Conferenza di Organizzazione - 14 e 15 gennaio 2023

IMMAGINARE IL FUTURO CAMBIARE IL PRESENTE
Conferenza Nazionale di Organizzazione del Partito della Rifondazione Comunista – Roma 14/15 gennaio 2023

note introduttive di Ezio Locatelli*

“Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”. (Antonio Gramsci)

Iniziamo questa Conferenza di Organizzazione con una bella notizia. Abbiamo centrato l’obiettivo della raccolta firme e della presentazione delle liste di Unione Popolare alle regionali del Lazio e della Lombardia. Buona compagna elettorale alle nostre candidate presidenti Rosa Rinaldi e Mara Ghidorzi.

Grazie alle tante compagne e ai tanti compagni che sono in presenza o in collegamento a conclusione di una discussione che ha coinvolto migliaia di iscritte e iscritti del nostro Partito. Non era affatto scontato questo risultato di partecipazione tenuto conto del travaglio che ha preceduto il varo di questa Conferenza, in non pochi casi sottovalutando il compito che ci siamo dati con l’ultimo Congresso Nazionale, ovvero quello di un salto di qualità del nostro Partito nella sua autonomia ideale, politica, organizzativa. Autonomia che va rivendicata con fierezza a fronte di chi pensa che le ragioni di una forza comunista siano superate. In occasione della Conferenza abbiamo condotto una inchiesta nel Partito e sul Partito- molti materiali stanno ancora arrivando - la prima nel suo genere. Questa parte sarà oggetto di una specifica comunicazione. Oltre al tema del rilancio del Partito la discussione ha assunto a pieno titolo, strada facendo, il tema di Unione Popolare, in altre parole quello della costruzione di un movimento in grado di catalizzare le tante energie disperse, frammentate, di dare il senso della praticabilità dell’alternativa.

Come dare seguito a questa traiettoria di lavoro - questo il punto da approfondire - in una situazione che non consente più a nessuno di ragionare come se fossimo in una continuità di fase. Siamo in un passaggio epocale segnato, per stare solo agli ultimi due anni, dalla pandemia, dalla crisi climatica, dalla rapida radicalizzazione della crisi economica e sociale, dalla guerra. Noam Chomsky usa il termine “precipizio” - questo è il titolo di uno dei suoi ultimi lavori – per descrivere la condizione di urgenza e di alto rischio del momento. Una condizione che ci obbliga a ri-tematizzare il senso stesso di crisi, termine sinora usato in chiave di una possibile evoluzione, aggiustamento, adattamento invece che nei termini di una crisi sistemica del capitalismo la cui portata investe la nostra stessa sopravvivenza. È esattamente questo scenario – l’esaurimento di un ciclo vitale - che non consente più a nessuno di svilire il tema del cambiamento nei termini offerti da una certa pseudo sinistra che via via è passata dall’idea della trasformazione a quella della governabilità, dalla prospettiva dell’alternativa a quella dell’alternanza. “Una politica senza visione, senza speranza di alternativa”, per stare a Donatella Di Cesare, che è all’origine del sistema corruttivo – altro che mele marce - emerso in queste settimane a livello di Parlamento europeo con il coinvolgimento di esponenti di primo piano del centrosinistra.

Mi ha molto colpito la lettera che una ventina di analisti vari del comportamento umano ha indirizzato al Presidente della Repubblica nei giorni scorsi. Una lettera che invita alla riflessione non alla repressione riguardo le scritte di protesta apposte sul portone del Senato da un gruppo di ragazzi. Un gesto clamoroso che dice dello sgomento di una generazione che con amara ironia definisce sé stessa “ultima generazione”, per le condizioni in cui è cresciuta: precarietà lavorativa, percezione di una crescente intollerabilità delle condizioni climatiche e ambientali, trauma prolungato dell’isolamento sanitario, spettacolo atroce di una guerra che promette di estendersi in ogni luogo della terra. Una generazione che nonostante tutto esprime un desiderio di opporsi a chi sta distruggendo quel poco che resta del futuro di tutti. A questi ragazz@ così come a quanti sono in lotta contro gli omicidi dell’alternanza scuola lavoro, contro il Tav e le troppe ingiustizie, cui il sistema non sa far altro che rispondere con la repressione e gli arresti, va tutta la solidarietà di Rifondazione.

Penso che vada prestata molta attenzione al significato di questi gesti.

Essi dicono che stante i fattori di rischio che abbiamo davanti il tema della prospettiva ce lo giochiamo in termini molto ravvicinati e radicali su quello che pensiamo di fare oggi. Oggi, non domani, con la necessità di intraprendere una trasformazione rapida del nostro modo di essere e di agire, una trasformazione che ancor prima di essere un problema organizzativo è questione culturale, di cambio di lenti concettuali con cui leggiamo la realtà. Quelle che abbiamo – lo si è visto anche in tante riunioni di questa nostra Conferenza- sono ancora in gran parte lenti offuscate dal senso di una sconfitta, dalle difficoltà che impediscono di vedere la crisi di sistema anche se questa è sotto i nostri occhi, che impediscono di vedere con chiarezza la direzione di un rinnovato impegno politico, ad immaginare una alternativa di società, ad avere un pensiero rivoluzionario. Che impediscono di vedere l’urgenza di un nostro salto di qualità. Ogni momento di crisi, come ci ricorda l’etimo, è un’occasione di scelta e di cambiamento. Proprio per questo penso che la sfida che abbiamo davanti sia incompatibile con qualsiasi atteggiamento consuetudinario, di adattamento, con l’incapacità di coltivare previsioni positive che sono un elemento cardine, indispensabile al lavoro di attivazione di nuove energie politiche.

Certo, se si guarda staticamente al quadro attuale queste previsioni possono sembrare azzardate. Al governo c’è una destra con radici che affondano nel fascismo del dopoguerra. C’è uno sbaglio che non possiamo commettere: lo spiegare i successi della destra, una destra che è cresciuta fortemente nel giro di pochi anni, con l’idea che vivremmo in un’epoca di destra. Questo significa guardare al risultato ma non al presupposto di questo risultato, al problema di una popolazione profondamente insicura, terribilmente delusa dalle politiche dei vari governi. Questa enorme parte di popolazione, dopo essere stata sospinta verso la parte bassa della scala sociale, o si è larghissimamente astenuta, rimettendo in discussione la propria appartenenza politica – basti dire che alle ultime amministrative è andato a votare soltanto il 28% delle classi meno abbienti - oppure si è rivolta in buona parte alla destra, in primo luogo a Fratelli d’Italia che, come è stato osservato, è diventato il primo “partito operaio”, ovviamente non dal punto di vista della rappresentanza sociale ma della percentuale di voto. Certo, in misura minore, una parte del voto dei meno abbienti è andata anche al M5S che tuttavia per le sue continue oscillazioni e posizioni controverse ha dimezzato il consenso di cinque anni fa. Esattamente il contrario è ciò che è accaduto al Pd diventato il partito delle classi benestanti, con livelli di istruzione superiore. Bisogna chiedersi come sia potuto accadere tutto ciò. Torna utile la spiegazione che Nancy Fraser dà della parabola che ha investito tanti partiti cosiddetti democratici. Al di là di muoversi sul terreno dei nuovi bisogni di segno culturale, di celebrare la “diversità”, la meritocrazia, l’”emancipazione” in chiave mercatista questi partiti hanno perso qualsiasi contatto con le questioni più propriamente sociali che attengono non soltanto alla sfera economica ma a quello della cura, della riproduzione sociale, ovvero all’ambito in cui si concentra maggiormente lo sfruttamento delle donne. Un quadro, per l’appunto rovesciato, rispetto a quanto avveniva un tempo, quando la sinistra parlava e raggiungeva soprattutto gli elettori con stipendi bassi e cultura inferiore e li faceva sentire rappresentati.

Sin qui lo stato di cose presente destinato ad aggravarsi qualora venisse approvato il progetto aggressivo di autonomia differenziata che va nel senso di disconoscere bisogni e interessi sociali, a dissolvere. i principi di universalità e di uguaglianza, a sostituire un sistema di diritto pubblico con un sistema di diritto privato. Detto ciò, il problema non è di vedere solo dove siamo ma dove stiamo andando. Mi rifaccio alle parole di Emiliano Brancaccio quando scrive che nella nuova situazione di aumento esponenziale delle disuguaglianze, di nuovi motivi di contrasto tra vittime e beneficiari della crisi sociale – cito testualmente - “la disgregazione e la ricomposizione della lotta politica avverrà di nuovo lungo la linea divisoria delle classi contrapposte…”. Addirittura, c’è chi, per dire di nuove e possibili insorgenze sociali, parla del superamento del concetto di “modernità liquida”, un concetto che ha fatto epoca negli ultimi vent’anni per descrivere i processi di disintegrazione sociale, le difficoltà di compattare gli individui intorno a cause comuni. Un tema senz’altro da approfondire. In ogni caso ciò che va colto è che la fase di transizione che stiamo vivendo per molti aspetti è anche una fase di possibilità. Certo, senza farsi facili illusioni di avere davanti una fase lineare nella sua proiezione politica. Semplicemente ci sono possibilità che vanno colte:

  1. rimarcando la nostra alterità rispetto a un sistema politico delegittimato;
  2. costruendo una forza che stia sul terreno pratico dell’organizzazione degli interessi materiali delle classi popolari, avendo come riferimento le molte domande presenti nella società, di reddito, lavoro, casa, servizi, cultura, ambiente. Una cosa che abbiamo cercato di prefigurare con le campagne sociali in tema di reddito, lavoro, carovita, questioni sociali varie.

Il problema è di passare dalla prefigurazione alla capacità di dare voce a queste domande, al malcontento che c’è in questo momento per fasce maggioritarie di popolazione. È su questo terreno che dobbiamo ingaggiare una lotta per strappare settori popolari all’influenza del populismo reazionario.

A questo proposito credo sia da aggiornare lo schema di ragionamento sin qui assunto, quello di un sociale che non va separato dal politico e viceversa di un politico che non va separato dal sociale. Schema tuttora valido che non dà tuttavia conto che sul terreno eminentemente politico – un terreno connotato sempre più da una “disputa confinata nel recinto delle classi dominanti”, per usare ancora le parole di Brancaccio - noi siamo in una posizione perdente, al di là dei variegati tentativi messi in campo negli ultimi 25 anni a questa parte. Questo non significa, ovviamente, disertare il terreno politico statuale. Anzi bisogna fare il contrario, cercare di occupare quanti più spazi istituzionali fuori e contro il bipolarismo. Significa capire che la soluzione delle nostre difficoltà sta innanzitutto sul terreno della ripresa delle pratiche sociali e conflittuali che sono alla base di qualsiasi processo di soggettivazione e costruzione di immaginario collettivo. C’è un recupero di credibilità che va perseguito sul piano dei rapporti sociali, nel fare politica con le persone e per le persone. Con una specificazione che ritengo fondamentale. Fare riferimento ai soli settori che esprimono una qualche forma di coscienza sociale o politica è del tutto inadeguato, rischia di non andare oltre una idea della politica fatta da pochi e per pochi, di non incontrare la rabbia, il malcontento, la sfiducia ed anche la resistenza di milioni di persone che vivono sulla propria pelle il peggioramento delle condizioni di vita. Rischia di non incontrare il sentimento di estraneità di quell’ampia parte di elettorato popolare disincantata che ha smesso di votare. Soltanto stando dentro questo campo complesso e contradditorio possiamo pensare di riaprire la sfida per il cambiamento, per la ripresa di una soggettività politica nostra e della sinistra. Questo è il punto da comprendere: la necessità di costruire politiche diverse che si portino appresso un maggior numero di persone diverse

Fin qui le cose che si dovrebbero fare. Ma Rifondazione Comunista, per dire di un interrogativo emerso in sede discussione, è lo strumento adeguato a svolgere questo lavoro politico? Non corriamo il rischio di teorizzare delle necessità astratte in rapporto alle forze che abbiamo? Questo rischio di sconnessione esiste. Cresce con il passare del tempo il rischio di una militanza consunta che tende sempre più a estinguersi, a diventare atto di fedeltà invece che pratica di cambiamento. Proprio per questo l'obiettivo che dobbiamo porci è quello della rigenerazione, della ricostruzione, cogliendo i segni di novità, i varchi aperti, sapendo che gli spazi in questo senso esistono nella misura in cui si è in presenza di una soggettività organizzata. In ciò possiamo dire che vi è un forte ritardo, un irrisolto rispetto all’impegno assunto in occasione dell’ultimo Congresso Nazionale? Quell’impegno andava nel senso di compiere - testuali parole - “un deciso salto di qualità” anche attraverso “l’avvio di un percorso di rinnovamento che deve coinvolgere sia il nostro modo di essere che il gruppo dirigente”.

So bene, con questo, di toccare un nervo scoperto. Penso tuttavia che questo sia un punto decisivo che riguarda la tenuta e il rilancio della nostra esperienza organizzativa. Abbiamo imparato da Marx che essere comunisti non significa rimanere uguali a sé stessi. Cosa ancor più necessaria oggi. La transizione è cambiamento, disponibilità a mettersi in discussione, produzione di un nuovo livello di analisi, avvio di una trasformazione anche per quanto riguarda il nostro Partito nei termini, a scanso di equivoci, di una contemporaneità comunista. A questo proposito noi non possiamo essere un partito che parla di comunismo ma che si organizza secondo gli schemi di una forza genericamente alternativa, che pensa di supplire alla mancanza di insediamento sociale con una politica di immagine, con forme di personalizzazione politica. Forme autoreferenziali, passivizzanti. Vale la pena ribadire quanto detto in occasione delle modifiche che abbiamo apportato allo Statuto: l’obiettivo è la costruzione di un partito organizzato, non quello di un partito liquido. In ciò con un di più di partigianeria, di nettezza, di determinazione nel tracciare le linee di identificazione politica, il confine tra amico e nemico, a cominciare dall’idea fondamentale di un avversario di classe di cui la destra e il padronato fanno largo uso, a parti inverse, contro la povera gente senza avere di fronte un punto di vista altrettanto agonistico. Ed ancora il nostro modello di partito, diversamente dai partiti leggeri, elettorali, deve insistere sulla militanza, sull’appartenenza, sull’inchiesta e sull’insediamento sociale, sull’autofinanziamento tanto più che per un periodo non avremo più la possibilità di usufruire del 2x1000. Su questo ultimo punto rinvio alla comunicazione del tesoriere. Lavoriamo per un rinnovato partito delle iscritte e degli iscritti, radicato nella società, capace di una linea politica di massa. Il contrario di un partito che rischia di ridursi a svolgere un ruolo di commento, a raccogliere firme per le elezioni. Il completamento del tesseramento 2022 sarà possibile sino a fine gennaio con la possibilità di aprire subito l’iscrizione al 2023. La nuova tessera è dedicata alla lotta contro la guerra che riprende tra gli altri lo slogan ispiratore degli scioperi del 1943 “pane, pace, lavoro”. Per quest’anno l’obiettivo è di una informatizzazione dei dati del tesseramento senza costi aggiuntivi. Lavoriamo al ricambio generazionale come fattore di vitalità. Ricambio, sia detto, che non è rottamazione ma formazione politica e culturale di una nuova leva di quadri di cui siamo deficitari. Lavoriamo a un partito di donne e non solo di uomini. Lavoriamo a una nuova soggettività meticcia che metta insieme tutti gli sfruttati in bianco e in nero. Lavoriamo a fare delle nostre sedi delle vere e proprie Case del Popolo riprendendo in pieno il lavoro che è stato svolto su questo punto dal Partito Sociale.

Lo Statuto approvato dall’ultimo Congresso Nazionale contiene diverse novità utili, volte ad agevolare il radicamento nel territorio, nel tessuto sociale, l’approntamento di pratiche solidaristiche, mutualistiche, di auto-organizzazione. Tra queste la possibilità di costituire Circoli funzionali, i gruppi di lavoro, le assemblee regionali, i piani organizzativi regionali. L’introduzione dell’opzione del doppio segretario o del doppio portavoce sulla base di una pari rappresentanza di genere: Ed ancora l’uso del digitale non in forma sostitutiva della presenza fisica ma finalizzato all’ampliamento degli spazi e delle possibilità di partecipazione, di discussione com’è del resto nella modalità di svolgimento di questa Conferenza. Siamo ancora in una fase iniziale rispetto a molti di questi elementi di sperimentazione tranne che per i piani organizzativi regionali adottati in occasione della Conferenza.

Il punto è quello di non rimanere chiusi nella logica delle buone intenzioni, delle cose che dovrebbero essere fatte ma che non vengono attuate. Parafrasando un discorso di Piero Calamandrei mi viene da dire: “Lo Statuto è un pezzo di carta, lo lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”. Al fondo è questa la risposta a molti nostri problemi. Occorre avere, a tutti i livelli, molta più attenzione e cura al partito, alla sua concreta vita quotidiana, alla sua capacità di iniziativa. In una parola occorre dedicare più attenzione al partito come corpo collettivo. A cominciare dal funzionamento dei gruppi dirigenti nazionali, dai dipartimenti – alcuni dei quali come sanità e partito sociale sono da troppo tempo senza responsabili – la cui utilità è nella misura in cui si affermano come strumenti di lavoro in un rapporto costante, reale con l’intero Partito. Vorrei fosse chiaro: ciò che vale per il gruppo dirigente nazionale vale anche per i gruppi dirigenti regionali, di federazione oltre che di Circolo. La loro responsabilità è di garantire il buon funzionamento del Partito non solo al livello corrispondente ma in un processo di supporto che vada dal vertice alla base. Le istanze e le/iscritte di Partito devono ritrovarsi almeno una volta al mese per discutere dell’intervento politico nel proprio territorio. Detto ciò, il problema non è solo di funzionamento ma di forze, di fuoriuscita dallo stato di debolezza in cui ci troviamo. Forze che si possono recuperare, come ho sottolineato più volte, nel legame sociale e nell’attività politica quotidiana. Della costruzione di questi legami fa parte anche la proposta in aria da anni di un giornale che sia strumento di orientamento e di attivazione di una massa di iscritt@, simpatizzanti non altrimenti raggiungibili. È sicuramente importante e da sostenere la pubblicazione della rivista “Su La testa” quale strumento di approfondimento utile alla rifondazione comunista. Ma, detto ciò, non può essere che il nostro Partito sia l’unica forza comunista, di sinistra sprovvista di un periodico, di un giornale. Un settimanale o quindicinale on line, a costo zero, con possibilità di essere riprodotto su cartaceo, che non sia di informazione spicciola ma, per dirla in termini classici,“organizzatore collettivo”. Un piccolo partito come il nostro che vive e lotta in un sistema dominato dall’uso sempre più spregiudicato dei grandi mezzi di comunicazione non può fare a meno di uno strumento di questo tipo. Per quanto riguarda più direttamente il nostro dipartimento pensiamo di riprendere la pubblicazione di “dire fare Rifondazione” come strumento organizzatore di un partito militante, di socializzazione delle pratiche sociali del Partito.

Infine, in questa Conferenza l’errore che non abbiamo fatto è di chiudere il dibattito su una idea di ripresa del partito in uno spazio separato, di sciocca autosufficienza. Nostra convinzione è che senza una qualche forma di convergenza delle forze antagoniste diventa difficile uscire dallo stato di debolezza in cui noi stessi ci troviamo. Questo progetto, da qualche mese a questa parte, ha preso il nome di Unione Popolare. Non un nuovo partito – questa la nostra ferma convinzione - ma un movimento politico plurale, antiliberista, pacifista, ambientalista, antifascista, antirazzista, antipatriarcale, meridionalista - dove convivano a pari titolo partiti, organizzazioni sociali, culturali, singoli. Un movimento che deve diventare, in prospettiva, una cosa molto più grande della somma delle forze che lo compongono. Per certi versi questo indirizzo ci riporta alla Prima Internazionale, l’associazione che riuniva organizzazioni di natura e di statuti assai differenti: partiti politici, sindacati cooperative, associazioni civili, personalità. Al di là del diverso contesto e delle diverse forme la lezione fondamentale di quella prima esperienza è il rispetto democratico del principio delle diversità. Per noi Unione Popolare deve essere un movimento di opposizione a bassa soglia di ingresso, fondato sull’adesione a un programma antiliberista e a proposte concrete, strumento di partecipazione elettorale, di costruzione di campagne di massa. Per parte sua Rifondazione Comunista è un partito, una forza dichiaratamente comunista che lotta contro il capitalismo per una società di liberi e uguali, che ha come punto di vista privilegiato quello del movimento reale, che ha tra i suoi compiti quello della formazione, della costruzione del conflitto di classe, dell’unificazione e organizzazione politica degli sfruttati, della costruzione di un movimento di massa. Abbiamo già avuto modo di dire in altre occasioni che noi non chiediamo ad altri/altre di sposare la causa comunista ma nessuno può pensare che la costruzione di un movimento di alternativa, quanto mai urgente e necessario, si possa fare sulla base del superamento di una forza comunista che ha una sua autonomia.

Ora in Up è aperto un passaggio di discussione sulle forme organizzative da adottare in tema di adesione, partecipazione, modalità decisionali, organizzazione. In una parola sulle forme di democratizzazione che fuoriescano da forme verticistiche. Una discussione quanto mai necessaria come è apparso evidente in occasione della discussione sulle imminenti elezioni regionali. Discussione controversa, tardiva che ha disorientato e penalizzato i territori con conseguente slittamento della raccolta firme che le compagne e i compagni dei territori hanno dovuto affrontare nel periodo più proibitivo dell’anno, in un clima di incertezza e di difficoltà. A loro non può che andare il ringraziamento di tutto il partito per l’impegno profuso. Ora questa discussione che riguarda il percorso di democratizzazione le forme organizzative di Up, oltre che il progetto, deve essere affrontata da parte nostra con chiarezza d’intenti e di mandato alla delegazione di Rifondazione che è al tavolo nazionale di Up. Come ho già avuto modo di dire nell’ultimo Cpn questa delegazione deve essere sancita democraticamente nelle sedi preposte a farlo. Riguardo le questioni che andremo a discutere, uno tra tutti, il tema non di poco conto della modalità di adesione a Up. È mia convinzione che nel favorire l’avvicinamento e il coinvolgimento delle/dei tanti che non sono iscritt@ a nessun partito in ogni caso deve essere riconosciuto il diritto per le/gli aderenti ai partiti promotori di essere partecipi a Up sulla base della tessera di organizzazione, senza doppie tessere. Il tema, certamente, va approfondito ma avendo presente che un partito è un organismo collettivo che decide le sue scelte su base collettiva, non dando corso a doppie tessere che finirebbero per diventare motivo di divisione del nostro Partito. Per chiudere questo capitolo, togliamoci dalla testa che Up si possa costruire per via politica o solo sul piano delle regole. Le difficoltà che abbiamo avuto in questi anni di messa in moto di un processo di coagulo di forze sono difficoltà legate per lo più all’assenza di spinte sociali. Come dice Marx: “non vi è mai movimento politico che non sia sociale nello stesso tempo”. Dunque, quello che vale per Rifondazione Comunista vale anche per Unione Popolare. Per qualsiasi passo in avanti va costruita la forza di una iniziativa e di una mobilitazione.

Infine, c’è il tema che riguarda il nostro Partito e i suoi gruppi dirigenti la cui principale fonte di legittimazione non è nell’esercizio di un potere di conformità ma nella capacità di definire obiettivi, di mobilitare la base, di rafforzare l’identità del Partito, di avere riguardo per le regole di vita interna, per il confronto collettivo. Questo è quello che tiene insieme e coeso un partito comunista. Sbaglieremmo a sottacere i problemi, i motivi di divisione emersi al nostro interno. Motivi che non vanno rimossi né caricaturati ma affrontati per quelli che sono, mirando sempre al merito e alle proposte politiche, alla ricerca dell’unità non di maniera ma di fatto. L’idoneità di un gruppo dirigente è anche in questo costume politico.

Concludo. Con queste note introduttive, unitamente al documento a suo tempo approvato in sede di Comitato Politico Nazionale, abbiamo abbozzato un indirizzo, una traccia di lavoro per l’operato del Partito con l’obiettivo di una inversione di tendenza all’indebolimento delle nostre forze, di tornare a crescere.

Riassumendo i compiti prioritari che dobbiamo porci indico otto punti:

  1. sul piano del rafforzamento organizzativo più lavoro di cura politica e organizzativa nei confronti del Partito. Dopo questa Conferenza le strutture regionali e provinciali devono tornare a riunirsi per affinare il lavoro di rilancio del Partito mettendo all’ordine del giorno, tra le altre cose, l’avvio della campagna di tesseramento 2023, il tema dell’autofinanziamento;
  2. sul piano del rafforzamento politico piena valorizzazione delle nostre sedi di discussione e confronto collettivo. Promozione di una riflessione strategica sulla fase e su una proposta di intervento politico uscendo dalla genericità dei proclami e dei comunicati stampa;
  3. rafforzamento della comunicazione avendo come punto qualificante l’uscita di uno strumento informativo e di orientamento settimanale o almeno quindicinale
  4. rafforzamento culturale e informativo costruendo una proposta, una cultura e un immaginario comunista in grado di esprimere in termini positivi il nostro progetto di rifondazione comunista. Istituzione di una scuola di Partito;
  5. Rilanciare l’attività di formazione a tutti i livelli, facendola diventare un modo di
  6. praticare l’internità ai conflitti, riorganizzando a tal scopo il lavoro politico a tutti i livelli. Riprendere e rilanciare il lavoro che è stato fatto attraverso il “partito sociale”;
  7. connettersi con le nuove generazioni dotandosi a ogni livello di un progetto di intervento specificatamente rivolto alle nuove generazioni. Decisivo è un rapporto positivo e sinergico con l’organizzazione delle /dei Giovani Comuniste/i, organizzazione che va rilanciata;
  8. costruire Unione Popolare nei termini di un movimento di aggregazione di un progetto condiviso della sinistra di alternativa. No a doppie tessere. L’iscrizione a Rifondazione Comunista vale come adesione a Unione Popolare.

A questo proposito penso che sarebbe quanto mai opportuno, onde evitare discussioni a vuoto, andare a una verifica periodica delle cose che si dicono e delle cose che si fanno, dei risultati conseguiti. Dicevo all’inizio del travaglio di questa Conferenza. A bilancio penso che andrebbe fatta una Conferenza di Partito non una volta tanto ma una volta l’anno, con meno problemi e più convinzione da parte dell’intero gruppo dirigente. Non dimenticando mai che la nostra alterità vera, oltre che sul piano della linea, risiede nella pratica politica, nelle lotte che promuoviamo, nelle forze che organizziamo. Questo il carattere dell’impegno che dovremo cercare da qui in avanti di portare avanti.

*segreteria nazionale Prc-Se
responsabile organizzazione nazionale Prc-Se

Comincia oggi e proseguirà domani a Roma la Conferenza di Organizzazione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea. “Immaginare il futuro, cambiare il presente” è l'impegnativo slogan della conferenza che si svolgerà presso lo spazio sociale Spin Time, in via .Santa Croce in Gerusalemme.55

Si tratta di una scelta di solidarietà antifascista nei confronti di un'occupazione abitativa che Fratelli d'Italia ha annunciato di voler sgomberare.

La conferenza nazionale che si svolgerà in modalità mista - in presenza e in collegamento on line - è il punto di arrivo di un lungo percorso di discussione sui territori.

Rifondazione Comunista - impegnata con altre formazioni nel progetto di Unione Popolare - dal 1991 continua a andare in direzione ostinata e contraria rispetto all'omologazione del sistema politico. Continuiamo a lavorare per un'alternativa al neoliberismo e alla guerra, per la difesa e l'attuazione della Costituzione, per un eco socialismo del XXI secolo. Sentiamo l'urgenza di rendere il nostro partito uno “strumento” all’altezza della fase, al servizio della ricostruzione di una sinistra popolare nel nostro paese, di contrastare le destre, di contribuire alla ripresa delle lotte e del conflitto sociale.

I lavori si svolgeranno sabato 14 dalle-ore 10,30 alle-20.99 e domenica 15 dalle ore 9.30.alle 17.00.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale e Ezio Locatelli, responsabile organizzazione del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

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I/le compagn@ in indirizzo sono invitati a organizzare la partecipazione in presenza alla Conferenza Nazionale di Organizzazione di Rifondazione Comunista che si terrà a Roma presso l’Auditorium dello Spin Time, in Via santa Croce in Gerusalemme, 55 a partire dalle ore 10,30 di sabato 14 gennaio con termine alle ore 17 del 15 gennaio, secondo modalità indicate nelle circolare del 29.12.2022.

Come da regolamento gli/le aventi diritto al voto sono invitat@ caldamente alla partecipazione in presenza. Pertanto le/i compagn@ in questione sono invitat@ oltre che a provvedere al più presto al pernottamento (il pernottamento è a carico dei partecipanti) via mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure per telefono 0686800116 (chiedere ad Alessandra specificando che è per Rifondazione Comunista). Per chi è in difficoltà economiche è possibile rivolgersi a Maria Teresa (cell. 3333519019) per usufruire di un numero limitato di posti presso abitazioni di compagn@).

Alle/ai compagn@ è chiesto inoltre di comunicare prenotazione per il pranzo allo Spin Time per i due giorni della Conferenza Nazionale entro e non oltre domenica 8 gennaio su mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Il link per il collegamento per i/le segretari/e di Circolo o di quanti non riuscissero ad essere presenti sarà inviato tre giorni prima dello svolgimento della Conferenza. Grazie per la collaborazione.

Saluti comunisti.

Ezio Locatelli, segreteria nazionale
responsabile organizzazione nazionale Prc-Se

Car@ compagn@

la presente per comunicare che la Conferenza di Organizzazione Nazionale di Rifondazione Comunista si terrà nei giorni sabato 14 e domenica 15 gennaio 2023 a Roma presso l’auditorium dello Spin Time, in Via Santa Croce in Gerusalemme, 55. I lavori, per il cui svolgimento seguirà una nota più dettagliata, inizieranno sabato 14 gennaio alle ore 10,30 e termineranno domenica alle ore 17.00.

…"La platea della Conferenza nazionale - come da regolamento consultabile sul sito nazionale, nell’apposito riquadro – è composta dalla Direzione nazionale, dal Comitato Politico Nazionale, dalle/dai componenti il Coordinamento nazionale delle/dei giovani comuniste/i, dalle/dai segretare/i delle federazioni e regionali, dalle/dai responsabili organizzazione regionali e di federazione e dalle/dai tesoriere/i regionali". Nel regolamento sono indicate anche le prerogative di individuazione di ulteriori compagne e compagni che spettano alla Direzione Nazionale.

"Alla Conferenza potranno intervenire attraverso piattaforma digitale le segretarie e i segretari di Circolo che hanno svolto le conferenze territoriali". Il link per il collegamento dei/le segretari/e di Circolo o di quanti non riuscissero ad essere in presenza sarà inviato tre giorni prima la Conferenza alle segretarie e ai segretari di federazione e regionali. Gli stessi dovranno provvedere a inoltrarlo alle compagn@ di propria pertinenza.

Il pernottamento a Roma, stante le ristrettezze economiche, è a carico dei partecipanti. Per il pernottamento la catena alberghiera Leonardi ha pattuito con la nostra tesoreria camere singole a 60 €, doppie a 90 € e triple a 120 €. Le prenotazioni vanno fatte via mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure per telefono 06 86800116 (chiedere di Alessandra specificando che è per Rifondazione Comunista). Per chi ha difficoltà economiche sarà possibile usufruire di un numero limitato di posti presso abitazioni di compagn@. In quest’ultimo caso rivolgersi – con largo preavviso - alla compagna Maria Teresa Imbellone (cell. 3333519019).

In occasione della Conferenza saranno consegnate ai regionali le tessere 2023 previo pagamento delle quote spettanti al nazionale. Le federazioni o i regionali nella loro funzione di coordinamento dei territori dovranno provvedere alla consegna dei tagliandi delle tessere 2021 e 2022 di pertinenza del nazionale.

Nel frattempo le federazioni sono invitate a completare il tesseramento 2022 e a comunicare i dati aggiornati del tesseramento all’indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Saluti comunisti

Ezio Locatelli
Segreteria nazionale, responsabile Organizzazione Prc-Se

Care compagne e cari compagni,

nel chiedere di completare al più presto lo svolgimento delle ultime Conferenze di Organizzazione a livello di Circolo o di Federazione che sono slittate per concomitanza di impegni vari, con la presente richiamiamo l’attenzione sulla modalità di svolgimento delle Conferenze regionali. Tali Conferenze, in base al regolamento che ci siamo dati, si svolgono sotto forma di Assemblee Regionali, secondo quanto previsto dall’art. 21 dello Statuto, col compito in particolare di predisporre il piano organizzativo regionale.

Sempre in base all’art. 21 dello Statuto. "L’Assemblea regionale è costituita: nelle regioni fino a 200 iscritte/i da tutte/i le/gli iscritte/i; nelle regioni sopra le/i 200 iscritte/i da: le/i componenti del Comitato politico nazionale e del Collegio nazionale di garanzia della regione; le/i componenti del Comitato politico regionale, del Collegio regionale di garanzia e del Coordinamento regionale delle/dei Giovani comuniste/i ove eletto; le/i componenti dei Comitati politici federali della regione; le/i segretarie/i dei circoli della regione; le/i referenti dei nuclei territoriali della regione che non fanno riferimento a nessun circolo; le/i compagne/i indicate/i dalla Segreteria regionale tenuto conto delle proposte delle/dei segretarie/i delle federazioni, in numero non superiore al 20% delle/dei componenti del Comitato politico regionale".

In allegato, insieme al verbale-questionario, vi inviamo il vademecum regionale utile come traccia per costruire il piano organizzativo regionale.

Chiediamo ai/le segretari/e regionali di ricopiare in questo modulo online il verbale e la documentazione prodotta.

La Conferenza Nazionale di Organizzazione si terrà a Roma il 14/15 gennaio 2023. Entro quella data tutte le Conferenze devono essere state svolte.

Nel rimarcare la positività del lavoro di svolgimento della Conferenza fin qui svolto che si è concretizzato in centinaia di incontri territoriali (tutt’ora in corso) chiediamo di fare uno sforzo straordinario per completare il tesseramento 2022 contattando tutti i Circoli, tutte le compagne e i compagni che devono ancora adempiere al rinnovo dell’iscrizione.

Saluti Comunisti

Ezio Locatelli, segreteria nazionale, responsabile Organizzazione Prc-Se

Care compagne, cari compagni,

come sapete il 6 dicembre ricorre il 15° anniversario della tragedia della Thyssen Krupp di Torino in cui morirono sette operai. Grazie alla nostra iniziativa importanti associazioni da sempre impegnate sui temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, hanno lanciato un appello per fare del 6 dicembre una giornata nazionale di sensibilizzazione e lotta sui temi della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. L’intento è in primo luogo quello di rompere il clima di assuefazione alla tragedia dei morti e degli infortuni sul lavoro e per il lavoro creato assimilandoli a tragiche fatalità su cui l’attenzione pubblica si spegne ancor prima di aver seppellito i morti.
Cosa molto importante perché è su questo contesto artificioso che hanno contato i governi degli ultimi 15 anni per smontare le leggi, come la 81 del 2008, al fine di ridurre i vincoli e le sanzioni nei confronti delle imprese che non le applicano; e per smantellare, con i tagli di fondi e personale, le strutture pubbliche dedicate alla prevenzione e ai controlli con il risultato atteso che per le imprese il rischio di essere sottoposte a controlli è così improbabile da indurle a non investire e violare le norme a tutela della salute e della sicurezza.
In secondo luogo ci si prefigge l’obiettivo di creare una rete nazionale in grado di dare continuità all’iniziativa su questa grande questione e di coinvolgere nella mobilitazione sull’importante piattaforma, che leggete nella parte finale dell’appello, lo schieramento di forze più ampio possibile.
Non c’è bisogno di sottolineare quanto il tema rischi di tornare tristemente d’attualità con le destre al potere delle quali la finanziaria chiarisce fin troppo bene l’intenzione di estendere su larga scala aumento dello sfruttamento, precarietà, lavoro nero e grigio e tutte le forme di illegalità.
Come Rifondazione Comunista abbiamo aderito all’appello, come hanno fatto Pap e Unione Popolare, e siamo impegnati a promuovere in tutte le città iniziative sul tema, da quelle più creative ( flash mob, disposizione di corpi veri o sagome o o lumicini o caschi nelle piazze rappresentanti i morti sul lavoro) a quelle tradizionali ( volantinaggi davanti alle Asl, all’Inail, all’Inl o davanti a fabbriche simbolo).
Le iniziative che dovrebbero svolgersi preferibilmente, ma non obbligatoriamente nel secondo pomeriggio del 6 dovrebbero collegarsi in una diretta nella quale si raccontano brevemente i motivi e i promotori dell’iniziativa. Col vostro impegno puntiamo su tantissime iniziative e collegamenti.

Ci sarà naturalmente un comunicato nazionale che vi verrà inviato preventivamente per uscire con comunicati locali.

Un abbraccio e buon lavoro!

Maurizio Acerbo, segretario nazionale Prc-Se
Antonello Patta, segreteria nazionale, responsabile Lavoro Prc-Se
Ezio Locatelli, segreteria nazionale, responsabile Organizzazione Prc-Se

di Ezio Locatelli* - 

Prepariamoci ad una ripresa del conflitto sociale. Diventa sempre più evidente, ogni giorno che passa, che quella che stiamo vivendo è una situazione tutt’altro che pacificata in cui vengono alla luce molti motivi di contrasto sociale. Perché questa situazione non ci crolli addosso e possa invece costituire un punto di svolta occorre avere chiara l’urgenza di uno scatto d’iniziativa, di una attivazione di forze, di forme di azione, occorre assumere consapevolezza dei nuovi compiti politici.

Sono ormai innumerevoli i dati sfornati da istituzioni e istituti di ricerca che attestano l’aumento spaventoso delle disuguaglianze di reddito e di ricchezza in misura mai vista prima. Da una parte la ricchezza straripante di poche centinaia di affaristi, top manager, imprenditori d’assalto. Apprendiamo che gli stipendi di quest’ultimi sono saliti sino a 649 volte in più della retribuzione di un dipendente (nel 1980 erano superiori di “appena” 45 volte). Dall’altra parte siamo di fronte a una massa enorme di disoccupati, precari, pensionati poveri, lavoratori e soprattutto lavoratrici con paghe da fame sottoposte alla falcidia del boom inflazionistico. L’ultimo rapporto Inps parla di un terzo di lavoratori dipendenti con paghe al di sotto dei mille euro, una misura neanche sufficiente per provvedere alla propria sussistenza, veri e propri “schiavi salariati” come li avrebbe definiti Karl Marx. Iniquità spaventose quale effetto di trent’anni di politiche neoliberiste predatorie ed ancor più oggi quale effetto di una crisi pandemica e di una guerra i cui costi sono scaricati senza ritegno su chi sta in basso alla piramide sociale. Iniquità all’origine di un magma di protesta e di rabbia sociale. Soltanto stando dentro questo campo complesso e contraddittorio, incontrando la rabbia, lo scontento, il senso di repulsione che c’è in milioni di persone possiamo pensare di riaprire la sfida per la costruzione di una nuova soggettività di cambiamento.

La frattura oltre che sociale è politica con i partiti di governo e di sistema che hanno esaurito la loro attrattività su gran parte dell’elettorato popolare. Questa parte di elettorato bistrattata, impoverita non nutre più alcuna fiducia o interesse nei confronti della politica politicante dei partiti tradizionali che hanno operato in senso contrario agli interessi popolari, per la demolizione di conquiste e diritti sociali. All’ultima tornata delle elezioni amministrative e poi a quelle politiche sono andati a votare quasi solamente le classi con reddito medio alto. Gli operai e gli elettori a basso reddito o non sono andate a votare o hanno votato a destra per frustrazione o protesta, non certo per adesione ideologica. Una destra che, sia detto, non trova di meglio che attaccare l’unico strumento di contrasto all’impoverimento di una parte crescente della società rappresentato dal reddito di cittadinanza. Lorsignori vanno avanti con le spese di riarmo e guerra  ai poveri. Con questa realtà sociale allo sbando bisogna fare i conti. Ci serve un partito e una proposta politica che parli al sentimento di estraneità di quella ampia parte di società disincantata, che ha smesso di votare o che vota contronatura. Dobbiamo essere coerenti con noi stessi, con la nostra proposta di alterità per non essere vissuti come una articolazione del sistema politico, di un sistema che ha prodotto con i governi di centrodestra e centrosinistra devastazioni sociali a non finire.

Il momento è cruciale. Siamo a un punto della crisi che può innescare processi di cambiamento, di lotte, di modifiche sociali che sfida qualsiasi cosa che passi per routine politica. In questo contesto la Conferenza Nazionale di Organizzazione di Rifondazione Comunista deve ambire ad una riorganizzazione delle nostre forze, a una ripresa di una iniziativa nella crisi sociale mossi dalla convinzione della indispensabilità di una forza comunista e della necessità di guardare al suo futuro. Di una forza non autocentrata ma che oltre alla propria esistenza e al proprio rilancio si ponga il problema di pensare alle forze del cambiamento nella loro dimensione generale. Rifondazione Comunista ha fatto la scelta di dare vita insieme ad altre forze a Unione Popolare. Lo abbiamo fatto con l’idea di costituire un movimento politico di massa che sia di riferimento per le classi popolari del nostro paese. Un movimento in itinere che metta insieme tutte le forze disponibili in opposizione al governo Meloni e alle forze che fanno parte del sistema di guerra. Detto in sintesi il rilancio di Rifondazione Comunista, la costruzione di Unione Popolare, l’internità all’organizzazione del conflitto di classe rappresentano i tre piani fondamentali di impegno per rilanciare la battaglia per l’alternativa e la trasformazione sociale. I prossimi mesi saranno decisivi per l’avanzamento dl questo nostro progetto politico. Spendiamoli bene.

*segreteria nazionale, responsabile organizzazione Prc-Se

man23

Car@ compagn@

con la presente chiediamo ai regionali Prc-Se di coordinarsi con le federazioni provinciali del Partito al fine di garantire, ovunque, senza eccezione alcuna, lo svolgimento delle Conferenze di Organizzazione territoriali entro i tempi previsti e secondo le modalità già indicate nelle circolari precedenti (ulteriori informazioni sono raccolte nel riquadro in prima pagina del sito nazionale dedicato alla Conferenza di Organizzazione).

Inutile ribadire che le Conferenze devono essere l’occasione per coinvolgere l’insieme delle compagne e dei compagni nel processo di riorganizzazione, rafforzamento della presenza e iniziativa politica del Partito in rapporto a quella che è la nuova fase politica e alla costruzione di processi unitari a sinistra (vedi Unione Popolare).

All’organizzazione nazionale Prc-Se vanno subito comunicate le date delle Conferenze regionali e quelle provinciali (le date delle Conferenze di Circolo saranno coordinate dalle Federazioni) nonché eventuali richieste di partecipazione alle stesse al seguente indirizzo mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Raccomandiamo altresì, contestualmente allo svolgimento delle Conferenze, di impegnarsi al massimo per portare a compimento il tesseramento 2022.

In attesa di un riscontro, fraterni saluti.

Ezio Locatelli
Segreteria nazionale, responsabile Organizzazione Prc-Se

Car@ compagn@,

di seguito inviamo il report dei due incontri partecipati che abbiamo avuto sul tema del diritto alla Casa e del caro bollette con i promotori della campagna “Noi non paghiamo” e con Unione Inquilini, con indicazioni utili all’avvio e alla promozione di un intervento politico su tali temi.

Nello specifico, alleghiamo bozze di volantino e documentazione varia (tra questa i ricorsi Onu), atta a svolgere una campagna sociale nei caseggiati popolari e ad attivare sportelli sociali:

Documentazione (7 allegati):

  1. Estratto Transform - ricorso ONU
  2. Indirizzi mail formulario e per inoltro ricorso
  3. Esempio di ricorso presentato
  4. Diffida al sindaco
  5. Report
  6. Esempio ricorso Firenze
  7. Come si presenta il ricorso al Comitato Onu

Volantini:

Per ulteriori informazioni rivolgersi a Monica Sgherri, responsabile nazionale politiche per la Casa Prc-Se (cell. 3355304554) che ha curato report e allegati vari.

Fraterni saluti e buon lavoro

Ezio Locatelli
Responsabile naz.le Organizzazione Prc-Se

Nicolò Martinelli
Responsabile naz.le Politiche Sociali Prc-Se

Monica Sgherri
Responsabile naz.le Diritto alla Casa, diritto all’Abitare Prc-Se

Car@,

il deliberato del CPN del 15/16 ottobre, come già sapete, ha riavviato il percorso di svolgimento della Conferenza Nazionale di Organizzazione “Immaginiamo il futuro, cambiamo il presente“, che si terrà il 14/15 gennaio 2023.

Vi comunichiamo nuovamente le date stabilite:

  • le Conferenze di Circolo (entro il giorno 23 novembre)
  • le Conferenze di Federazione (entro il 4 dicembre)
  • le Conferenze dei Regionali (entro il 18 dicembre e solo per motivi eccezionali entro e non oltre il 10 gennaio)

Vi trasmettiamo nuovamente copia del verbale e del questionario che attengono alle Conferenze di Circolo e di Federazione (i verbali per i regionali saranno trasmessi nei prossimi giorni) con indicate le modalità di trasmissione alle Federazioni e al nazionale.

E’ molto importante dedicare attenzione alla compilazione on line e all’invio tempestivo di tali moduli per monitorare l’andamento della Conferenza, per avere altresì il quadro sullo stato del Partito, delle proposte di riorganizzazione e del lavoro portate avanti nei territori.

Di seguito, vi trasmettiamo nuovamente i collegamenti per la compilazione on line dei verbali Circolo e Federazione e del questionario di Circolo:

Sul sito nazionale di Rifondazione Comunista, in un apposito spazio dedicato alla Conferenza, troverete tutto il materiale utile allo svolgimento della nostra discussione. Sempre in questo spazio abbiamo previsto di pubblicare contributi vari di discussione e di lavoro. I contributi andranno inviati all’indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Ci auguriamo che questo spazio venga colto e utilizzato come una opportunità per favorire una migliore circolazione orizzontale delle idee e delle esperienze tra i territori, il nostro corpo militante e i gruppi dirigenti.

Colgo l’occasione per chiedere a tutte le Federazioni e i Circoli di impegnarsi a fondo nella campagna straordinaria per il Tesseramento 2022, ponendoci l’obiettivo di reiscrivere il cento per cento delle iscritte e degli iscritti dell’anno scorso.

In allegato, vi inviamo Il Documento finale del CPN del 15/16 ottobre “Costruire l’opposizione alla guerra, al carovita, alle destre" e vi reinoltriamo i Documenti della Conferenza nazionale Organizzazione

Buon lavoro a tutte e tutti.

Ezio Locatelli
Segreteria nazionale, Responsabile Organizzazione Prc-Se

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Conferenza di Organizzazione

Relazione di Ezio Locatelli