120302siria

di Giovanni Sarubbi

Intervista a tutto campo con Ossamah Al Tawil membro del Comitato Esecutivo del Coordinamento Nazionale Siriano per il Cambiamento Democratico . Vive in Italia da vent'anni, è italo-siriano, ha 40 anni, lavora come designer, è stato perseguitato in Siria a 18 anni ed è rimasto in Italia perché obiettore di coscienza.

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121009gasdotto siriadi Manlio Dinucci
La dichiarazione di guerra oggi non si usa più. Per farla bisogna però ancora trovare un casus belli. Come il proiettile di mortaio che, partito dalla Siria, ha provocato 5 vittime in Turchia. Ankara ha risposto a cannonate, mentre il parlamento ha autorizzato il governo Erdogan a effettuare operazioni militari in Siria. Una cambiale in bianco per la guerra, che la Nato è pronta a riscuotere. Il Consiglio atlantico ha denunciato «gli atti aggressivi del regime siriano al confine sudorientale della Nato», pronto a far scattare l'articolo 5 che impegna ad assistere con la forza armata il paese membro attaccato.

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syria

di Marinella Correggia

I video circolati lunedì sulla strage di bambini e donne a Homs mostrano corpi di persone «uccise e mutilate dalle milizie di Assad» e filmate da «attivisti» dell'opposizione.

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di Marisol Brandolini

I segretari generali di CC OO, Ignacio Fernández Toxo e di UGT, Cándido Méndez hanno già convocato 80 manifestazioni in tutta la Spagna per giovedì 19 luglio. Ma, avvertono, non finisce qui e non è escluso che alla ripresa dopo le vacanze estive si arrivi ad un nuovo sciopero generale.

Già uno dei sindacati di categoria della Funzione Pubblica, il CSI-F, ha convocato per settembre uno sciopero dei funzionari, che sono tra i più penalizzati dagli ultimi provvedimenti governativi.

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121001indignadosdi Redazione Il Fatto Quotidiano
Migliaia di indignados ieri sono scesi di nuovo per le strade di Madrid, e in particolare a Plaza de Neptuno, alle spalle del Parlamento, per contestare le misure di austerity del governo per la terza volta in cinque giorni. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del governo di Mariano Rajoy, lo scioglimento del parlamento e la messa a punto di una nuova costituzione. Migliaia gli agenti sono stati dispiegati per garantire che la manifestazione, non autorizzata, che si è svolta nei pressi della sede del parlamento. El Mundo ha riferito di almeno un ferito. Martedì dopo gli scontri tra polizia e manifestanti 64 persone sono rimaste ferite e 35 sono state arrestate. Secondo quanto riferito dai media spagnoli, poco prima di mezzanotte agenti antisommossa sono intervenuti per disperdere un piccolo gruppo che si tratteneva a tarda serata, occupando la piazza.

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121115spagnascontridi Giuseppe Grosso
Da Bruxelles a Cipro, 23 Paesi, 25 milioni di lavoratori, rispondono alla chiamata contro le politiche di austerità. E sulle sponde del Mediterraneo la protesta si infiamma È un'onda gigante quella che attraversa la penisola iberica. Alla «huelga general» hanno aderito oltre il 75%. Madrid blindata dalle forze dell'ordine. Cariche e scontri in diverse città
Niente picchetti davanti alla stazione della metro. Anzi, all'interno - sono le 9 di mattina - più gente del solito accalcata sulla banchina. Non sorprende, visto che due terzi delle corse della metropolitana (solitamente efficientissima), sono state soppresse per lo sciopero generale che ieri ha paralizzato Madrid e la Spagna.

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121008spagnaE il 14 novembre sciopero generale assieme al Portogallo.
Gli indignados non si sono arresi. Migliaia di spagnoli hanno risposto all'appello dei sidnacati e sono scesi in piazza il 7 ottobre a Madrid e in altre 57 città della Spagna per una nuova manifestazione di protesta contro le misure di austerità varate dal governo di destra di Mariano Rajoy. «Più disoccupazione, più tagli meno protezione. Vogliono rovinare il Paese, bisogna impedirglielo», era scritto su grande striscione alla testa del corteo nella capitale spagnola guidato dai leader delle principali sigle sindacali, Ugt e Ccoo.
Tra la folla anche molti cartelli con scritto «No»' e il disegno di un paio di forbici, simbolo dei tagli che stanno mettendo in crisi una larga parte della popolazione.

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marinaleda

di Silvia Ragusa
È piccolo, ordinato, tranquillo. Un gioiellino da cartolina. Ma Marinaleda, 2.700 abitanti nella campagna andalusa in provincia di Siviglia, è quanto di più diverso si possa trovare all’interno dei confini liberali e liberisti dell’Unione europea.  
La differenza sta tutta in quel 60% di consensi che, da oltre 30 anni a ogni elezione, va alla stessa colazione di sinistra anticapitalista, il Colectivo de unidad de los trabajadores (Cut). Per gli andalusi una garanzia contro la crisi.

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iu

redazionale

La roccaforte andalusa regge e il centrodestra di Rajoy non sfonda nell'ultima grande regione spagnola governata dal centrosinistra: è questo, in termini politici, il nocciolo del risultato del voto di ieri.

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