di Angelo Miotto

Manca meno di una settimana alle elezioni del 6 maggio e, la grande protagonista, è l’incertezza. Un’incertezza che non è mai stata così profonda nella Grecia del bipolarismo più che trentennale, quando vincevano o i conservatori di Nea Dimocratia o i socialisti del Pasok. Quello che vincerà o perderà, il 6 maggio, è il blocco dei partiti (Nea Dimocratia e

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syriza20

Intervista a Nikos Xount di Argiris Panagopoulos
Samaras ha aperto ieri le consultazioni per la formazione di un nuovo governo con Pasok e altri partiti, mentre Syriza è già pronto per la sua battaglia, dopo la grande avanzata nelle elezioni di domenica, come principale partito di opposizione dentro il parlamento.
«Syriza ha fatto l'impossibile e continuerà a battersi per l'unità della sinistra contro il disastro che hanno provocato le politiche neoliberali delle troika», dice Nikos Xountis, europedutato di Syriza ed ex segretario di Synapsismos, la principale componente di Syriza, convinto che si stia aprendo una nuova stagione di lotte per Syriza e la sinistra europea.

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chomsky

di Noam Chomsky

Nel numero di gennaio-febbraio della rivista Foreign Affairs un articolo di Matthew Kroenig intitolato «È il momento di attaccare l'Iran»...

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di Joseph Halevi

Il viaggio del premier greco Samaras ha evidenziato la continuità di François Hollande col suo predecessore Nicolas Sarkozy. La Grecia rappresenta la cartina di tornasole nei confronti dell'austerità. Rompere l'austerità in Europa significa riconoscere la realtà dei fatti: Atene non può pagare il debito se non indebitandosi ulteriormente. La stessa cosa sta succedendo in Portogallo ove, dopo le misure di austerità, il drastico calo del gettito fiscale ha reso impossibile il raggiungimento degli obiettivi di bilancio.
Nei confronti della Grecia Hollande ha accentuato la pressione, appoggiando la richiesta tedesca e di Bruxelles di ulteriori sacrifici.

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afghanistan

di Fabio Amato

L'ennesima strage di civili compiuta da uno o piú soldati americani in Afghanistan sta svelando ancor di piú , anche a chi rimane disattento o silente di fronte alla continuazione dell'occupazione dell'Afghanistan, l'assurdità e la disumanità della guerra. Chi si ostina, in barba al buon senso e alla verità a voler chiamare missione di pace quella che continua ad essere una guerra, é servito. La barbarie compiuta nei villaggi contro civili inermi, non é solo l'opera di un pazzo.

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Fran-ois-Hollande-007

di Rossana Rossanda
François Hollande, socialista, è il nuovo presidente di Francia. Ed è la prima grossa spina nel fianco dell'Europa liberista. Della quale rifiuta le politiche di rigore e quindi il trattato intergovernativo sulla regola d'oro. Lo ha ripetuto instancabilmente, ancora domenica a mezzanotte, davanti alla folla stipata sulla piazza della Bastiglia, una folla mai vista, inattesa, che si è raccolta in tutte le piazze dell'esagono, prima di tutto in quella del suo collegio nella Corrèze, poi nel piccolo aeroporto di Brive, poi all'arrivo nell'aeroporto del Bourget e di là un corteo improvvisato di moto, auto, biciclette ad accompagnarlo - corteo allegro fitto e pericoloso - fino a Parigi, dove il servizio d'ordine ha stentato a fargli strada fino al palco sulla Bastiglia.

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di Mauro Ravarino

Oltralpe hanno dubbi: farla o non farla? La Torino-Lione, si intende. In Francia, il convincimento vacilla, anzi la realizzazione viene messa in discussione. Interrogativi legittimi durante la crisi economica. Ma qui, a valle del Monte Bianco (e del Rocciamelone), i dubbi sono diventati lesa maestà e si risponde con un più balcanico nema problema: «Una tempesta in un bicchier d'acqua» (Mario Virano, presidente dell'Osservatorio).
In realtà, non è tutto così tranquillo. I dubbi francesi li riporta Le Figaro, non certo un quotidiano progressista, citando la posizione del governo a guida socialista: «Riesaminare ed eventualmente rinunciare a dieci progetti di linee ferroviarie ad alta velocità, tra cui la Torino-Lione». Il ministro del bilancio, Jerome Cahuzac, ha dichiarato: «Lo Stato (Sarkozy, ndr) ha previsto una serie di progetti senza averne fissato i finanziamenti.

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di Fabrizio Tonello

Amburgo, Francoforte, Stoccarda, Monaco, Berlino: non c’è città tedesca dove i lavori stradali manchino di sconvolgere la circolazione, dissuadendo ulteriormente le automobili dall’entrare nei centri storici. I sindaci non hanno esitato a costruire parcheggi sotterranei ovunque, anche nelle piazze principali, e a rendere la vita così difficile ai veicoli a quattro ruote che tutti girano in bicicletta, o prendono gli efficienti tram senza protestare.

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di Giuseppe Acconcia

«L'austerità ha fallito» si leggeva sugli striscioni che giovani e operai tenevano in testa al corteo che ieri si è diretto verso Trafalgar Square nel cuore di Londra. Non solo la capitale ma anche Glasgow e Belfast si sono mobilitate contro l'annuncio del primo ministro, David Cameron, di «lacrime e sangue» per mettere in ordine i conti inglesi. Tuttavia, proprio in opposizione a misure di estrema austerità, il vice primo ministro, Nick Clegg, aveva annunciato nei giorni scorsi di non voler votare ulteriori tagli al welfare.

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