andaluciaRedazionale

Si sono svolte domenica 25 marzo le elezioni nelle regioni spagnole dell'Andalusia e delle Asturie.

Nella regione di Siviglia, governata fino ad ora dal Psoe che alle scorse elezioni del 2008 con il 48 % dei voti aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi (56 su 109), il dato più significativo riguarda l'astensione. 3 milioni novecentomila votanti contro i 4 milioni e mezzo del 2008 con una perdita secca di più di dieci punti percentuali (dal 72 al 62 %).

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121127palestinadi Franco Frediani
Avevamo ragione nel sottolineare l'importanza della decisione presa dall'Assemblea dell'ONU di legittimare la Palestina come stato osservatore della stessa Organizzazione. Il suo significato era ben chiaro anche per lo stesso stato israeliano, che da tempo aveva annunciato il suo secco e inoppugnabile NO. Le certezze di Israele stanno vacillando, e lo dimostra ciò che è emerso dalla riunione del suo governo che ieri (2 dicembre,ndr) si è riunito a Gerusalemme.

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121127palestinadi Paolo Ferrero e Fabio Amato
Auspichiamo per oggi un esito positivo in seno all'Assemblea Generale Onu in merito al voto sullo status della Palestina come stato osservatore non membro delle Nazioni Unite: è un atto dovuto, un primo passo, il minimo vista l’ostinazione con cui gli Stati Uniti hanno posto il loro veto contro il riconoscimento dello Stato Palestinese. L’Europa è purtroppo, come al solito, divisa: altro che premio Nobel per la Pace! E l’Italia del governo tecnico sostenuto da Pd, Pdl e Udc sembra non prenderà posizione: è vergognoso. L’esecutivo Monti e il ministro Terzi d’altronde hanno avuto in questi mesi un chiaro atteggiamento pro Israele. Noi speriamo che oggi per la Palestina sia un giorno importante e continuiamo ad appoggiare le iniziative per porre fine all’occupazione militare da parte di Israele e allo stato di apartheid in cui vivono i palestinesi».

di Marco Consolo

Il “golpe parlamentare” dello scorso 22 giugno in Paraguay contro il Presidente eletto Fernando Lugo ha prodotto un effetto boomerang non calcolato o quantomeno sottovalutato dall’oligarchia e dagli Stati Uniti: l’entrata del Venezuela nel Mercosur. Washington, come è noto, vede come il fumo negli occhi qualsiasi processo di integrazione latinoamericana indipendente nel “suo cortile di casa”.
Nel 2005, in occasione del “4° Vertice delle Americhe” riunito a Mar de Plata in Argentina, con una decisione storica il blocco progressista latino-americano aveva seppellito la proposta statunitense dell’ALCA

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120708paraguaydi Marco Consolo
Nel silenzio assordante della stragrande maggioranza dei media italiani, la contro-offensiva statunitense contro i governi progressisti in America Latina ha fatto un’altra vittima. Lo scorso 22 giugno Fernando Lugo, Presidente del Paraguay dal 2008 ed ex-vescovo cattolico, è stato destituito a velocità supersonica con un “giudizio politico” da parte del Parlamento che gli ha concesso meno di 24 ore per preparare la sua difesa e due ore per presentarla di fronte alle Camere. Un golpe parlamentare, un parla-golpe istituzionale sulla falsa riga di quello dell’Honduras del 2009.
Il vice-presidente Federico Franco, una vera e propria “serpe in seno”, è stato nominato immediatamente dall’opposizione come “nuovo Presidente”. La destituzione di Lugo era pianificata da tempo, secondo le informazioni inviate dall’ambasciata statunitense nel 2009 e pubblicate da wikileaks [1].

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di Bruno Steri

Nel giorno in cui alla fine dello scorso marzo una delegazione Prc-Pdci arrivò in Cina, la prima pagina del Business China Daily così titolava: Le aziende Usa prevedono per la Cina una crescita più lenta. L’articolo riportava i dati di un sondaggio condotto dalla Camera di Commercio Americana tra gli amministratori delegati delle principali multinazionali Usa presenti nel Paese: dall’indagine risultava che, per l’80% degli intervistati, “i costi crescenti ostacolano il business” e che la metà di essi vede a rischio i propri margini di profitto, in quanto “l’inflazione salariale e le nuove misure per la sicurezza sociale hanno significativamente spinto in alto i costi operativi”.

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4bandiere

di Fabio Amato

Il vertice del 28 e 29 Giugno dell’Ue è destinato ad essere ricordato come l’ennesimo in cui la montagna partorì il topolino. Le aspettative dell’adozione di misure efficaci per contrastare la crisi verranno con molta probabilità deluse. Così come verranno delusi coloro che si illudono di una Francia e di un Hollande alfieri della messa in discussione della politica di austerità e rigore dominante in Europa.

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121204cecada Marx XXI
Per la prima volta, dal 1989, un comunista è stato eletto governatore di una regione della Repubblica Ceca.
Oldrich Bubenícek, candidato del Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) alle elezioni regionali di ottobre (link), il 20 novembre scorso è stato eletto governatore della regione di Usti Nad Labem, nella parte nord occidentale del paese,
I comunisti, con il 22% circa dei voti e 20 seggi nel parlamento regionale, hanno concluso un “accordo di governo” con i socialdemocratici del CSSD, il secondo partito che aveva conquistato 13 seggi. 39 dei 52 membri dell'assemblea regionale hanno così votato per Bubenícek.

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Sabra e Shatila

di Federica Pitoni

«Perché gli Israeliani sono incapaci di riconoscere l’alto grado di criminalità della campagna del loro esercito contro il Popolo Palestinese?… Cos’è che ci ha trasformato in criminali tanto efficienti? Temo che nel nostro subconscio collettivo sia possibile che non respingiamo del tutto la possibilità di un genocidio dei Palestinesi…». (“La guerra più lunga: Israele in Libano” – Jakobo Timerman).

L’odore della morte, della carne in putrefazione in quel caldo settembre di trent’anni fa accolse la Croce Rossa e i primi giornalisti che entrarono nei campi di Sabra e Shatila il giorno dopo, a eccidio avvenuto: chi pianse ininterrottamente

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