economiche e sociali, una politica di giustizia sociale e ambientale, la lotta contro la povertà e le disuguaglianze sociali, la lotta contro le politiche neoliberiste e di austerità. Eventi, mobilitazioni, presidi promossi in tutte le città italiane (oltre che a livello europeo) da associazioni e movimenti vari per le quali è importante, in pieno spirito unitario, segnare una presenza delle compagne e dei compagni di Rifondazione Comunista.

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fiom9 aprileCar* compagn*
in occasione della direzione nazionale del 5 settembre 2015 è stato approvato un ordine del giorno che prevedeva, tra l’altro, un fine settimana di mobilitazione e di presenza del partito in tutte le principali piazze d’Italia. Una presenza che pensiamo di caratterizzare in opposizione alle politiche di spoliazione sociale e di sacrifici a senso unico perseguite a livello europeo (dalla Troika) e nazionale (dal governo Renzi).

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Intervento di Ezio Locatelli

Note introduttive di Ezio Locatelli*

“Organizzatevi perché avremo bisogno di tutte le vostre forze” (Antonio Gramsci sul primo numero de L’Ordine Nuovo, primo maggio 1919)
Saluto le compagne e i compagni, lo faccio con molto calore guardando a questa presenza numerosa, tanto più significativa in quanto non dettata da obblighi di mandato ma dimostrazione di una volontà politica.

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di Ezio Locatelli*

Possiamo dirci senz’altro soddisfatti.  La Festa nazionale di Rifondazione Comunista si è chiusa ieri sera, in bellezza, con un risultato politico, di partecipazione ed anche economico del tutto positivo. Doppiamente positivo visto che, dopo alcuni anni di assenza, siamo tornati a fare una festa nazionale, preceduta da alcuni giorni di festa provinciale, in una città importante come Firenze. Tante persone, tanti compagne e compagni venuti un po’ da  tutta Italia, isole comprese, hanno animato un clima di convivialità e di intenso dibattito politico. Non solo c’è stata buona partecipazione a tutti i momenti pubblici, di confronto aperto sui tanti temi di attualità, lavoro, scuola pubblica, Europa, Sinistra e quant’altro. Il dato importante è stata la partecipazione attenta di compagne e compagni del partito, e non solo, ai  numerosi seminari di formazione e di lavoro che si sono svolti nell’ambito della festa.

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RIPARTIAMO!

La direzione nazionale di Rifondazione Comunista, in attuazione delle indicazioni di lavoro emerse in occasione della recente Conferenza di Organizzazione, impegna se stessa e tutte le articolazioni del partito ad un lavoro di riorganizzazione della propria presenza politica e del funzionamento delle proprie strutture con l’obiettivo di un salto di qualità nella costruzione di proposta e iniziativa politica, di proiezione esterna, di iniziativa di massa, di capacità di radicarsi nel tessuto sociale.

Dobbiamo produrci in un cambio di passo, rispetto ai molti ritardi e inadeguatezze che abbiamo, tra questi il dato di un partito che in non poche situazioni si dimostra capace di resistere ma incapace di sviluppo, di delineare una prospettiva politica e di lavoro, di un partito che finisce così per perdere peso insieme ai processi di crisi della politica.

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di Ezio Locatelli*

Abbiamo provveduto a ristampare in gran quantità le bandiere di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea. I circoli, le federazioni, i regionali sono invitati a farne richiesta al nazionale e a utilizzare le stesse in ogni manifestazione, ogni corteo, ogni ambito di iniziativa politica.
In questi anni non ci si è accontentati della cancellazione della nostra presenza dal Parlamento o dai mass media. Si è cercato anche di cancellare la nostra presenza dalla società e in ogni ambito di iniziativa politica. E’ evidente che questa presenza è data innanzitutto dalla nostra capacità politica di stare sul terreno del conflitto sociale, della difesa dei diritti e della dignità delle persone, della relazione unitaria con le forze di sinistra.

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Nota ai segretari regionali, provinciali, di circolo Prc-Se

Nell’ambito della recente scelta di allargamento della segreteria nazionale, è stato deciso di attuare un investimento specifico di attenzione sulle questioni che attengono al rilancio della presenza organizzata del nostro partito a livello nazionale e territoriale. Un compito che, al di là degli scarsi mezzi e risorse attualmente a disposizione, intendiamo portare avanti con impegno e convinzione convinti come siamo che politica e organizzazione devono poter tornare a camminare assieme.
Quando parliamo di rilancio non pensiamo solo alla riorganizzazione della nostra soggettività politica, alla rimessa in moto dei meccanismi di direzione e funzionamento, di tesseramento, di autofinanziamento, di comunicazione interna ed esterna, di feste locali, ecc.

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di Ezio Locatelli *

Facciamo, per un attimo, un tuffo nel passato. “L’unione fa la forza” scriveva Marx nel 1847 rivolgendosi non solo ai proletari, ai comunisti ma ai gruppi della sinistra borghese nella comune lotta contro la tirannia e l’oppressione della monarchia tedesca. “Bisogna rivolgere tutte le forze contro il nemico comune e non ridursi in frantumi…” scriveva ancora Marx in feroce polemica contro le “battaglie idilliache” aggiungendo che, al di là di volere nell’immediato le stesse cose, – uno stato democratico, di diritto – i comunisti lottano anche per una prospettiva di radicale cambiamento sociale. Ancor oggi, a distanza di tanto tempo, al tempo del finanzcapitalismo, di una inaudita concentrazione di ricchezza di potere nelle mani di pochi, in cui l’oligarchia prende il posto della democrazia, il cambiamento più che mai chiede unità e autonomia. Unità come esigenza, per le forze di cambiamento che sono rimaste, di non farsi ghettizzare, di tornare in campo con la necessaria forza organizzata. Autonomia come necessità, per chi è e continua a dirsi comunista, non solo di condurre una sacrosanta battaglia di resistenza civile e democratica al liberismo, ma per una rinnovata critica del capitalismo e una prospettiva di trasformazione sociale.

Sempre più i governi nazionali si sono trasformati in meri esecutori di un’Europa liberista che punta dritta all’affossamento di tutto il quadro democratico, dei diritti sociali e del lavoro. Guai a chi osa fare diversamente come nel caso del popolo greco e del governo Tsipras. I reprobi devono essere cancellati. Renzi, in Italia, è il degno interprete ed esecutore, dell’operazione di tabula rasa chiesta e imposta dai padroni dell’Europa. Jobs Acts, Italicum, Sblocca Italia, Buona Scuola, questi alcuni dei titoli immaginifici di un’operazione rovinosa contro cui bisogna muovere una massa critica, un contro movimento che abbia una qualche possibilità di incidere. La sproporzione delle forze attualmente in campo è tale che diventa impossibile invertire la tendenza andando avanti in ordine sparso. Da qui il tema cruciale, urgente, dell’unità delle forze sociali e della sinistra sulla base della condivisione di punti programmatici essenziali, unità plurale non invenzione a tavolino di nuovi partiti, come possibilità e condizione stessa per guadagnare un terreno più avanzato di lotta per il cambiamento. Unità, beninteso, da costruire fuori dal recinto della governabilità, dai dettami della politica economica dell’Unione Europea.

Detto ciò pensiamo anche che non basta declamare una volontà, pure necessaria, di ricostruzione di uno spazio sul terreno della rappresentanza politico istituzionale perché questo si inveri. Tanto più in considerazione di un terreno disastrato che non garantisce più partecipazione e decisionalità democratica. In una situazione in cui l’apparato statuale e l’agenda politica sono chiamati ad essere artefici e garanti del capitalismo finanziario e mercantile, non più strumento di tutela e redistribuzione di risorse, cambia radicalmente il compito della sinistra. Un progetto di unità e di cambiamento possono generarsi innanzitutto in rapporto ad una ripresa di lotte e di unità sociale, ad una ripresa di pensiero critico e di pratiche sociali volte a scardinare i fattori di disuguaglianza e di esclusione sociale, i fattori di sfruttamento e spoliazione del lavoro. Il che comporta il rovesciamento del quadro delle priorità circa il momento politico elettorale e il momento sociale. Quest’ultimo, in specie per quanto riguarda Rifondazione Comunista, diventa l’asse portante di un progetto di ricomposizione, nella crisi, delle forze sociali e di sinistra. A scanso di equivoci non si tratta di negare l’intreccio tra dimensione politico elettorale e intervento sociale, quanto di affermare un diverso modo di essere di sinistra, di essere forza di trasformazione che fa della pratica e del conflitto sociale il terreno centrale di risposta al precipitare del Paese in un regime di tipo aziendalistico padronale.

Questo precipitare non ha solo un risvolto negativo, ci ha fatto arrivare a un punto nel quale le implicazioni, a dir poco devastanti, delle scelte di governo cominciano ad apparire più chiare agli occhi di milioni di persone. E’ già accaduto in Grecia, è destinato ad accadere in Italia. Cresce il risentimento sociale e insieme a ciò il numero di coloro che girano le spalle a Renzi e al Pd, alla faccia di quella che era stata dipinta come la marcia trionfale del nuovo che avanza. Un nuovo che si sta rivelando per ciò che è: una colossale montatura giocata contro gli interessi e i diritti della maggioranza dei cittadini, in specie della classe lavoratrice. Questa maggioranza si colloca ormai fuori e contro il sistema politico. Da questo dato macroscopico si può e si deve ricominciare per agire la forza di un contrasto e di una possibile alternativa alle politiche liberiste e di austerità. Vanno superati i particolarismi. Va riempito un vuoto di presenza, se non si vuole regalare la lotta al disagio sociale ai populismi vari né di destra né di sinistra, peggio ancora alla destra leghista e neofascista. Il tempo della ricostruzione sociale e dell’unità della sinistra è ora.

Torino, 26 giugno 2015

* segreteria nazionale Prc

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