Rosa Rinaldi

120210pubblicoIl fantasma di una mega multiutility terrorizza chi difende i servizi pubblici del Nord Italia. Da giorni circola la voce della creazione di un mostro finanziario, da far nascere innanzitutto partendo dalla paventata integrazione tra Iren e A2a. A sostegno di questa idea sabato 11 febbraio a Milano si terrà un incontro pubblico promosso dall'Associazione Democratici per Milano dal titolo “Società di pubblica utilità: un’occasione per il futuro del Paese. A2A e le multiutility del Nord, quali prospettive”.

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«Con le piogge in Italia si contano nuovamente morti, feriti, crolli e disastri. Questo – dichiara Paolo Ferrero, segretario nazionale Prc – indica la grande opera da fare in Italia, che produrrebbe centinaia di migliaia di posti di lavoro: un piano di riassetto idrogeologico del territorio, gestito a livello locale per mettere in sicurezza i paesi, gli edifici, le strutture viabilistiche. Invece di sprecare soldi per opere inutili come la Tav sulla Torino-Lione, occorrerebbero investimenti importanti per la messa in sicurezza del paese. È intollerabile che ogni episodio di maltempo si trasformi in un cataclisma: stop alla logica dell’emergenza, prevenire i disastri è possibile».

eni11L'industria chimica ha segnato la storia di diversi territori, compromettendone inevitabilmente il futuro. danni al suolo, alle falde, al mare, agli animali e alle popolazioni coinvolte in disastri ambientali  causati dall’industria chimica sono incalcolabili, e molto spesso sono tenuti nascosti.  Quando la salute del pianeta e di chi lo abita viene danneggiata si commette un crimine e chi ha promosso questo modello di sviluppo ha commesso un crimine.  
Se queste considerazioni fossero state fatte prima del 26 settembre del 1976, Manfredonia, un comune marittimo del foggiano, non avrebbe il più alto tasso di tumori polmonari della regione, il numero di malformazioni infantili non sarebbe ben al di sopra della media nazionale, nelle falde e nel mare i livelli di arsenico sarebbero nella norma.

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Una lettera di Roberto Mazza di “Salviamo il Paesaggio” per chiedere il rilancio di Marinella di Sarzana, territorio dalle grandi potenzialità e finora poco cementificato, che potrebbe diventare un possibile laboratorio di un modo nuovo di interpretare il territorio: turismo “slow”, litorale curato, agricoltura, ripristino di antiche tradizioni agricole e sostegno a quelle nuove, con ricadute positive anche per l’occupazione giovanile.

Caro Sindaco,

spesso Ella fa riferimento ala necessità di fermare il consumo di suolo ed alla rivitalizzazione dell’agricoltura locale, nel tentativo di dare alla nostra città una impronta slow ed eco-sostenibile. Ma non sempre a tali intenti seguono disposizioni urbanistiche e politiche coerenti.

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120316forumalternativoUna delegazione di Globalproject si trova a Marsiglia per seguire lo svolgimento delle assemblee e delle mobilitazioni del Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua. Il primo giro di interviste realizzate oggi ha coinvolto alcuni dei tanti partecipanti provenienti dall'Italia e presenti sul posto già da alcuni giorni.

Francesca Caprini, dell'associazione Yaku, racconta alla telecamenra di GP come la prima giornata del Word Water Forum, il forum ufficiale organizzato da banche e multinazionali, si sia caratterizzata da un'ingiustificabile azione repressiva, con il risultato finale di 5 arresti e molti mediattivisti trattenuti per ore, da un'ingente mobilitazione militare che è perdurata fino al termine dei convegni. Tra gli arrestati anche due italiani, individuati dagli organizzatori del forum ufficiale attraverso delle fotografie e accusati di aver portato sostanze illegittime nei padiglioni del forum, ovvero "acqua pubblica".

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Ci associamo alle 24 organizzazioni contadine, ambientaliste, dell'agricoltura biologica e del mondo sindacale che chiedono al Movimento 5 Stelle di ritirare la proposta di legge che accelera la sperimentazione in pieno campo dei cosiddetti "Nuovi OGM". Un tentativo di deregolamentare i prodotti derivati da alcune biotecnologie considerate "di ultima generazione" che ricorda l'operazione che tenta Cingolani col nucleare. In tutta Europa tornano all'attacco con queste biotecnologie che sono regolamentate da una direttiva frutto delle mobilitazioni di movimento di cui anche noi di RIfondazione Comunista fummo protagoniste/i. La Corte di Giustizia dell'UE ha già sancito che devono essere assoggettate alla direttiva comunitaria che le obbliga alla tracciabilità ed etichettatura. Le multinazionali e l'industria sementiera hanno bisogno di introdurre il nuovo cibo manipolato in laboratorio senza etichette per ingananre i consumatori. Difendiamo il principio di precauzione e le norme che tutelano la sicurezza alimentare e l'agricoltura e l'agroalimentare di qualità in Italia. Noi diciamo basta con questo sostegno all'agricoltura industriale, intensiva e biotecnologica, chiediamo che la ricerca si concentri sull'agroecologia e la vera transizione ecologica dell'agricoltura. Il M5S ci ha già rifilato Cingolani e la sua finzione ecologica. Pure gli ogm? No, grazie.

Elena Mazzoni, responsabile ambiente nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

Altro che transizione verde, altro che sostegni alle categorie in difficoltà.

Nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che circola negli ultimi giorni, spuntano gli aiuti per ENI e consorelle, in operazioni che vanno dai progetti di confinamento geologico della CO2 a Ravenna, contro i quali avevamo già espresso la nostra denuncia ai tempi del Piano Colao, a presunte bioraffinerie.

Il governo si prepara quindi a fare del PNRR un piano finanziario a vantaggio di aziende che operano in direzione diametralmente opposta all’obiettivo di definitivo superamento dei combustibili fossili, come si evince chiaramente dall’attuale piano industriale di ENI, assolutamente non in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e che rimanda le riduzioni delle emissioni di CO2 a dopo il 2030.

Se il Governo ha veramente a cuore l'ambiente inizi a tagliare le decine di miliardi di sussidi ambientalmente dannosi invece di usare una finta transizione energetica ed il ricatto occupazionale come scusa per ripetere il vecchio schema della socializzazione dei costi ambientali e delle perdite prodotte da aziende come ENI.

Abbiamo bisogno di investimenti nel settore dei trasporti pubblici sostenibili ed accessibile a tutte e tutti, nella scuola, nella sanità e non dell’ennesimo regalo alle multinazionali predatorie di territori e diritti.

Elena Mazzoni, Resp. Ambiente PRC-S.E.

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Alle/Ai segretarie/i regionali e delle Federazioni Prc-Se
Alle/ai componenti il CPN

Car* compagn*,

Dal 18 aprile è iniziato un ciclo di formazione politica ambientale alla scoperta del Testo Unico Ambientale-TUA.

Grazie alla collaborazione con Giovani Comunisti/e le lezioni di formazione politica ambientale "Il Rosso E il Verde", che si tengono ogni sabato sulla pagina fb Elena Mazzoni-responsabile nazionale ambiente PRC-Sinistra Europea, sulla pagina del Partito della Rifondazione Comunista e sulla pagina Giovani Comunisti/e, diventano delle dispense consultabili e scaricabili dal sito https://www.giovanicomunisti.it/formazione/ambiente/.
Oltre alla teoria troverete i contributi degli ospiti delle puntate.

Sabato 16 maggio parleremo di "tutela delle acque e di gestione delle risorse idriche".

Saranno nostri ospiti Marirosa Iannelli, autrice del libro "Water Grabbing" frutto della sua inchiesta giornalistica sulle guerre nascoste per l'acqua https://www.emi.it/marirosa-iannelli/water-grabbing, e Paolo Carsetti del Forum italiano dei Movimenti per l'acqua.

Fraterni saluti

Elena Mazzoni
Responsabile nazionale Ambiente Prc-SE

Care compagne e cari compagni,

la notte tra il 4 ed il 5 gennaio, il Mise e il Ministero dell'ambiente, hanno reso pubblica la mappa dei 67 siti “candidati” ad ospitare, entro il 2025, il deposito nazionale di 78mila metri cubi di scorie radioattive, più circa altri 400 metri cubi assai pericolosi, costituiti da combustibile non riprocessabile o da combustibili mandati in Francia e Gran Bretagna (a pagamento) per essere riprocessati, e che decadono in migliaia di anni. Resteranno nel Deposito per essere avviati a uno stoccaggio di profondità, anche se per ora non si sa dove, come e quando. Di certo c’è che, ad esempio, ad oggi a Trisaia in Basilicata alcuni contenitori che hanno 50 anni contengono una soluzione liquida di uranio arricchito, mentre a Saluggia, vicino a Vercelli e in riva alla Dora Baltea, giacciono 230 metri cubi di rifiuti liquidi ad alta attività sempre dentro a contenitori di 50 anni fa.

Si tratta di Comuni raccolti in cinque macrozone:

Piemonte con 8 aree tra le province di Torino e Alessandria, Comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo;

Toscana-Lazio con 24 aree tra Siena, comune di Pienza, Grosseto e ben 22 siti in provincia di Viterbo;

Basilicata-Puglia con 17 aree tra Potenza, Matera, Bari, Taranto;

Sardegna con 14 aree in provincia di Oristano e nel Sud Sardegna;

Sicilia, 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta (Comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera).

La spesa prevista, per il Deposito e il Parco tecnologico, è di circa 900 milioni di euro, che saranno prelevati dalle componenti della bolletta elettrica pagata dai consumatori.

La Sogin, la società che si occupa dello smantellamento delle vecchie centrali, nata nel 2001, costa, di sole spese di gestione, circa 130 milioni l'anno, pagati in bolletta. Di rinvio in rinvio ha programmato la fine del decommissioning nucleare al 2036, 49 anni dopo il referendum del 1987. La società ha accumulato enormi ritardi nella messa in sicurezza dei rifiuti nucleari nazionali e nello smantellamento degli impianti, spendendo sinora, tutti prelevati sempre dalla bolletta elettrica, più di 4 miliardi di euro per completare circa il 30% dei lavori. Solo due mesi fa la Sogin ha visto pressoché deserta l’ennesima gara per la realizzazione dell'impianto Cemex per la messa in sicurezza dei più pericolosi rifiuti radioattivi italiani, quelli liquidi di Saluggia.

Il 30 ottobre scorso la Commissione europea aveva aperto verso il nostro Paese la procedura di infrazione per non aver ancora adottato un programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi, in linea con la direttiva sul combustibile esaurito e sui rifiuti radioattivi del 2011.

In allegato a questa comunicazione trovate la documentazione per accedere alla consultazione pubblica come comitati o istituzioni locali.

Altre informazioni sul sito, dal nome piuttosto ottimista, del deposito nazionale Deposito Nazionale: Scriviamo insieme un futuro più sicuro per Italia

A disposizione per qualsiasi chiarimento

Elena Mazzoni
Segreteria nazionale, Responsabile Ambiente PRC-SE

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