di Roberto Ciccarelli

Un movimento lo vedi dall'entusiasmo. Dalle finestre che si aprono quando sfila il corteo, c'è chi riprende puntando gli occhi liquidi nello schermo dell'Ipad, mentre un signore con le stampelle e una pipa pericolosamente si sporge da una balaustra e lancia le mani avanti, in un abbraccio colossale. Sono centinaia gli studenti dei Castelli che lo accolgono con un boato: «Scendi giù, manifesta pure tu!» ritma Maya al megafono. Ha 16 anni, indossa un chiodo attillato, le doctor Martens basse, i capelli rasati a zero a destra e lunghissimi a sinistra.

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di Tonino Bucci

Ogni quattro anni in Germania viene pubblicato un rapporto ufficiale del governo federale sulla povertà. Puntuale, ogni volta, scatta il dibattito politico. Quasi cinquecento pagine che fotografano la distribuzione della ricchezza privata e le variazioni di altri indicatori sociali, come la disoccupazione e l'accesso a istruzione e cultura. Del rapporto 2012 è iniziata a circolare una prima bozza a settembre. L'immagine della Germania che se ne ricava è quella di un paese che negli ultimi anni si è arricchito. E non di poco.

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di Rossana Rossanda 

È bastato che Silvio Berlusconi si riaffacciasse sugli schermi, col volto mal tirato in su – ci sono limiti, non fosse che d’età, al rifacimento dei tratti – perché l’Italia corresse a rifugiarsi sotto l’ala di Mario Monti. O l’uno o l’altro, tertium non datur. Non sono la stessa cosa, come suggerisce Alberto Burgio, anche se la rotta che indicano è sempre “a destra tutta”, ma da tempo gli italiani sembrano disabituati a pensare che la distinzione fra destra e sinistra abbia ancora senso.

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di ilcorsaro.info

Forse ci sfugge qualcosa. Il giorno dopo l’ufficializzazione dell’accordo sul disegno di legge in merito alla riforma del mercato del lavoro, che di fatto depotenzia e priva di effettività l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, il Partito Democratico canta vittoria e parla di “un successo” e di una “soluzione innovativa ed equa”.

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di Rassegna.it

A Madrid tornano gli indignados e Rajoy sprofonda nei sondaggi, ma il suo governo prepara un ulteriore taglio da circa 40 miliardi della spesa, dopo la stangata da 65 miliardi decisa con la Finanziaria 2012 solo 5 mesi fa. Ad Atene si rivedono le scene da guerra civile, con scontri e bombe molotov davanti al Parlamento, mentre il governo studia ulteriori misure di taglio alla spesa pubblica, come la soppressione della 13esima per gli statali. Insomma, la storia si ripete, da una parte i governi e l’Europa con le loro politiche di austerità e tagli al welfare, dall’altra i manifestanti, sempre più esasperati, a contestare politiche e classi dirigenti.
Tra queste due parti contrapposte non ha dubbi dove schierarsi il premio Nobel all’economia Paul Krugman, secondo cui i manifestanti in Grecia e in Spagna “hanno ragione”, “ulteriori misure di austerity non servono a nessun proposito. Chi è realmente irrazionale sono i presunti seri politici che chiedono ulteriori sacrifici”.

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di sbilanciamoci.info
Pubblichiamo il documento finale decimo forum di Sbilanciamoci! tenuto a Capodarco di Fermo 7-9 settembre 2012
La crisi italiana si fa più grave, la recessione è estesa in tutta Europa, la disoccupazione supera il 10% e colpisce un terzo dei giovani. È questo il risultato di cinque anni di crisi e delle politiche di austerità imposte dalla finanza e dall’Europa. Il governo Monti le sta realizzando in Italia all’insegna di un neoliberismo ideologico che non risolve i problemi, aggrava la crisi, minaccia la democrazia. È necessario un cambio di rotta.
Dalle iniziative di questi mesi e dalle discussioni alla “contro-Cernobbio” di Sbilanciamoci di Capodarco sono emerse sette proposte:

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di Sergio Cesaratto

L’Europa non ha un’idea chiara di dove andare, o forse sì. Che a un certo punto la situazione possa precipitare per l’insostenibilità finanziaria o sociale ha portato il flemmatico Hollande e la Merkel a creare una commissione che dovrà stilare proposte entro ottobre. Ma come questa possa conciliare un’Europa più unita nel rigore tedesco con l’apprezzabile difesa del popolo francese della propria indipendenza non si sa. Più concretamente le dichiarazioni di Draghi che avrebbe fatto di tutto per difendere l’euro hanno evitato la paventata crisi agostana. Ma ora i mercati vogliono vedere i fatti. I giornali ci raccontano dello scontro fra una Merkel convertita a un moderato intervento della BCE e una Bundesbank custode dell’ortodossia.

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di Alberto Burgio

Tutto si può dire della lettera pubblicata ieri dal «manifesto», meno che usi mezze misure. Parlare di furto di informazione non è uno scherzo: perché, dunque, questi toni? Credo che la denuncia muova da una convinzione: oggi, nel trattare della crisi economica e delle politiche che dovrebbero arginarla, la stampa italiana (ma il discorso vale probabilmente anche su scala europea) non svolge la funzione che le competerebbe: quella di spiegare in modo comprensibile gli eventi. Fa perlopiù esattamente il contrario: ripete l’interpretazione ufficiale, la presenta come l’unica possibile e, così facendo, impedisce ai non addetti ai lavori di capire che cosa sta succedendo da cinque anni a questa parte.

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di Mario Tronti

Caro direttore, vorrei tornare sull’iniziativa che ha visto, sabato scorso, un appassionato confronto tra la Fiom e i rappresentanti della sinistra politica. È stato un evento importante.
si è parlato di contenuti di un possibile programma di governo, che è il vero punto da mettere all'ordine del giorno, senza inseguire il vizietto mediatico di raccontare l’ultima uscita polemica di questo o quel leader.

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