di Giornalettismo

Un trafiletto del fatto a firma dell’ottimo Vittorio Malagutti ci racconta un episodio curioso che appartiene alla vita di Vittorio Feltri, baby pensionato andato in ritiro del 1997 a 32 anni:

Per rimettere in sesto i conti pubblici bisogna innanzitutto intervenire sulle pensioni innalzando l’età in cui si smette di lavorare.

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Paolo Ferrero
Parte il governo Monti. Nello stile e nei toni diversissimo dal governo Berlusconi. Nei contenuti no. Il programma presentato alle camere è integralmente neoliberista. Fin nelle virgole. E' la prosecuzione, radicalizzata dalle richieste europee, delle politiche già messe in atto da Berlusconi e Sacconi, confermate per intero. Dalle privatizzazioni alle liberalizzazioni passando per il taglio della spesa pubblica, la manomissione delle pensioni e di cosa rimane del mercato del lavoro, fino alla reintroduzione dell'Ici sulla prima casa. Il tutto ovviamente senza dire una parola sulle rendite finanziarie, sulle cause della speculazione, sulle sciagurate politiche europee, che - al contrario - sono per il governo da applicare sotto dettatura.

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di Moni Ovadia

A Tolosa, un "folle" cavalcando uno scooter, armato di una pistola, ha assassinato esseri umani innocenti, grandi e piccoli con feroce determinazione animata da un odio nutrito con ossessione fanatica. Questa volta sono ebrei, colpiti proditoriamente nella loro istituzione educativa.

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di Moni Ovadia

Il presidente di Consob Giuseppe Vegas in occasione del sua relazione annuale tenuta in piazza Affari a Milano, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, in alcuni dei passaggi più forti del suo discorso, ha usato parole che non avrei pensato di ascoltare da un uomo importante della

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121011marchionnedi Franco Frediani
Si rasenta il grottesco. Mentre l'Italia arranca, con le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine della terza settimana del mese, i "privilegiati" continuano a dominare la scena. Persone avide, che inseguono il potere, che farebbero di tutto pur di "arrivare alla meta", se non l'hanno già raggiunta. L'esempio più eclatante l'abbiamo avuto con Berlusconi, che ogni giorno riusciva a convogliare su di sé l'attenzione dei media, a riempire le cronache dei quotidiani vendendo in maniera magistrale il suo pur avariato prodotto. Non vogliamo ripetere l'errore ancora una volta, e per non farlo sarà bene motivare ogni volta le ragioni dell'argomentare su quelli che stanno diventando i "soliti noti". I nomi dicono già molto, Sergio Marchionne e Matteo Renzi. Due personaggi che probabilmente sarebbero riusciti a risultare antipatici persino a Suor Maria Teresa di Calcutta.
Si da però il caso che, i due personaggi in questione, non siano avulsi da questioni assai più importanti di una sterile quanto apparente polemica.

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121010precari2di www.sbilanciamoci.info
I dati sulla disoccupazione sono impietosi: sale a oltre il 10% la disoccupazione totale, 35% quella giovanile; prosegue il calo di occupati tra i giovani e nella fascia d’età 35-49 anni.
Sono questi i dati dell’Istat nella rilevazione relativa al secondo trimestre del 2012. La contrazione dell’occupazione, in primo luogo causata dai contratti temporanei non rinnovati e poi proseguita con un calo dell’occupazione complessiva, è solo un aspetto della trasformazione del lavoro che si osserva dentro la crisi. Contemporaneamente, assistiamo a una trasformazione qualitativa della domanda di lavoro: se nel 2008 la quota di assunzioni stabili era del 23,6%, già nel 2010 queste rappresentavano solo il 18,9% della domanda di lavoro con una tendenza alla diminuzione[1].

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pattaDi Gianpaolo Patta

È ripartita alla grande la campagna per il superamento dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Campagna che ha preso il posto nei tempi più recenti di quella più antica contro la scala mobile. Quando il capitalismo entra in crisi, ieri come oggi, non si trova di meglio che addossarne la responsabilità ai diritti e alle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Inutile, chiedere di verificare se dopo l'abolizione della scala mobile del 1992, il paese stia in una situazione migliore di allora. Nessuno dice che da quando nel 92-93 vennero bloccate le pensioni, privatizzate le banche, elevata la pressione fiscale, cancellata la scala mobile, e altri provvedimenti dello stesso segno di quelli che vengono presi o invocati oggi l'Italia ha semplicemente smesso di crescere.

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berlusconi dellutridi Alberto Burgio
Se ne va? Non se ne va? Berlusconi è talmente inaffidabile che non sarebbe ragionevole azzardare pronostici. Ma forse non è nemmeno così importante saperlo.
Ancora un paio di anni addietro, non avremmo immaginato che il suo personale destino politico potesse apparire irrilevante. Berlusconi aveva il monopolio della rappresentanza di un composito blocco sociale e della direzione del centrodestra. Oggi è tutt'al più un comprimario, sempre meno influente, sempre meno ascoltato all'interno del suo stesso partito. L'insieme degli interessi che aveva saputo tutelare ha trovato un garante ben più autorevole. Se Berlusconi ha deciso di ritirarsi, non è soltanto perché i sondaggi dicono che la sua immagine è in declino. Medita un passo indietro anche perché la sua «rivoluzione» ha trovato il legittimo erede.

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121011magnetimarellidi Paola Natalicchio
È arrivato un fax, in azienda, martedì pomeriggio, targato Ministero dello Sviluppo. Una comunicazione secca, che ha freddato gli 800 operai della Pcma Magneti- Marelli (ex Ergom) di via de Roberto a Napoli, da due anni in fermo produzione. Ieri doveva esserci un atteso incontro a Roma, al Ministero, con i vertici Fiat, per capire il destino anche di questi lavoratori dell’indotto che dal prossimo luglio finiranno gli ammortizzatori sociali e vedranno iniziare i licenziamenti. Ma l’azienda si è resa indisponibile. Via fax. E dunque i lavoratori hanno ripreso le iniziative di lotta.

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