di Marco Sferini

Uno dei pregi del digitale terrestre è certamente la presenza di canali come Rai News che ti consentono di seguire in diretta (e anche in differita) eventi nella loro completezza che altrimenti passerebbero solo di striscio nelle tv cosiddette “generaliste” o, al massimo, avrebbero un buon servizio giornalistico e qualche battuta di approfondimento nei programmi di attualità che in questi giorni riprendono la loro marcia sul teleschermo.
Per questo l’altra sera, invece di guardare Avatar (sarebbe stata comunque una ri-visione personale), zigzagando tra i canali ho preferito ascoltare tutto il comizio di Pierluigi Bersani alla Festa democratica a Reggio Emilia.

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bandgrecia

Di Michelangelo Cocco
Quello di oggi in Grecia può sembrare un voto meno importante rispetto alle contemporanee presidenziali francesi dalle quali a sinistra - in caso di vittoria di Hollande - ci si attende una svolta contro le politiche di «austerità» della cancelliera tedesca Merkel. In realtà la posta in palio ad Atene è altissima.

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di Patrizia Sentinelli

“Ripareremo: mandaremo Prodi al Quirinale” ha detto Niki Vendola alla festa dell’Unità. Provo a replicare non per gusto della polemica, peraltro in questo periodo abusata da molti in politica, ma per difendere un passaggio particolamente delicato della storia della sinistra italiana e di Rifondazione Comunista che ha influito molto sulle scelte e sul carattere dell’opposizione al “pensiero unico” del centro sinistra che in quegli anni veniva a consolidarsi.
Le parole di Vendola mi sono apparse non solo superficiali e gratuite ma, cosa più grave, ispirate a un bisogno di piacere, di farsi accettare proprio da quel popolo e da quei dirigenti che in quel tornante più ci hanno attaccato duramente e accusato in ogni modo e luogo per aver troncato l’esperienza che consideravano molto progressiva del governo Prodi.

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di lettera43.it

Per la terza volta in una settimana, migliaia di persone hanno invaso plaza de Neptuno di Madrid, per protestare contro le drastiche misure anti-crisi, varate dal governo spagnolo del conservatore Mariano Rajoy.
La sera del 29 settembre, migliaia di dimostranti hanno impugnato i cartelli con le scritte 'no', 'dimissioni', 'licenziatevi', separati dalla forze di polizia da una serie di transenne, a pochi passi dalle Cortes, il Parlamento spagnolo, e del museo del Prado.
GLI SCONTRI DEL 25 SETTEMBRE. Dopo i disordini del 25 settembre, la manifestazione è stata nuovamente convocata dagli indignados del movimento 25-S: la data dalla prima delle tre manifestazioni di questo mese, con gli scontri, le cariche della polizia, una quarantina di arresti e una cinquantina di feriti.

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di Giuseppe Grosso

Mai così male: secondo i dati diffusi ieri dall'Agenzia nazionale di statistica, la Spagna ha toccato nel trimestre in corso il record storico di disoccupazione. Quasi un quarto della popolazione attiva (il 24,6 %) non ha lavoro: 0,5 punti in più rispetto al precedente picco negativo, registrato nel 1994, e quasi un milione di posti di lavoro bruciati rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
Tutto questo a pochi mesi dall'ultima riforma del lavoro targata Partido Popular, che, alla prova dei fatti, disattende in maniera eclatante l'obiettivo dichiarato di voler risollevare il mercato del lavoro.

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di Alfiero Grandi

Sono stati pubblicati i compensi ufficiali dei manager italiani nel 2011. Il dato è impressionante. L’indice della borsa italiana è sceso del 25 % ma i manager delle stesse aziende hanno aumentato le loro retribuzioni. In particolare i 100 più pagati hanno incassato nel 2011 ben 352 milioni di euro complessivi. Con un aumento di 50 milioni sull’anno precedente, pari al 16,5 % di aumento su base annua. Una voracità non comune.
A fronte di questi compensi ci sono le retribuzioni dei lavoratori dipendenti che non recuperano neppure l’inflazione.
Secondo l’Istat le retribuzioni contrattuali sono aumentate dell’1,8 % contro un’inflazione del 3,3 % e il salario lordo medio annuo nel 2011 è circa 23.000 euro

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di Francesco Paternò

La Fiat esce indenne dall'incontro con il governo durato oltre cinque ore e mezza. Nel comunicato congiunto delle 21,40, del piano Fabbrica Italia e degli investimenti per 20 miliardi entro il 2014 non si parla più, come aveva già annunciato Sergio Marchionne; si ricordano piuttosto 5 miliardi di investimento «realizzato negli ultimi tre anni». Fiat e governo faranno un gruppo di lavoro comune, mentre il futuro degli stabilimenti italiani e dei suoi lavoratori è affidato (come sempre Marchionne aveva anticipato) alla capacità di esportare all'estero di alcuni prodotti e agli utili provenienti dalla Chrysler e dai mercati americani.

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Stando all’Associated Press, l’ONU ha dichiarato che «la maggior parte delle 108 vittime del massacro di Houla della scorsa settimana sono state uccise con colpi a bruciapelo. Donne, bambini ed intere famiglie, tutti ammazzati con colpi di arma da fuoco nelle proprie case».

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melen

Di Anna Maria Merlo

Occhi puntati dell'Ue su Parigi. Il Ps apprezza Bayrou ma precisa: «Non c'è spazio per una alleanza di governo». Blindata ad Atene piazza Syntagma. A Belgrado, attesa senza speranza
Jean-Luc Mélenchon ha voluto chiudere, ieri sera, la campagna del secondo turno, con un ultimo meeting a place Stalingrad.

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