Rassegna.it
120303spagnaQuasi un punto e mezzo di deficit in più rispetto a quanto concordato dal suo predecessore, Josè Luis Zapatero. Sorprendendo un po' tutti gli osservatori, il premier spagnolo Mariano Rajoy ha sfidato oggi la Commissione Ue e le ferree direttive di Berlino annunciando per il 2012 un deficit al 5,8% del Pil, anziché al 4,4%.
Una decisione presa tra l'altro senza parlarne con i colleghi europei, perché, ha spiegato Rajoy, si tratta una “decisione sovrana della Spagna”. Stupita la stampa spagnola, che si aspettava un 'allungo' del deficit 2012 ma solo di 'qualche decimo', e rilevava oggi che al summit di Bruxelles nessuno aveva dato segnali di apertura davanti alla situazione critica che Rajoy ha ereditato da Zapatero: un deficit 2011 all'8,5%, invece del 6% garantito dal governo socialista, una disoccupazione al 22,85% (in probabile aumento), previsioni di crescita negativa al -1,7% nel 2012, invece del +2%.

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Comisiones_Obreras

Redazionale

Si sono svolte domenica a Madrid, Barcellona e in altre 55 città le manifestazioni indette dai sindacati "Comisiones Obreras" e UGT contro la "riforma" del mercato del lavoro del governo di destra del Partito Popolare...

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121008spagnadi Giuseppe Grosso
Rajoy in caduta libera: 8 cittadini su 10 stanno con chi protesta (perfino il 61% di elettori Pp)
In Spagna l'inizio di quest'autunno non poteva essere più caldo. Dopo le proteste di «Rodea el congreso», anche domenica gli spagnoli sono scesi in piazza in 57 città contro la politica di austerità «antisociale» del governo conservatore di Mariano Rajoy. Il corteo più numeroso è stato quello di Madrid, dove alcune migliaia di persone hanno sfilato nella capitale dietro a uno striscione che sintetizzava così le cause della mobilitazione: «Più disoccupazione, più tagli, meno protezione».
La manifestazione è stata convocata dalla Cumbre social, una piattaforma di cui fanno parte più di 150 collettivi, tra i quali i sindacati maggioritari Comisiones Obreras (Ccoo) e Unión general de trabajadores (Ugt).

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di Luca Tancredi Barone

Il governo di Mariano Rajoy è rimasto solo. Ieri le Cortes spagnole hanno votato il piano di tagli più imponente di tutta la democrazia spagnola: 65 miliardi di euro che il governo del Pp ha dovuto approvare appoggiandosi esclusivamente sulla sua maggioranza. Per la prima volta da quando la destra ha assunto il potere in Spagna lo scorso dicembre, nessun gruppo parlamentare si è prestato a dare copertura politica al governo, neppure i catalani di Convergencia i Unió, al governo regionale con l'appoggio esterno del Partito popolare, che finora avevano quasi sempre appoggiato anche le misure più controverse del governo. Izquierda Unida ha abbandonato l'emiciclo durante il voto per protesta.

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algeria attaccodi Manlio Dinucci
Le drammatiche immagini dell'attacco al campo gasiero in Algeria, da parte di un commando definitosi jihadista, fanno il giro del mondo. Tecnici della Bp e della Statoil legati a esplosivi al plastico, uccisi dai sequestratori o durante gli scontri. Effetto garantito. Il ministro degli esteri francese Fabius lancia l'allarme sulla drammatica situazione algerina. Il premier britannico Cameron convoca il «Comitato Cobra» per le situazioni di emergenza. Il presidente Obama dichiara che l'attacco ci ricorda ancora una volta la minaccia posta da Al Qaeda in Africa e che gli Usa si muoveranno per far sì che fatti analoghi non si ripetano. Secondo notizie diffuse da fonti non ben identificate, il commando terrorista riceveva gli ordini tramite telefono satellitare dall'emiro Moctar Belmoctar, ex capo di «Al Qaeda del Maghreb islamico», ora a capo di una nuova formazione che ha base in Mali. Proprio dove (guarda caso) sta intervenendo militarmente la Francia e dove l'Unione europea sta per inviare una «missione di addestramento», formata da 450 specialisti della guerra (italiani compresi), che fornirà anche «consulenza alle operazioni di comando».

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121119gazadi Manlio Dinucci
Jamal, un commerciante di Gaza, era fuori domenica mattina quando una potente testata israeliana a guida di precisione ha centrato la sua casa, sterminando la famiglia: nove persone tra cui quattro bambini di 2-6 anni. Tre generazioni spazzate via in un attimo. Oltre 5mila palestinesi sono stati uccisi in dieci anni dagli israeliani a Gaza, di cui 1.200 solo nel 2009, più altri 2mila in Cisgiordania. Dei 70mila rapiti, oltre 6mila, tra cui più di 400 bambini, sono ancora imprigionati. Un prezzo altissimo, considerando che la popolazione dei Territori palestinesi occupati è di 5,5 milioni.

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di Giovanni Del Re

«Sconcertante». La definizione usata da alcuni negoziatori greci nei confronti delle richieste dei rappresentanti della cosiddetta troika ( i tedeschi - guarda caso - Matthias Mors per la Commissione Europea e Klaus Masuch per la Bce, più il danese Poul Thomsen per il Fmi) non poteva essere più plastica. Non a caso, al termine di due ore di colloquio con i tre, il ministro ellenico del lavoro Yannis Vroutsis non ha voluto rilasciare dichiarazioni, sfilando scuro in volto di fronte ai cronisti. In effetti, stando a indiscrezioni rilanciate ieri mattina dalla stampa greca, si sono materializzate le indiscrezioni già filtrate alcuni giorni fa (anzitutto sul Guardian britannico), soprattutto sul fronte del mercato del lavoro.

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121005erdogandi Michele Giorgio
Il premier turco Erdogan ieri ha ottenuto il voto favorevole del Parlamento alla sua richiesta di operazioni militari fuori dai confini nazionali (in Siria), all'indomani dell'uccisione di cinque cittadini turchi causata da un colpo di mortaio sparato dall'altra parte della frontiera. A nulla sono servite le scuse giunte da Damasco, frutto anche delle pressioni di Mosca. «Attraverso il nostro ambasciatore, abbiamo parlato alle autorità siriane le quali ci hanno assicurato che quanto accaduto al confine con la Turchia è stato un tragico incidente e che non accadrà di nuovo», ha detto il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov ieri a Islamabad. Il governo Erdogan però ha continuato ad usare un tono bellicoso, forte anche delle rinnovate dichiarazioni di pieno appoggio degli Stati Uniti e di vari paesi europei, tra i quali l'Italia.

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121112strisciadigazadi Franco Frediani
Ormai non fa più notizia, tanto che sembra quasi "una cosa normale", ma nella Striscia di Gaza si continua a morire! Tra giovedì 8 e domenica 11 novembre, 7 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco delle armi israeliane. La cronaca parla di vittime civili, giovanissime, tra le quali un ragazzino di 13 anni, Ahmed Younis Khader Abu Daqqa, ucciso mentre stava giocando a pallone con i suoi amici nel villaggio di 'Abassan, a est di Khan Yunis; una lista "irricivebile" che si allungherà nel pomeriggio di sabato 10, con l'aggiungersi di altre quattro giovani vite: Mohammed Ussama Hassan Harara (16 anni), Ahmed Mustafa Khaled Harara (17), Ahmed Kamel Al- Dirdissawi (18 anni), e Matar ‘Emad ‘Abdul Rahman Abu al-‘Ata di 19 anni.

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