di Stefano Cristiano*
Credo sia giunto il momento per tutta la sinistra di riflettere seriamente su quanto sta accadendo a livello nazionale e sui riverberi che ciò potrebbe avere a livello locale.
di Stefano Cristiano*
Credo sia giunto il momento per tutta la sinistra di riflettere seriamente su quanto sta accadendo a livello nazionale e sui riverberi che ciò potrebbe avere a livello locale.
Un guasto tecnico al sistema editoriale non ci ha purtroppo consentito di pubblicare in pdf, sin da sabato, il numero speciale di Liberazione che è stato diffuso in 5.000 copie durante la manifestazione della Federazione della sinistra. Come potete vedere, il guasto è stato riparato e il giornale è ora sfogliabile e stampabile a cura delle strutture e dei lettori.
In queste settimane sono in corso di svolgimento riunioni regionali per il rilancio del giornale e dell'indispensabile autofinanziamento, condizione decisiva per la ripresa delle pubblicazioni. Agli incontri, che vedono la partecipazione dei circoli territoriali, sono presenti Marco Gelmini, della segreteria, e Dino Greco, direttore di Liberazione.
La mobilitazione avviata dal movimento dei i Forconi si fonda su una crisi economica devastante, che in Sicilia sta distruggendo da tempo interi comparti produttivi, soprattutto quello agricolo e della pesca, e che è resa ancora più drammatica dall’assenza di contrasto alle politiche comunitarie, ai provvedimenti fallimentari di Lombardo e alla manovra economica del governo Monti. L’aumento spropositato del gasolio e della benzina, dell’IVA, dei ticket autostradali e dei traghetti creano grosse difficoltà economiche alle imprese ed hanno effetti recessivi e inflazionistici che vengono scaricati sulle fasce più deboli della popolazione.
Nella mattinata di domenica 6 novembre, è venuta meno la compagna staffetta partigiana Nori Brambilla ( Sandra) vedova del compagno Giovanni Pesce (Visone) Comandante GAP e Medaglia d'Oro al Valor Militare della Resistenza.
Parlare in poche righe della Compagna Nori-Sandra è cosa impossibile anche per chi l'ha conosciuta nella battaglie, che assieme al compagno Pesce, facemmo molto prima negli anni per evitare la fine del Partito Comunista Italiano cominciata alla "bolognina" e conclusasi con lo scioglimento dello stesso PCI.
Ferrero apre l'assise «Napoli è la metafora di quello che siamo noi: grandi cadute, ma anche gradi rinascite»
di Rocco Sessa
Al via l'ottavo congresso di Rifondazione comunista. Per tre giorni nel capoluogo campano si danno appuntamento i comunisti di tutta Italia. Quando alle 15 di sabato si aprono i lavori con i saluti inviati dal presidente della Repubblica Napolitano, la platea è gremita. Ci sono tutti i rappresentanti dei partiti della sinistra: Oliviero Diliberto del Pdci, Peppe De Cristofaro e Arturo Scotto in rappresentanza di Sel, Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori, Cesare Salvi Partito del Lavoro.
di Andrea Di Stefano
L'intesa Lega-Pdl, o meglio Maroni-Berlusconi sotto il ricatto di Formigoni e Cl, deve spingere la coalizione Ambrosoli a un immediato scatto in avanti per erodere il terreno che in questi anni ha costituito la coltura degli Ogm leghisti: intere fasce dei ceti popolari che sono stati abbindolati dalle promesse anti globalizzazione dell'asse Tremonti-Lega. Il centrosinistra può e deve vincere se non avrà paura di avanzare proposte forti in grado di rispondere alle paure dei lombardi che oggi si chiamano povertà e disoccupazione.
Per questo sin dalle Primarie ho caratterizzato la campagna con alcune proposte «forti»: reddito minimo garantito dentro programmi di welfare municipale, una nuova politica economica che abbia il suo asse portante su sostenibilità e smantellamento alla radice del sistema economico-affaristico Cl-Compagnia delle Opere cresciuto grazie a una oliatissima macchina amministrativa deviata al servizio di questo modello.
di Luciano Muhlbauer
In Lombardia l'unica certezza è che Formigoni è finito, ma quanto al formigonismo, vabbè, è tutta un'altra storia. 17 anni sono infatti un tempo lunghissimo, che non solo annebbia la mente degli uomini, ma soprattutto sedimenta un sistema di potere pervasivo e un intreccio di interessi e complicità allargato, dove pubblico e privato, lecito ed illecito si confondono strutturalmente. Forse a qualcuno questa premessa potrà sembrare superflua o persino banale, ma sono ancora troppi quelli che pensano che sia sufficiente togliere Formigoni per togliere anche il dolore. Le cose sono però più complicate.
di Irene Bregola
A Comacchio Fabio Cavallari, consigliere uscente della Fds e esponente di Rifondazione Comunista, vince, con il 71% dei voti, le primarie della coalizione
Di Claudio Grassi
Ha proprio ragione il premier Mario Monti a dire: che monotonia. Solo che a darmi noia non è il fatto che pochi fortunati godano ancora della sicurezza del posto fisso (tra l'altro vien da chiedersi se nel bel mezzo di una crisi devastante esista ancora un lavoro "sicuro"). Bensì il fatto che da oltre dieci anni il dibattito pubblico sul lavoro sia incentrato sugli stessi dogmi. Libertà di licenziamento, flessibilità del lavoro, cancellazione dei contratti nazionali. Tutti ricordiamo la grande mobilitazione del 2002 contro l'abolizione dell'articolo 18, le battaglie della Fiom in difesa del contratto nazionale, le lotte contro la precarietà. In quegli anni un vasto fronte di sinistra capì che dietro il ritornello della flessibilità del lavoro si celava una precisa strategia di classe: bonificare l'economia da ogni influenza del sindacato, lasciando solo e senza difese ogni singolo lavoratore dinanzi al potere dell'impresa e del mercato.